Economia
Tangenti in Algeria, in appello assolti Saipem, Scaroni ed Eni

La corte ha confermato l'assoluzione per Scaroni, attuale presidente del Milan, già assolto in primo grado "per non aver commesso il fatto" respingendo la richiesta avanzata dall'accusa, formulata in aula dal pg Massimo Gaballo, di condannare il manager a 6 anni e 4 mesi. I giudici hanno annullato le condanne per corruzione internazionale inflitte in primo grado (sentenza del 19 settembre 2018) a Farid Noureddine Bedjauoi (5 anni e 5 mesi), braccio destro dell'ex ministro dell'Energia del governo algerino, Chekib Khelil, ritenuto dagli inquirenti milanesi il collettore delle tangenti destinate ai politici di Algeri.
Al centro del processo il presunto pagamento di quasi 198 milioni di euro di tangenti in Algeria per far ottenere a Saipem appalti da 8 miliardi di euro e 41 milioni per far ottenere a Eni l'autorizzazione del ministro dell'Energia algerino ad acquistare la società canadese First Calgary Petroleums, titolare dei diritti per lo sfruttamento di un giacimento algerino di gas, a Menzel, e far estendere la concessione di sfruttamento.
Assolti l'ex direttore operativo di Saipem Pietro Varone e l'ex amministratore delegato del gruppo Pietro Tali; l'ex direttore finanziario Alessandro Bernini, il presunto riciclatore delle mazzette Omar Habour e Samyr Ouraied, stretto collaboratore di Bedjauoi. Confermata l'assoluzione per il manager Eni Antonio Vella, ex responsabile del gruppo per l'area del Nord Africa. Revocata per Saipem la confisca per oltre 197 milioni di euro.