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Economia
Telecom, dossier rete nel piano di Genish. E alla Borsa piace lo scorporo

Impatto sul debito, liberando valore. Tim apre alla separazione volontaria della rete telefonica e la Borsa corre a compare il titolo della compagnia controllata dai francesi di Vivendi (rialzi di oltre due punti percentuali in una seduta debole per gli indici principali). Per adesso si tratta ancora solo di un'ipotesi. Ma un'ipotesi decisamente concreta che potrebbe finire all'interno del piano industriale che l'amministratore delegato Amos Genish illustrerà al consiglio di amministrazione in agenda il 6 marzo. Secondo alcune indiscrezioni riprese dal Messaggero, il dossier è stato presentato ieri a tutto il consiglio dell'Authority delle Comunicazioni da Genish, insieme al capo dell'infrastruttura, Giovanni Ferigo. Il progetto e' frutto del tavolo congiunto avviato lo scorso 21 dicembre tra Telecom e lo stesso garante delle Comunicazioni. Si tratta, insomma, di un lavoro condiviso tra gli sherpa della societa' telefonica e dell'Authority.

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Ora bisognera' attendere di capire se l'ipotesi avanzata convincera' anche il presidente dell'Autorita', Angelo Marcello Cardani, e i consiglieri. Nel modello presentato ieri, Tim controllerebbe il 100% della nuova societa' nella quale verrebbe conferito tutto l'ultimo miglio dell'infrastruttura telefonica, sia in rame che in fibra ottica. Un posto nel consiglio della "new entity", verrebbe riservato ad un membro indicato dalla stessa Autorita' garante delle Comunicazioni. Al consigliere scelto dall'Agcom, inoltre, verrebbero assegnate le deleghe relative alla "compliance".

Il suo compito sarebbe quello di garantire il rispetto dei piani di investimento sulla rete per accelerare il raggiungimento degli obiettivi europei sulla copertura a banda ultra-larga, ed assicurare ulteriormente la cosiddetta "equivalence of input", ossia l'equo trattamento dei concorrenti di Tim che usano l'infrastruttura, soprattutto in uno scenario di competizione industriale che ha visto l'ingresso di un nuovo operatore, Open Fiber. Il progetto sarebbe un'evoluzione dell'attuale assetto regolatorio, gia' considerato una best practise in Europa, che prevede una divisione ad hoc per la rete, appunto Open Access, i cui comportamenti nei confronti dei concorrenti sono verificati da un organismo indipendente, l'Organo di vigilanza che, nel nuovo assetto, potrebbe venir meno.

Il progetto sara' ora presentato anche al governo. Il prossimo 7 febbraio, in un incontro gia' programmato, Genish vedra' il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda al quale sottoporra' il dossier. Lo stesso ministro nei giorni scorsi aveva ribadito di auspicare una separazione dell'infrastruttura. Il progetto illustrato all'Authority, insomma, sarebbe un nuovo segnale di pace al governo. Per Equita Sim la societarizzazione della rete "sarebbe una notizia positiva, in quanto verrebbe definito il perimetro delle attivita' e si porrebbero le premesse per possibili successive valutazioni strategiche sull'asset (fusione con OpenFiber, Ipo, demerger)".

Gli analisti preferirebbero "un'operazione di Ipo che permetta di valorizzare l'asset, lasciando il controllo della rete nel breve/medio termine a Tim". Banca Imi pensa che lo spin-off potrebbe "sbloccare il valore nascosto di Telecom". Gli analisti aspettano quindi di vedere se la separazione della rete sara' compresa o meno nel business plan del 6 marzo.

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