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Economia
Superbonus 110%, banche e Poste si accaparrano oltre un terzo dei crediti

Massa di crediti del Superbonus 110%: banche e Poste gestiscono un terzo del totale

Il Superbonus 110% continua a far parlare discutere e l'ultimo avviso sul sito di Poste Italiane risale all'inizio dell'anno in corso. L'avviso è un richiamo alla limitazione della cessione dei crediti derivanti dal bonus, applicabile solo a quelli fruibili a partire dal 2025, mentre per le rate già disponibili nel 2024, tutto è rimasto bloccato. Come riportato da Huffington Post, è probabile che un nuovo avviso venga pubblicato presto sul portale del gruppo Poste Italiane.

Nel frattempo il totale delle agevolazioni concesse continua ad aumentare, e a febbraio ha raggiunto già i 114 miliardi di euro di detrazioni accumulate per i lavori di efficientamento degli immobili. Il 4 aprile è la scadenza per comunicare all'Agenzia delle Entrate le opzioni relative allo sconto in fattura e alla cessione dei crediti relativi alle spese sostenute nel 2023 e alle rate residue non ancora utilizzate delle detrazioni relative alle spese degli anni precedenti. Questo ripristinerebbe i tempi originali previsti dalla norma, anticipando la scadenza che era stata spostata al 15 ottobre successivo, per quanto riguarda la possibilità di comunicare ritardatamente (con una sanzione di 250 euro) le spese relative all'anno precedente.

L'intenzione è di ridurre il meccanismo che ha reso così allettante l'incentivo. Inizialmente, il committente poteva cedere il beneficio fiscale alla ditta che eseguiva i lavori, la quale a sua volta poteva cederlo ad altri o richiedere uno sconto in fattura, creando una sorta di circolazione parallela di denaro. Tuttavia, i recenti interventi normativi hanno limitato questa possibilità, cercando di garantire una maggiore trasparenza e un utilizzo più mirato delle agevolazioni.

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Gran parte dei crediti generati è ora nelle mani delle banche. I principali istituti, tra cui Intesa SanPaolo e Poste, hanno accumulato oltre un terzo dei quasi 100 miliardi di euro maturati entro la fine del 2023. Una situazione che è destinata a peggiorare con il passare del tempo, poiché il conto del Superbonus e degli altri bonus edilizi continua a crescere, con la possibilità di superare i 150 miliardi di euro.

Le grandi banche hanno sostenuto il mercato in un momento in cui c'era una forte pressione politica per sbloccare la situazione dei crediti "incagliati". Tuttavia, le normative restrittive hanno reso più difficile per gli istituti finanziari monetizzare questi crediti, con la Banca d'Italia che ha persino emesso una nota per chiarire i rischi associati a tali operazioni. Intesa SanPaolo è stata in prima linea, con un totale di crediti fiscali per oltre 20 miliardi di euro iscritti nel bilancio. Poste si avvicina al limite di 9,5 miliardi di euro ipotizzato quando è stata avviata l'agevolazione. Anche altre banche, come Unicredit, Bper e Banco Bpm, hanno accumulato un considerevole volume di crediti derivanti dal Superbonus.

Con l'avvicinarsi della scadenza per la comunicazione delle opzioni relative al Superbonus, coloro che intendono beneficiare delle agevolazioni dovrebbero prestare attenzione ai tempi e ai requisiti richiesti. La possibilità di remissione in bonis è stata eliminata, pertanto i ritardi nella comunicazione potrebbero comportare la perdita dell'opportunità di cedere il credito o di ottenere uno sconto in fattura. 






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