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Economia
Tim, Genish: piano percorso migliore, quello di Elliott irrealizzabile

Il Piano Strategico 2018-2020 presentato da Tim e' il percorso migliore per la societa' guidata da Amos Genish; quello del fondo americano Elliott (azionista con una quota superiore all'8%) e' irrealizzabile. E' questo il giudizio espresso dal management della societa' di tlc in vista dell'assemblea dei soci che si terra' il prossimo 24 aprile chiamata a integrare il Cda dopo le dimissioni in blocco dei consiglieri vicini a Vivendi (1* azionista di Telecom).

Il piano, spiegano, 'e' il percorso migliore per lo sviluppo industriale della societa' e rappresenta la migliore strategia per creare un modello di crescita sostenibile e per la creazione di valore nel lungo periodo per tutti gli azionisti, con conseguente atteso apprezzamento del titolo', sostengono i vertici di Tim, sottolineando che 'l'implementazione del piano strategico procede in linea con le aspettative'.

Entrando nel dettaglio, Telecom ricorda che il piano di Elliott propone una riduzione 'significativa' dell'attuale perimetro della societa' che e' articolata attraverso il deconsolidamento della rete domestica di telefonia fissa (NetCo); una ulteriore riduzione della quota di Tim in Inwit, inclusa l'ipotesi di vendita totale della partecipazione e la vendita di una quota di controllo di Sparkle. Inoltre Elliott propone anche una possibile aggregazione di Tim Brazil con un altro operatore locale. Il management precisa che tutte queste proposte sono gia' state analizzate e, con l'eccezione di potenziali opzioni strategiche per Sparkle, non sono state inserite nel Piano Strategico perche' 'sono per lo piu' considerate premature o non realizzabili'.

Inoltre, nel contesto corrente e con il quadro normativo attuale, l'implementazione di queste iniziative presenterebbe notevoli complessita' e significative implicazioni di natura finanziaria. I vertici ritengono che uno degli obiettivi primari del Piano Strategico e' quello di rafforzare il profilo operativo e finanziario di Tim, propedeutico al ritorno ad un rating Investment Grade; il raggiungimento di questo obiettivo potrebbe essere compromesso dalle potenziali dismissioni di attivita' e dalla distribuzione prematura di dividendi agli azionisti.

I vertici di Telecom sostengono ancora che 'una riduzione radicale del perimetro della societa'' cosi' come proposto da Elliott, 'non rappresenta una strategia sostenibile per Tim nel lungo periodo e non e' il modo migliore di creare valore'. Il piano di Tim e' focalizzato sullo sviluppo industriale della societa' per poter affrontare al meglio le sfide future di natura operativa e finanziaria. Il management ricorda anche che in Italia Tim compete con operatori internazionali di grandi dimensioni e diversificati. L'attuale perimetro del Gruppo massimizza la flessibilita' strategica per il futuro, garantendo a Tim la giusta dimensione per competere in questo mercato.

Per quanto riguarda NetCo - la rete domestica di telefonia fissa -, il management ricorda che la strategia di Tim revede la separazione legale con il controllo al 100%. Questa 'e' l'operazione piu' opportuna nell'attuale contesto e quadro normativo'. Il management e' disponibile a valutare ulteriori azioni in merito, come per esempio la possibilita' di vendere una quota di minoranza e/o partecipare ad un processo di consolidamento del mercato italiano delle infrastrutture in fibra ottica, subordinatamente a un'attenta valutazione di tutti gli aspetti regolamentari, commerciali, tecnologici e concorrenziali, e al mantenimento del controllo e pieno consolidamento di NetCo.

La valutazione dipendera' interamente dal suo profilo finanziario, che sara' a sua volta il risultato del quadro normativo, del contesto competitivo di riferimento e dal grado di adozione di nuove tecnologie. Proseguendo, il management ritiene che il valore di ServiceCo post separazione, dipendera' a sua volta da una serie di fattori specifici (es. quadro normativo, contesto competitivo, costi di separazione). In questo contesto, ServiceCo diventerebbe un operatore minore nello scenario europeo, in competizione nel mercato domestico con operatori internazionali di maggiori dimensioni. La definizione della struttura finanziaria delle due entita' e gli impatti di rating per NetCo e ServiceCo devono essere valutati anche alla luce del quadro normativo e del contesto competitivo.

Sul fronte Inwit (societa' partecipata di Tim che opera nel settore delle infrastrutture per le comunicazioni elettroniche), i vertici sono convinti che ha 'un'importante rilevanza strategica' per l'azienda, in particolare alla luce dello sviluppo del 5G e della conseguente crescita nell'utilizzo delle torri. Una ulteriore monetizzazione dovra' essere valutata in relazione ai benefici strategici e finanziari, ed eventualmente realizzata alle giuste condizioni.

In merito al Brasile, il management ritiene che una combinazione tra Tim Brazil e un operatore locale come Oi 'potrebbe portare ad una pressione finanziaria ulteriore nel breve termine per Tim, dato il profilo finanziario di Oi'. Di conseguenza, metterebbe a rischio il successo del Piano Strategico, poiche' cambierebbe drasticamente il profilo di generazione di cassa del business di Tim Brazil, oltre ad incrementarne il profilo di rischio. Sul fronte Sparkle (societa' di Tim che possiede i cavi sottomarini per le telecomunicazioni) il management sta gia' valutando delle azioni potenziale sulla vendita della quota di controllo. Ma, precisano, la posizione competitiva di Sparkle e la normativa sul 'Golden Power', dovranno essere attentamente considerati nel valutare potenziali opzioni strategiche.

Sotto il profilo della cedola, il management di Tim valutera' di proporre al Cda la reintroduzione di una progressiva politica di distribuzione di dividendi ordinari, una volta che la societa' abbia raggiunto i requisiti di rating dell'Investment Grade. I vertici si attendono che questo ritorno al dividendo possa avvenire entro l'orizzonte temporale del Piano Strategico (2018-2020).

Entrando nel dettaglio, i vertici ricordano che il piano Elliott si focalizza in gran parte sul re-rating di ServiceCo grazie alla riduzione della leva finanziaria attraverso la cessione di NetCo, e alla reintroduzione del dividendo ordinario. In particolare, la cessione di una quota di maggioranza di NetCo ad un multiplo Ev/2018 Ebitda di 8,3 volte, e' basata su un benchmark di societa' che presentano caratteristiche diverse dalla configurazione attuale di NetCo. Il Piano di Elliott assume un deconsolidamento del debito pari a 4 volte il rapporto Pfn/Ebitda per NetCo.

L'allocazione ottimale delle fonti di finanziamento tra NetCo e ServiceCo dipendera' dal quadro normativo e dal contesto competitivo, i quali, ad oggi, non sono ancora stati definiti con chiarezza. Il management ritiene che i flussi di cassa e le stime sui dividendi di ServiceCo da parte di Elliott non sembrano essere allineati all'attuale Piano Strategico.

In particolare i flussi di cassa di ServiceCo sembrano essere maggiori di quelli impliciti nel Piano Strategico: 1,7 mld di flussi di cassa stimati da Elliott solamente per il 2019 per ServiceCo rispetto ad un totale di flussi di cassa di Gruppo cumulati nel periodo 2018-2020 di circa 4,5 mld stimati dal Management Tim. Inoltre il profilo strategico e finanziario di ServiceCo potrebbe essere compromesso dal deconsolidamento di NetCo e dalle uscite di cassa dovute al pagamento di dividendi, che potenzialmente porterebbero ad un profilo creditizio piu' debole.

Il fondo americano assume un dividendo privilegiato di 0,0275 euro per ogni azione di risparmio che e' corretto - ritengono i vertici - solo qualora le azioni ordinarie non paghino dividendi. Una volta reintrodotto il dividendo dell'azione ordinaria, la crescita dell'utile per azione sarebbe solamente di circa il 3-4% rispetto ai 12-14% come riportato nel Piano di Elliott. La possibile conversione delle azioni di risparmio in azioni ordinarie viene monitorata e valutata in maniera ricorrente dal management di Tim, in attesa del verificarsi delle giuste condizioni. La decisione finale sulla conversione delle azioni di risparmio spetta in ogni caso al Consiglio di Amministrazione e agli azionisti.

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