Tagli all'editoria, intesa Lega-M5S. Graduali, poi stop fondi dal 2022
Taglio del 20% nel 2019, del 50% nel 2020 e del 75% nel 2021 fino ad arrivare allo stop definitivo dei fondi nel 2022
"Faremo un taglio graduale all'editoria, nostra grande battaglia. Si fara' un primo taglio del 25% nel 2019 di fondi per l'editoria, il 50% nel 2020 e il 75% nel 2021. Fino a che nel 2022 non ci saranno piu' fondi per l'editoria, in modo tale che tutti i giornali possano stare sul mercato e non godere piu' di concorrenza sleale da alcuni giornali che prendono invece soldi pubblici". Lo annuncia il vicepremier Luigi Di Maio come esito del vertice di governo sulla manovra, parlando all'uscita d aPalazzo Chigi. L'emendamento sara' presentato "al Senato".
Tagli all'editoria, intesa Lega-M5S. Graduali, poi stop fondi dal 2022 - Ci sarà in manovra il taglio dei fondi all'editoria. E' stato raggiunto a Palazzo Chigi - durante il vertice tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini e che ha visto l'assenza del ministro dell'Economia Giovanni Tria - l'accordo per i tagli all'editoria, misura fortemente voluta dal M5S che, nei giorni scorsi, aveva subito uno stop in commissione Bilancio alla Camera.
La sforbiciata, riferisce l'AdnKronos, sarà introdotta a Palazzo Madama e così ripartita: 20% nel 2019, 50% nel 2020, 75% nel 2021 fino a raggiungere lo stop definitivo nel 2022. In tre anni, dunque, spariscono i fondi all'editoria per i seguenti quotidiani: Avvenire (5,9 milioni dieuro); Italia oggi (4,8 mln); Libero quotidiano (3,7 mln); Manifesto (3 mln) Il Foglio (800 mila euro), i settimanali cattolici e le testate delle minoranze linguistiche. Nel 2019, viene inoltre riferito, sarebbe stato fissato un tetto a 500.000 euro al di sotto del quale non si applica la percentuale del 20% fissata nell'accordo di governo.
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