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Economia
Stm, incognita Ceo nel dopo-Bozotti. Una riconversione difficile da terminare

Di Luca Spoldi

Stmicroelectronics torna a correre in borsa e segna +10,3% a 7,98 euro a fine giornata con volumi elevati. Merito di una trimestrale che ha visto risultati superiori alle attese del mercato e della fiducia del management in una ulteriore crescita negli ultimi tre mesi dell’anno. Ma sul futuro del gruppo permangono due rischi: sostituire il Ceo Carlo Bozotti, in scadenza la prossima primavera, non è facile, mentre automotive e internet of things, per quanto in crescita, per ora non bastano a mettere al riparo i conti da eventuali frenate dei business legati a smartphone e computer

Stmicroelectronics vola letteralmente a Piazza Affari, dove a fine seduta il titolo ha guadagnato il 10,3% a 7,98 euro per azione con oltre 9 milioni di pezzi scambiati, dopo un terzo trimestre che ha visto il gruppo italo francese registrare ricavi in crescita del 5,5% a 1,8 miliardi, come da attese, ma soprattutto un margine lordo in aumento dell’1,9% al 35,8%, oltre le attese degli analisti pari in media al 35,6%.

Non solo: il gruppo, che ha registrato nel periodo un utile netto in calo a 72 milioni di dollari, in una nota ha dichiarato di attendersi “una crescita sequenziale dei ricavi netti intorno al 3,2%, come valore intermedio, e un margine lordo intorno al 37,0%”, indicazioni a loro volta superiori alle attese del mercato che sono dovute ad una domanda che si mantiene più forte del previsto in particolare nel settore auto, nei microcontrollori e nei sensori di immagine.

Anche il contesto macro è migliorato rispetto a inizio anno e questo aiuta, mentre la ristrutturazione in corso del business dei “set top box” pare procedere secondo i tempi previsti. Il mix risultati-previsioni migliori delle attese è piaciuto agli analisti oltre che agli investitori, con Oddo Seydler che ha subito confermato il proprio “buy” (acquistare) sul titolo e il prezzo obiettivo di 8 euro per azione, mentre Liberum ha ribadito a sua volta un “buy” ma con target price di 8,5 euro.

A questo punto il re-rating del titolo, che nell’ultima settimana era arrivato a sfiorare il 4% di perdita in attesa dei conti ma che sui 12 mesi già alla chiusura di ieri sera guadagnava il 10%, potrebbe proseguire, specialmente se dalla conference call attesa in giornata verranno ulteriori indicazioni positive. Un paio di rischi continuano tuttavia ad aleggiare sul titolo.

Da un lato la società sembra trovare qualche difficoltà in più del previsto a trovare candidati in grado di sostituire il Ceo Carlo Bozotti, il cui mandato è in scadenza nella primavera del prossimo anno. Spencer Stuart, incaricata secondo alcune indiscrezioni da almeno 6 mesi di provvedere alla selezione, non sarebbe ancora riuscita ad espletare il mandato, poiché i manager finora contattati avrebbero declinato gentilmente l’offerta e non è detto che uno o due buoni trimestri possano bastare a far cambiare loro idea.

Esiste in questo caso un precedente storico poco piacevole per gli investitori: quando nel 2004 Pasquale Pistorio annunciò che avrebbe proposto Carlo Bozotti come suo successore dopo 25 anni ai vertici del gruppo, il titolo quotava attorno all’equivalente di 20 euro per azione; nel maggio dell’anno successivo, quando avvenne la staffetta, le quotazioni erano cadute attorno all’equivalente di 11,5 euro.

Secondo, se è vero che il primo produttore europeo di microchip sta puntando con decisione sul settore dell’automotive e dell’internet of things (per i quali è stato deciso un investimento presso il sito di Catania da 270 milioni di dollari, avviato lo scorso 30 agosto e destinato a concludersi solo nel 2018), è anche vero che i business legati a computer e smartphone pesano ancora il 32% e il 22% dei ricavi. Così il deludente andamento di Apple, la cui trimestrale è apparsa penalizzata proprio da una frenata della vendita di iPhone, rischia di essere un campanello d’allarme per Bozotti e il suo successore.

 

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