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Economia
Tria: "Giù gap crescita con l'Ue". Conte: "Stime Fmi non considerano il Def"

"Ridurre sensibilmente, entro i primi due anni di legislatura, il divario di crescita con l'Eurozona e conseguire una prima diminuzione significativa del rapporto debito/Pil nell'arco del prossimo triennio, agendo sul denominatore". Sono gli obiettivi del governo illustrati dal ministro dell'Economia Giovanni Tria in audizione in Commissione Bilancio alla Camera sulla nota di aggiornamento al Def, obiettivi che il successore di Pier Carlo Padoan ha contrapposto alle strategie perseguite invece dai precedenti governi che agivano invece sul numeratore del debito/Pil. 

Per quanto riguarda le basi delle previsioni contenute all'interno della nota di aggiornamento, Tria ha spiegato che "rispetto al Def di aprile scorso, dove la crescita del Pil reale era indicata a 1,5% nel 2018, 1,4% nel 2019 e 1,3% nel 2020, il profilo tendenziale è oggi ampiamente mutato, con una drastica revisione che risente dell'indebolimento del commercio mondiale, probabilmente la guerra dei dazi ha influito con complessi effetti tramite le catene del valore".

Per il 2019, l'obiettivo di crescita è stato fissato all'1,5%, una stima, che ha precisato il numero uno del Tesoro, è "cauta e prudente", perché non tiene conto dell'effetto della crescita programmata sui saldi di finanza pubblica. In più "è calcolata incorporando livelli di spread che hanno caratterizzato le giornate di tensione sui mercati". 

Per il 2020 e il 2021 gli obiettivi di deficit/Pil sono del 2,1% e dell'1,8%. "Trovera' spazio anche qui - ha detto Tria - la riduzione degli aumenti dell'Iva per 5,5 miliardi e 4,4 miliardi", rispettivamente nei due anni.  Per il ministro le previsioni "potranno migliorare significativamente". 

"Come è noto la Commissione europea ha espresso preoccupazione" sul quadro programmatico delineato dalla Nota di aggiornamento del Def, ha aggiunto Tria. "Si apre adesso un confronto costruttivo con l'Europa che potrà valutare le fondate ragioni della strategia di crescita del governo delineata nella manovra. E in questo confronto desidero esprimere il mio accordo con il presidente della Camera sulla necessità di abbassare i toni", ha concluso il ministro augurandosi che "la Nota ponga basi per proficua sessione Bilancio". 

Conte: "Stime Fmi non considerano il Def"

Sul tema stime è intervenuto anche il premier Giuseppe Conte, parlando con i giornalisti al suo arrivo alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Firenze e rispondendo a una domanda sulla revisione della crescita del Pil da parte del Fondo monetario internazionale. 

"Le previsioni dovrebbero essere riaggiornate nel rispetto della nostra nota di aggiornamento del Def, le abbiamo esplicitate e ovviamente il rapporto deficit-Pil è il primo anno del 2,4%, però abbiamo già previsto che la nostra manovra al terzo anno scenda sotto al due", ha spiegato infatti Conte.

Il presidente del Consiglio ha aggiunto che al terzo anno "arriveremo intorno all'1,8%" del rapporto deficit-Pil. "Per quanto riguarda il rapporto debito-Pil noi lo conterremo - ha spiegato -. Il problema è semplicemente che se avessimo proseguito le manovre fin qui fatte saremmo sempre il fanalino di coda per quanto riguarda la crescita in Ue".

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