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Economia
Tim, debito giù e investimenti condivisi: perché farà lo spin-off della Rete

In una giornata decisamente sottotono per Piazza Affari e i listini europei, appesantiti dalle prime prese di profitto a Wall Street dopo il via libera alla riforma fiscale da parte del Senato Usa, Telecom Italia accelera al rialzo che risupera i 72,5 centesimi per azione con un guadagno di oltre il 2% rispetto alla vigilia a metà seduta. A far correre il titolo è l’autorizzazione data dal Cda all’amministratore Amos Genish a cercare di definire un accordo pluriennale con Mediaset (oggi in modesto rialzo in borsa) per la fornitura di contenuti non criptati, di film, di serie tv e di sport.

telecom ape (1)
 

Si tratta in pratica dell’offerta “di pace” di cui da tempo si parla che Vivendi, azionista di controllo di Telecom Italia col 24%, proporrà al gruppo della famiglia Berlusconi, per cercare di chiudere una diatriba che se risolta in tribunale (il 19 di dicembre è in calendario la prima udienza presso il tribunale di Milano) potrebbe comportare un esborso sino a 3 miliardi, pari ai danni chiesti da Fininvest e Mediaset al gruppo francese per non aver rispettato gli accordi che originariamente prevedevano l’acquisto del 100% di Mediaset Premium per 700 milioni di euro.

Rispetto alle voci riportate fino a pochi giorni fa, la fornitura pluriennale di contenuti cui i clienti Tim potranno accedere tramite decoder, smart tv, web e app mobile potrebbe comportare un esborso leggermente inferiore (si parla un minimo garantito di 400 milioni spalmati su 5-6 anni anzichè di 600 milioni su 6 anni) ma non riguarderebbe l’acquisto dei diritti per il girone di ritorno della Serie A Tim 2017/2018, delle fasi finali della Uefa Champions League e di altri eventi calcistici del 2018, come i Mondiali di Calcio, per i quali sarebbe in corso una trattative parallela.

vincent bollore arnaud de puyfontaine
 

Tim sta inoltre sta negoziando accordi analoghi con altri player di mercato, con Sky e Rai, così da potenziare la piattaforma TimVision e potenziare l’offerta Tim Show per il mobile. Nessuna menzione, per ora, per quanto riguarda possibili sinergie fra Tim e Mediaset Premium per quanto riguarda la partecipazione congiunta alla prossima asta per i diritti di Serie A per il triennio 2018-2021. Il Cda ha poi confermato, a maggioranza, la joint venture con Canal Plus (socio al 40%) pur riducendone la durata da 6 a 3 anni.

Questo non è bastato a superare le contrarietà dei sindaci, che pertanto si sono riservati di presentare esposto a Consob, ritenendo la controllata di Vivendi una parte correlata a “maggior importanza” (e non “minor importanza” come definita dal Cda). La notizia delle trattative con Mediaset piace comunque molto agli analisti sia di Banca Imi, che parlano di “logica strategica positiva” per entrambi i gruppi, sia di Mediobanca Securities, secondo cui è una conferma di come Genish stia accelerando sull’esecuzione del piano industriale del gruppo. Altra conferma viene dall’approvazione del budget preliminare al 2018 (il piano 2018-2020 sarà ufficialmente varato il 6 marzo prossimo), che riabdisce l’obiettivo di migliorare redditività e generazione di cassa così da far calare il rapporto debito/Ebitda sotto le 2,7 volte.

Un obiettivo, quest’ultimo, che se centrato garantirebbe a Telecom Italia il recupero del rating “investment grade” da parte di S&P’s e Moody’s e dunque un alleggerimento del costo del debito stesso, sottolineano gli analisti di Websim. Ultima ma non meno importante conferma è giunta infine sul tema della rete su cui il Cda non ha preso posizioni ufficiali ma continuerà a “vagliare le diverse ipotesi per stabilire se la separazione della rete sia necessaria per rispondere agli input delle istituzioni e per creare valore” per gli azionisti. Tradotto: la separazione della rete non è più un tabù, ma si aspetterà fino a dopo le elezioni (che dovrebbero tenersi in maggio) per decidere, assieme anche al nuovo governo, quale sarà la strada da seguire, così da chiudere anche la diatriba con le autorità italiane.

(Segue...)

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