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Economia
Tim, il mercato sta con Elliott. Agli analisti piace il piano di Singer

Telecom, da che parte sta il mercato? In attesa dell'assemblea del 24 aprile in cui l'hedge fund americano fondato da Paul Singer, forte di una partecipazione del 5% nel capitale della compagnia telefonica, tenterà il ribaltone nel consiglio di amministrazione chiedendo l'appoggio del restante 70% del parco soci per estromettere l'azionista di maggioranza relativa (col 23,94%) Vivendi dalla gestione, le banche d'affari e le società d'intermedizione italiane spezzano una lancia in favore degli obiettivi del fondo a stelle e strisce. Endorsement che non fanno presagire nulla di buono per i francesi in ritirata da Mediaset e che vogliono invece proseguire la propria avventura nella compagnia telefonica per coronare il loro sogno della creazione della Netflix del Sud Europa per contrastare l'avanzata nel Vecchio Continente dei giganti americani.

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Insomma, per gli analisti i cui giudizi quotidianamente influenza e danno le dritte agli investitori che scommettono sui titoli di Piazza Affati, Elliott potrebbe sbloccare il valore di Telecom e mettere fine alla sua sottoperformance rispetto al mercato. Un andamento che da quando i francesi sono entrati nel capitale dell'ex monopolista, fa segnare un sonoro -28% circa. 

Equita Sim, che conferma il suo giudizio "Buy" con un target price (prezzo obiettivo) di 1,02 euro per azione, si focalizza sulla lettera che l'hedge fund ha inviato agli azionisti in cui lamenta la sottoperformance di Telecom in Borsa. Gli analisti evidenziano che il fondo si pone l'obiettivo di "migliorare la governance, con la nomina di un Cda veramente indipendente privo di conflitti di interessi e capace di lavorare per gli interessi di tutti gli azionisti di Tim e di ricomporre le tensioni con le istituzioni e il Governo; semplificare la struttura di capitale con la conversione delle azioni di risparmio" in ordinarie, cosa "che un Cda indipendente supporterebbe e procedere con la separazione e vendita parziale della rete fissa e con la cessione o vendita parziale di Sparkle". 

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"La lettera - proseguono gli analisti - chiarisce inoltre che Elliott non chiede: un cambio di strategia in Brasile; la cessione totale o il demerger della rete fissa o un cambio di management". Gli esperti pensano che le richieste di Elliott siano "coerenti con quanto auspicato in questi anni dal mercato. Si tratta di proposte che, se recepite dall'assemblea, potranno contribuire a rimuovere la sottoperformance del titolo Telecom, non giustificata dai risultati fondamentali realizzati fino a oggi ma dovuta anche ai problemi di governance, ai conflitti con il Governo italiano e le istituzioni, alla percezione di conflitti di interessi tra Vivendi e Tim e alle tensioni nel Cda che hanno impedito di focalizzare l'attenzione degli investitori sul miglioramento innegabile dei fondamentali". Insomma, un andamento zavorrato dal passaporto di origine dell'azionista di maggioranza che, a detta del fondo americano, non fa il bene della società nel suo complesso. E quindi anche degli altri azionisti. 

Anche Banca Imi, che come Equita conferma il suo "Buy" fissando un target price di 1,05 euro, accoglie in modo positivo "l'intenzione di Elliott di cambiare la direzione e il coordinamento di Vivendi su Tim poichè il conflitto di interesse di Vivendi implica problemi di governance e blocca le potenzialità di rialzo del titolo Tim in Borsa".

Per quanto riguarda poi le proposte di Elliott, gli analisti considerano in modo positivo quelle sulla rete e il progetto di conversione delle azioni di risparmio in ordinarie. Le azioni di risparmio di Tim al momento segnano un -0,35% a 0,6924 euro. Mediobanca Securities, infine, pensa che il newsflow di stampa su Tim resterà molto corposo nelle prossime settimane. Gli analisti mantengono intanto un giudizio positivo sul titolo citando appunto l'interesse del fondo Elliott, il nuovo piano solido, il progetto di separazione della rete e la valutazione conveniente.

 

 

 

 

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telecomfondo elliott assemblea telecom





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