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Economia
Trump affonda le Borse, Milano -1,65%. Spread in leggero rialzo a quota 200
L'ingresso della Borsa di Milano in Piazza Affari.

 

Seduta frenetica per le Borse europee che hanno cambiato piu' volte direzione, chiudendo alla fine in calo, strette tra il nuovo capitolo del braccio di ferro commerciale Stati Uniti-Cina, il discorso del presidente della Fed Jerome Powell a Jackson Hole e i commenti pesantissimi di Donald Trump. I listini (Milano -1,65%, Parigi -0,95%, Francoforte -1,07%, Madrid -0,6% e Londra -0,47%) erano partiti in rialzo, poi hanno invertito bruscamente rotta dopo che la Cina ha imposto nuovi dazi su importazioni americane per 75 miliardi di dollari, hanno ritrovato quota con Powell, che si e' impegnato ad agire in modo appropriato e con stimoli maggiori per l'economia americana, ma hanno finito in discesa dopo i commenti del presidente americano su Cina e Fed. "La mia sola domanda e', chi e' il nostro piu' grande nemico, Jay Powell o il presidente Xi?", ha scritto su Twitter Donald Trump, da un lato dicendo che Powell "non ha fatto niente, come al solito", mentre sulla Cina ha detto che "l'America puo' fare a meno di Pechino" invitando alle aziende americane "di cercare alternative" e preannunciando una risposta a Pechino gia' in giornata.

A Piazza Affari i riflettori sono rimasti puntati sugli sviluppi della crisi di Governo: Sergio Mattarella ha dato del tempo ai partiti per cercare di formare un nuovo esecutivo con un programma forte e oggi il primo incontro tra Pd e 5 Stelle e' andato bene. Lo spread, piu' influenzato dalle vicende politiche che dal tema commerciale, si e' mosso poco e ha finito in leggero rialzo a 200 punti, dai 199 di ieri, ma restando ai minimi da fine luglio. I titoli del Ftse Mib sono stati orientati dai due temi di giornata: deboli le banche (Bpm +0,06%, Bper -0,85%, Unicredit -3,1%, Ubi -2,06% e Intesa Sanpaolo -1,99%), in attesa di novita' sulla crisi, e sono andati male i titoli esposti al tema dazi, a partire da tecnologi (StMicroelectronics -4,45%), auto (Pirelli -2,91% e Fca -2,17%) e lusso (Ferragamo -1,49%). Sul fronte valutario l'euro riaggancia quota 1,11 e vale 1,1142 dollari (1,1069 all'avvio e 1,108 ieri) e vale 117,599 yen (106,6 in apertura e 106,44 ieri), mentre il dollaro-yen e' pari a 105,532. Petrolio in calo, visto che i dazi cinesi colpiscono anche le importazioni di greggio (-2,96% i future del Wti a ottobre, -1,92% i pari scadenza del Brent).

I nuovi dazi annunciati da Pechino, che includono tariffe del 5% per le importazioni di petrolio americano, hanno inciso sul prezzo del Wti (ha ceduto piu' del 3%) e del Brent (-2%) e di conseguenza sui titoli del comparto (l'Euro Stoxx 600 di settore ha finito a -1,47%). Anche a Piazza Affari, quindi, gli andamenti sono stati simili con Saipem (-2,1%), Eni (-1,28%) e Tenaris (-1,54%) sotto pressione. Sul Ftse Mib la migliore e' stata Recordati (+1,19%), seguita da Juventus (+1,09%), che allunga ulteriormente la serie positiva e porta a oltre il 12% il rialzo dal 14 agosto. Hanno tenuto anche le utility, premiate come spesso accade ai titoli difensivi in sedute turbolente come quella odierna (Terna +0,11%, Italgas -0,1%, Hera -0,29%). Fuori dal listino principale, buon rialzo per Trevi (+2,26%): il Cda del gruppo ha ricevuto una comunicazione con cui i membri della famiglia Trevisani, storici azionisti di controllo della societa', hanno presentato un'ipotesi di adesione agli accordi per la realizzazione della manovra finanziaria necessaria per il salvataggio e il rilancio del gruppo.

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