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Economia
Tim, spin off della rete con l'aiutino.Il piano Altavilla con Mediaset. Rumors
Foto LaPresse

L'infrastruttura di rete appartiene ad una società privata Tim e non può essere espropriata. La rete, però, può essere acquistata. La novità del tentativo del governo Conte, o meglio, del ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio, è questa e per riuscirci sono necessari due presupposti: il primo è che i soci di Tim vogliano vendere (e a quanto pare, stando anche al piano per Tim annunciato a maggio, il fondo Elliott è d'accordo), il secondo è che ci sia qualcuno, meglio se un soggetto pubblico, che sia in grado di comprare. Lo scrive Il Messaggero aggiungendo che con una norma il governo vuole risolvere questo rebus. Innanzitutto il governo darà più poteri all'Agcom, l'unica titolata ad occuparsi di questioni regolamentari, per "convicere" Tim a separare la sua rete.

telecom ape (2)
 

L'emendamento del governo dirà anche che se Tim separa la sua rete e la unisce alle altre presenti sul mercato (ossia Open Fiber, che fa capo a Enel e Cdp), allora l'Autorità potrà concedere alla nuova rete tariffe più vantaggiose. A patto, però, che la rete non sia controllata da Tim ma da soggetti terzi. La tariffa più vantaggiosa non è indicata nell'emendamento, ma è la Rab, che significa "regulated asset base", la stessa applicata, per esempio, a Terna e ad Autostrade, e che permette di finanziare in tariffa, dunque sulle bollette di chi usa l'infrastruttura, tutti gli investimenti.

Convincere Telecom a scorporare la rete offrendo tariffe più alte è uno scambio che può funzionare. Anche per Vivendì sarà difficile dire no ad un'offerta tanto vantaggiosa. Il primo passaggio, dunque, dovrebbe essere lo scorporo della rete, che potrebbe essere distribuita "pro quota" ai singoli azionisti della casa madre: da Elliot, a Vivendi, fino alla stessa Cdp.

telecom ape (1)
 

A quel punto ci dovrebbe essere la fusione con Open fiber, che verrebbe resa obbligatoria per il fatto che due reti, ossia la concorrenza, sono secondo il governo inefficienti. Infine, l'Authority dovrebbe concedere la Rab.

A questo punto Cdp potrebbe facilmente emettere un bond (garantito dalle tariffe) per finanziare l'acquisto in tutto o in parte della rete e, magari, conferirla a Cdp Reti. Tra gli ostacoli ci sarebbe la tenuta giuridica dell'impianto di fronte a Bruxelles, che deve comunque autorizzare tutta l'operazione ma anche dubbi a livello politico. Il vicepremier Matteo Salvini per ora, a differenza di Di Maio, tace ma avrebbe dato mandato ad alcuni suoi deputati di approfondire la questione.

L'ANDAMENTO IN BORSA DI TIM/ Prevalgono le vendite su Telecom che ieri aveva vissuto una giornata sull'ottovolante (+1,4% sul finale) nel giorno della sfiducia del cda all'ad Amos Genish. Le azioni sono oggi in coda al listino con un calo del 4% a 0,5164 euro, dopo la corsa della scorsa settimana sulle voci dell'imminente uscita del manager.

Intanto, mentre nei prossimi quattro giorni il consiglio di amministrazione di Tim dovrà nominare un nuovo amministratore delegato dopo aver dimissionato Amos Genish, spuntano le prime indiscrezioni sulle prossime mosse del gruppo ispirate dal socio Elliott.

Stando ai rumors, per predere le redini della compagnia, è in pole position l'ex responsabile dell'area Emea di Fca Alfredo Altavilla, che siede nel board come indipendente.

Avrebbe la meglio su Rocco Sabelli, che ha fatto sapere di non essere della partita e sull'ex Ceo di Wind Luigi Gubitosi ora alle prese, come commissario, con la chiusura del dossier Alitalia, spina nel fianco del governo Conte. 

"La scelta - dicono gli analisti di Equita Sim - a nostro avviso è da individuare principalmente nella volontà del cda di mettere a capo dell'azienda una persona che possa guidare il progetto di convergenza della rete fissa e di separazione della rete dal resto del business, che pare avere trovato un forte supporto politico e una chiara priorità nell'agenda di governo". Equita ritiene che il progetto possa creare valore, visto che "riduce il rischio competitivo di medio termine portato dalla coesistenza di due infrastrutture alternative e offre inoltre un quadro regolatorio piu' visibile agli investimenti nelle reti di nuova generazione".

C’è chi dice che Altavilla abbia già approntato un piano industriale con l’aiuto di Mediobanca. Un piano che, secondo indiscrezioni, oltre a spingere sulla separazione della rete e sulla trasformazione di Tim in service company prevederebbe anche un’alleanza (o addirittura una fusione) con Mediaset.

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