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Economia
Tim, soci verso la pace definitiva. Eliott e Vivendi studiano un piano comune

Una pace vera, un deporre le armi e trovare un accordo definitivo per la governance del gruppo, un'intesa di cui il ritiro della revoca del consiglio di amministrazione a marzo di quest'anno da parte di Vivendi è stato solo l’antipasto. 

Secondo quanto riferisce Bloomberg, il fondo attivista Elliott e il gruppo francese Vivendi che fa capo alla famiglia Bollorè starebbero per raggiungere un compromesso sulla governance di Telecom, dopo mesi di guerre e schermaglie. I due maggiori soci di Telecom Italia sarebbero pronti a condividere infatti un piano comune per portare avanti la strategia dell'azienda.

telecom ape
 

Eventuali cambiamenti nel board potrebbero essere discussi entro fine mese. Secondo l’agenzia statunitense, che cita una fonte anonima a conoscenza della vicenda, i dettagli non sono ancora stati finalizzati e potrebbero ancora cambiare.

Al centro del nuovo scenario, secondo quanto confermato da alcune fonti a Radiocor, ci sarebbe anche il via libera del gruppo francese sull'operazione allo studio di combinazione delle reti tra Tim e Open Fiber. Operazione che, secondo gli ultimi rumors, dovrebbe avvenire mantenendo la rete sotto il controllo del gruppo Telecom Italia.

Nelle trattative di pace tra i due ex antagonisti entrerebbe anche il rinnovo del consiglio con il possibile passo indietro di amministratori in quota Elliott. L'eventuale intesa si gioca su un terreno molto delicato alla luce dell'eventualità, in caso di accordo, che sia riscontrato concerto tra i due, ipotesi che farebbe scattare l'obbligo di opa visto che i due azionisti superano assieme la soglia del 25%.

vincent bollore arnaud de puyfontaine
 

Ma da quando in primavera Vivendi, che è il primo azionista nel capitale di Tim con il 23,943%, ha capito di non avere l'appoggio necessario degli altri soci per influire sulla governance, ha cercato dopo mesi di scontri di allinearsi su un approccio comune per dare risposta ai numerosi problemi dell’azienda, fra cui le quotazioni di un titolo ai minimi storici (non viene distribuito un dividendo regolare da sei anni) che riflettono, a fronte di uno dei debiti più alti fra le compagnie telefoniche europee, una redditività stagnante e una bassa marginalità su cui l’amministratore delegato Luigi Gubitosi sta cercando di rilanciare per il momento attivando principalmente la leva dei costi e portando avanti le operazioni straordinarie per tagliare il debito. Dopo la vendita di Persidera, se l'operazione con Open Fiber, non sembra ancora arrivata alla svolta, va avanti invece la definizione dell'accordo con Vodafone Italia. Al prossimo consiglio del 27 giugno, come annunciato da Gubitosi, si farà il punto sulle operazioni in discussione. 

Restano sullo sfondo i problemi di concorrenza sulla rete fissa e mobile e il difficile spin-off della rete, operazione carica di incertezze politiche e regolamentari. 

La pace completa su Tim (Elliot vuole comunque mantenere la presa sul board di Tim) ha messo le ali al titolo stamattina in Borsa.

Le azioni sono state sospese per eccesso di rialzo, dopo esser cresciute del 5.6%, il migliore guadagno intraday degli ultimi quattro mesi. In base delle raccomandazioni degli analisti finanziari che coprono il titolo Tim su 18 giudizi ve ne sono 11 positivi, 5 neutrali e 2 negativi, con un target price medio a dodici mesi di 0,63 euro. Ai livelli correnti il titolo tratta circa 7,5 volte gli utili attesi (pari in media a 6 centesimi per azione).

Il fondo di Paul Singer entrò nel capitale di Telecom Italia nel marzo dello scorso anno, salendo rapidamente sino al 9,547% ed ottenendo in seguito, grazie al voto favorevole di Cassa depositi e prestiti (a sua volta entrata col 5,031%) e di molti fondi azionisti, il controllo del board.

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