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Economia
Tim, il piano per la rete c'è. E parla Cdp

Un piano ambizioso per Tim ma con la regia di Cdp. Il documento, di tre pagine, gira da qualche tempo sui tavoli dei ministri interessati. Lo si potrebbe definire il razionale dietro gli emendamenti presentati dal governo al decreto fiscale per favorire la nascita della rete unica mettendo insieme l’infrastruttura di Tim con quella di Open Fiber, la società partecipata dall’Enel e dalla Cassa depositi e prestiti.

Nel primo capitolo vengono spiegati i macro obiettivi del governo gialloverde alla base dell’operazione rete unica. Si parla diffusamente di un Paese all’avanguardia tecnologica, tra i leader in Europa, in grado di generare occupazione a prova di futuro, che garantisca la libertà di scelta e informazione dei propri cittadini. Insomma, per questo, si legge nel documento, le infrastrutture a banda larga sono una priorità del governo. Per questo serve, rivela il Messaggero, una regia unica, possibilmente sotto la guida della Cdp, per garantire uno sviluppo industriale del Paese caratterizzato da una efficiente rete di telecomunicazioni.

Nella società della rete, si legge nel documento, dovrebbero finire circa 30 mila dipendenti del gruppo Tim. Un numero rilevante, che dovrebbe essere sostenuto da un fatturato di 5 miliardi l’anno con un margine operativo di almeno 2 miliardi. Nella società della rete finirebbero tutti gli asset, dal rame alla fibra, dai cabinet nelle strade fino ai cavidotti. Il tutto valutato circa 15 miliardi.

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