Tlc, Mediobanca: no rivoluzione Iliad in Italia. Tim regge meglio l'impatto
I risultati dell'indagine annuale di R&S Mediobanca sulle tlc
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L'ingresso di Iliad nel mercato mobile italiano non lo rivoluzione come in Francia ma ha prodotto una perdita per le concorrenti di circa 300 milioni di euro se confrontiamo il fatturato aggregato del terzo trimestre del 2018 con quello dello stesso periodo 2017.
Nel periodo, dopo che il gruppo fondato da Xavier Niel ha fatto capolino lo scorso fine maggio nel nostro Paese, la contrazione più ampia del fatturato l'ha subita Wind 3, con 158 milioni di ricavi persi, segue Vodafone Italia (-111 mln) e in misura minore Tim (-33 mln). E' quanto emerge dall'indagine annuale di R&S Mediobanca sulle tlc. Tim si è dimostrata essere la più resiliente anche sul fronte delle quota di mercato.
L'arrivo della compagnia low-cost francese ha eroso ai tre competitor nel mobile circa 2,1 punti percentuali di quote di mercato: Tim è quella che ha sofferto di meno, passando dal 31,2% a fine giugno al 31% di fine settembre, primo operatore del Paese. Vodafone Italia è scesa dal 30% al 29,4%, Wind 3 dal 30,4% al 29,1%. L'impatto di Iliad, coi suoi oltre 2,2 milioni di clienti acquisiti, si è fatto sentire anche sul fronte Arpu (ricavi medi per unità), in discesa nel terzo trimestre per tutti gli operatori.
Se si raffronta invece il secondo trimestre 2018 con il terzo trimestre 2018, gli operatori sembrano aver retto bene: i ricavi del mobile di Tim sono saliti del 2,4%, quelli di Vodafone Italia del 2,5% mentre sono scesi dell'1,9% per Wind 3. L'impatto si e' fatto sentire anche sul fronte Arpu (ricavi medi per unità). I 2,23 milioni di clienti acquisiti dalla compagnia francese hanno portato ad una progressiva accelerazione nel calo dell'Arpu di tutti gli operatori, spingendo anche Telecom Italia e Vodafone a creare un secondo brand low-cost.
Per gli analisti di Mediobanca, l'ingresso di Iliad nel mercato italiano non ha provocato la stessa rivoluzione che c'era stata in Francia nel 2012. I ricavi della telefonia mobile nel quinquennio 2012-2016 sono stati infatti a prescindere in forte contrazione in entrambi i paesi (-21,2% in Francia e -21,1% in Italia).
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