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Economia
Tasse,assist di Macron per Conte.No reddito cittadinanza per chi possiede casa
LaPresse

di Andrea Deugeni
twitter11@andreadeugeni

"La Francia per finanziare la sua manovra economica farà un deficit del 2,8%. Siamo un Paese sovrano esattamente come la Francia. I soldi ci sono e si possono finalmente spendere a favore dei cittadini. In Italia come in Francia". Il maxi-taglio transalpino delle tasse da 25 miliardi per imprese e famiglie finanziato in deficit e varato dal governo del presidente francese Emmanuel Macron fornisce l'assist al vicepremier e ministro Luigi Di Maio per tornare ad andare in pressing sul ministro dell'Economia Giovanni Tria, tecnico alle prese con la delicata stesura della nota di aggiornamento al Def (da presentare entro giorvedì 27 settembre) e della legge di Bilancio. Manovra in cui far confluire sia la flat tax leghista sia il reddito di cittadinanza pentastellato, ma mantenendo il rapporto deficit/Pil entro un limite accettabile per l'Unione europea (sotto circa il 2%, dato l'alto debito italiano e il percorso di aggiustamento già concordato con Bruxelles) sia con i mercati: gli investitori sono tornati nuovamente ad accendere i riflettori sul tema sostenibilità dei nostri conti pubblici.

Conte macron stretta di mano ape 3

 

A Parigi, il governo presieduto dal premier Edouard Philippe ha presentato la legge di bilancio 2019, manovra sottoposta al voto del Parlamento nelle prossime settimane e che prevede per l'anno prossimo un taglio delle tasse pari a 24,8 miliardi di euro, nel tentativo di dare impulso all'economia e creare più posti di lavoro.

Per finanziare la misura, il deficit pubblico del Paese dovrebbe aumentare dal 2,6% del Pil di quest'anno al 2,8% l'anno prossimo, comunque sotto al 3%. Il ministro al Bilancio Gerald Darmanin ha presentato le misure per il 2019, basate su una previsione di crescita stimata all'1,7%. Nel dettaglio, le tasse sulle famiglie saranno ridotte di 6 miliardi di euro, quelle alle aziende di 18,8 miliardi.

La prosperità "non deve basarsi su maggiore spesa pubblica, più debito e più imposte", ha commentato invece il ministro delle Finanze Bruno Le Maire. L'alleggerimento fiscale, infatti, ha rivendicato Macron, pur in presenza di un aumento del prezzo dei carburanti, sarà "il più consistente" degli ultimi dieci anni. Intanto, in Italia, al termine del Consiglio dei ministri, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha fatto sapere che il cantiere per l'ex Finanziaria va avanti a tambur battente.

Tria
 

"Prima del Cdm ci siamo riuniti per la manovra economica: un ulteriore passaggio di quanto stiamo facendo', un lavoro 'sui dettagli e la messa a punto. Saremo lì a curare tutti i dettagli fino all'ultimo, fino alla presentazione della nota di aggiornamento al Def", ha aggiunto Conte.

I tempi per la definizione delle misure sono diventati stretti e il dibattito sulle coperture, assieme alle polemiche, è ancora molto acceso. Ecco una sintesi dei capitoli sul tavolo di Palazzo Chigi e del Ministero dell'Economia: 

- CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA IVA: Il primo impegno del contratto di governo e' la sterilizzazione degli aumenti che scattano il primo gennaio 2019 (dal 10 all'11,5% per l'aliquota piu' bassa, dal 22 al 24% per quella piu' alta); costa 12,5 miliardi.

Giovanni Tria ape

 

- FLAT TAX PER 1,5 MILIONI DI PMI: Il forfait esiste gia' ed e' al 15% per i professionisti con ricavi fino a 30.000 euro e per le altre categorie con ricavi fino a 50.000 euro. La platea, a oggi circa 935mila soggetti, salira' a 1,5 milioni di autonomi, Snc, Sas e Srl che potranno optare per il regime di trasparenza con ricavi fino a 65.000 euro. Dai 65.000 ai 100.000 euro si paghera' un 5% addizionale. Per start up e attivita' avviate da giovani under35 restera' lo sconto al 5%. Il costo della misura e' di circa 1,5-1,7 miliardi. Commercianti che emettono lo scontrino, artigiani che lavorano con i privati e tutti coloro che decideranno di aderire al nuovo regime, che rimane comunque opzionale, saranno esonerati dall'obbligo di fatturazione elettronica che scatta dal 1 gennaio. Obbligo che resta per le medie e le grandi imprese che sono soggette all'Ires.

salvini
 

- SUPER-IRES A 15% PER CHI INVESTE IN AZIENDA: Per le grandi aziende arrivera' un taglio, strutturale, di 9 punti dell'Ires, con l'aliquota ordinaria del 24% che scende al 15% sugli utili reinvestiti in azienda per ricerca e sviluppo, macchinari e assunzioni stabili. Il costo, e il conseguente risparmio per le imprese, e' di poco meno di un miliardo e potrebbe essere coperto assorbendo gli attuali ammortamenti di Industria 4.0 o l'Ace.

- CEDOLARE SECCA AL 21% PER LE LOCAZIONI DEI NEGOZI: Per i nuovi contratti di affitto degli immobili commerciali (C1 e loro pertinenze) si potra' optare per la tassa fissa sugli affitti al 21%, sulla falsariga di quanto gia' accade per gli affitti delle abitazioni. Introdotta solo per i nuovi contratti sara' 'a costo zero', mentre estenderla anche a quelli in essere avrebbe avuto un costo di circa 900 milioni.

- PACE FISCALE, DIBATTITO SUL TETTO: E' uno dei punti, insieme a quello del reddito di cittadinanza, piu' dibattuti e su cui piovono le accuse di voler introdurre di fatto un condono. Obiettivo della Lega quello di una pace "piu' ampia possibile" su accertamenti, cartelle, multe e contenzioso tributario ma il tetto ipotizzato di 1 milione di euro non piace per nulla agli alleati. L'operazione sarebbe accompagnata anche dalla voluntary disclosure sulle cassette di sicurezza e da una misura strutturale: una sorta di transazione fiscale che allarghi le maglie del concordato con adesione. Si valuta di inserire gli interventi in un dl fiscale collegato.

- PENSIONI QUOTA 100 CON 36-37 ANNI CONTRIBUTI: Il governo e' al lavoro su un' ipotesi di riforma delle pensioni con quota 100 e un minimo di 62 anni di eta' e 36-37 anni di contributi. Con minimo 36 anni di contributi uscirebbero nel 2019 450 mila lavoratori in piu' rispetto alle regole attuali; con 37 anni l'uscita riguarderebbe 410 mila persone in piu' rispetto all'attuale sistema. La percentuale dovrebbe essere del 60% per il settore privato e del 40% in quello pubblico

- REDDITO DI CITTADINANZA, NODO RISORSE E PLATEA:  Il Movimento 5 Stelle punta ad ottenere 10 miliardi per partire nel 2019. L'idea e' di partire dalle risorse gia' presenti per il Rei, circa 2,6 miliardi. Un nodo importante e' anche quello della platea con la Lega che insiste per riservare la misura ai soli cittadini italiani, una discriminante, specialmente nei confronti degli altri cittadini comunitari, che potrebbe presentare problemi di costituzionalita'. Il Movimento punta anche alla pensione di cittadinanza, portando le minime a 780 euro: ma dai primi calcoli, per alzare l'assegno sociale a 800mila pensionati servirebbero 4 miliardi, mentre per alzare quello di circa 1 milione di invalidi civili (assegno a 282 euro) ne servirebbero almeno altri 6. Per dare un aiuto fino a 780 euro ai 5 milioni di poveri assoluti (è l'intenzione di Di Maio) servirebbero a detta dei Cinque Stelle 15 miliardi a regime, mentre l' Inps ne stima 35. Tra le ipotesi c' è la possibilità di escludere dal reddito di cittadinanza chi ha una casa di proprietà e di rivedere i coefficienti familiari abbassando così l'importo. Il sussidio inoltre, sempre per far tornare i conti, sarà destinato solo agli italiani riducendo la platea del 30%, ma ci sono problemi di costituzionalità. Il primo passo, comunque, sara' comunque il potenziamento dei centri per l'impiego. A disposizione ci sono 750 milioni che si punterebbe a raddoppiare, utilizzando anche i fondi europei. 

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