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Economia

Giovanni Tamburi conquista la maggioranza assoluta di Alpitour, con l’obiettivo di far sbarcare a Piazza Affari il tour operator entro i prossimi due-tre anni. Asset Italia 1, veicolo finanziario promosso da Tamburi Investment Partners (Tip), ha infatti raggiunto un accordo con i soci di Wish (società pariteticamente posseduta dai fondi di private equity gestiti da Wise Sgr di Paolo Gambarini e Michele Semenzato e da ILP III Sicar, quest’ultima supportata da J. Hirsch & Co. di Mario De Benedetti e Jean-François André Aron), per l’acquisto delle loro partecipazioni dirette e indirette in Alpitour.

In questo modo Tip salirà indirettamente appena sopra il 52% del tour operator, dato che Asset Italia 1, a seguito di un aumento di capitale riservato da 120 milioni di euro, era già socia al 32,67% di Alpitour dallo scorso anno e che le intere partecipazioni di Wish e di Azurline Sarl (nel complesso pari al 38,8% di Alpitour) verranno acquisite, in base a una valorizzazione di 470 milioni del 100% di Alpitour, da Alpiholding di cui Asset Italia 1 deterrà il 49,9%, mentre lo 0,2% sarà detenuto da Gabriele Burgio (presidente e amministratore delegato del gruppo Alpitour nonché socio dello stesso al 3,4%), e il residuo 49,9% andrà ad altri investitori.

Asset Italia è solo l’ultimo esempio di “club deal” con cui il banchiere d’affari ha saputo in questi anni aggregare altri importanti investitori ai suoi progetti. In Asset Italia, in particolare, sono presenti alcune delle più note famiglie industriali italiane tra cui i Seragnoli, i Lavazza, i Branca e i Ferrero; dei 550 milioni di dotazione iniziale sono così stati investiti in Alpitour finora 211 milioni di euro, una cifra che potrebbe moltiplicarsi al momento dello sbarco in borsa, visto che Alpitour ha ingranato la quinta.

Lo scorso anno il gruppo ha registrato un fatturato record di 1,2 miliardi di euro con un Ebitda di 46 milioni e utile netto a 10,5 milioni, mentre giusto un mese fa ha rilevato il secondo maggior tour operator italiano, Eden Travel Group, dando così vita a un gruppo da 2 miliardi di euro di giro d’affari annuo ed evitando che il gruppo finisse in mano a Barceló (la terza catena alberghiera spagnola). Oltre a Tip, che si è già detta pronta a rilevare ulteriori quote di Alpitour, sempre tramite Alpiholding, tra gli altri azionisti del tour operator continueranno a figurare l’imprenditore filantropo torinese, ed ex fisico del Mit di Boston, Ruben Levi, azionista storico di Alpitour col 13,5%, e Fabio Landini, ex socio e amministratore delegato di Press Tour, operatore rilevato dalla stessa Alpitour nel 2014.

Anche Wise Sgr, uscita dalla porta, rientrerà dalla finestra acquisendo una partecipazione diretta in Alpitour di circa il 3,5%, sicché il nucleo di azionisti italiani di Alpitour sarà attorno al 70% del capitale; l’impegno della rinnovata compagine sociale è di riuscire a quotare Alpitour nell’arco dei prossimi 2 o 3 anni. Finora l’unico altro tour operator italiano quotato è I Grandi Viaggi, che capitalizza 96 milioni a fronte di un giro d’affari di 56 milioni e di un Ebitda di circa 6 milioni.

Lo sbarco a Piazza Affari del tour operator controllato fino al 2011 da Exor (la finanziaria d’investimento del gruppo Agnelli), che quell’anno la cedette proprio a Wise e J. Hirsch per 225 milioni, a fronte di un giro d’affari di 1,23 miliardi e di un utile netto di poco superiore ai 12 milioni, potrebbe dunque arricchire il listino italiano di una società con una capitalizzazione non inferiore ai 500 milioni di euro, cifra che potrebbe salire ulteriormente se Alpitour dovesse riuscire a mettere le mani su una parte degli asset di Valtour la cui attuale proprietà, il fondo Investindustrial di Andrea Bonomi, ha messo in concordato finalizzato alla liquidazione, avendo deciso di uscire totalmente dal business non ravvisando gli elementi necessari a proseguire l’attività.

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