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Economia
Trump blinda il tech Usa contro gli investimenti cinesi. Lunedì nero in Borsa
Donald Trump e Xi Jinping (foto Lapresse)

Non solo dazi. La politica commerciale degli Stati Uniti nei confronti della Cina si sta rivelando una vera e propria chiusura dell'economia a stelle e strisce nei confronti degli investimenti di Pechino. Politica che oggi ha innescato una pioggia di vendite sulle Borse europee dopo i piani dell'amministrazione Trump, svelati dal Wall Street Journal, per frenare l'avanzata della Cina nei settori ad alta tecnologia. La Casa Bianca avrebbe intenzione di controllare gli investimenti cinesi nelle aziende tecnologiche statunitensi.

FIAMMATA SPREAD A 253 PUNTI/ Inizio di settimana all'insegna della debolezza per il secondario italiano, su cui continuano a pesare i timori degli investitori per le politiche economiche promesse dal governo Lega-M5S. La Lega continua a guadagnare consensi promuovendo una linea dura contro l'immigrazione, tema su cui l'Ue non riesce a trovare un accordo e che mette a rischio anche la tenuta del quarto governo guidato da Angela Merkel in Germania. Ad alimentare gli acquisti di asset rifugio Bund compreso, contribuiscono le tensioni
commerciali tra Ue ed Usa. Ad appesantire il mercato italiano anche l'avvicinarsi delle aste di fine mese di titoli italiani.
Al centro delle preoccupazioni degli investitori resta comunque la dichiarata volontà del nuovo governo di mandare in soffitta le politiche di contenimento della spesa pubblica, nonostante le rassicurazioni fornite dal titolare dell'Economia Giovanni Tria. In un clima di avversione al rischio, lo spread di rendimento tra Btp e Bund a 10 anni si è allargato in mattinata fino a 253 punti base, record da due settimane, per poi chiudere a 249 pb da 237 punti base di venerdì sera. In allargamento di una decina di punti base a quota 147 pb lo
spread Italia Spagna sul tratto decennale. Il tasso del decennale italiano ha terminato la seduta a 2,817 da
2,699% di venerdì sera.

La notizia ha aumentato ulteriormente le tensioni tra gli Stati Uniti e i partner commerciali. Il dipartimento del Tesoro americano sta lavorando su limiti legislativi che non permetterebbero ad aziende con una proprietà cinese superiore al 25% l'acquisto di aziende americane che producono "tecnologie significative per l'industria", ha dichiarato un funzionario del governo domenica. Un altro articolo pubblicato dal Wall Street Journal ha reso noto che il dipartimento americano per il Commercio e il Consiglio di sicurezza nazionale hanno proposto "maggiori" controlli per evitare che tali tecnologie siano trasferite in Cina.

"Il catalizzatore della debolezza sono gli articoli che fanno riferimento ai piani della Casa Bianca di aumentare le restrizioni sugli investimenti cinesi negli Stati Uniti e di limitare le esportazioni di tecnologia verso la Cina. In più, la retorica dell'Unione europea continua a essere dura", scrive Peter Cecchini, chief market strategist di Cantor Fitzgerald a New York.

Tutto questo arriva a questo a pochi giorni dall'entrata in vigore dei dazi americani contro la Cina (partiranno il 6 luglio) e dopo le nuove minacce del presidente, Donald Trump, contro il comparto auto europeo. Harley-Davidson, intanto, ha annunciato che trasferira' fuori dagli States la produzione di motociclette destinate all'Unione europea, che a sua volta ha imposto dazi su vari prodotti americani in risposta a quelli su acciaio e alluminio fatti scattare il primo giugno scorso.

Milano e Francoforte hanno accusato le performance peggiori, penalizzate entrambi dalle incertezze politiche, legate soprattutto al tema dei migranti. Tema che sta sta indebolendo la coesione della coalizione tedesca guidata da Angela Merkel. In Germania, in piu', ha destato preoccupazione l'andamento dell'indice tedesco Ifo, quello che misura la fiducia delle imprese e che a giugno e' sceso a 101,8 punti dai 102,3 di maggio.

Per altro negli ultimi sette mesi, l'Ifo ha registrato ben sei ribassi. Il Ftse Mib ha lasciato sul parterre il 2,44%, mentre e' risalito lo spread a 251 punti. A Piazza Affari Prysmian (-10%) ha accusato la performance peggiore del listino, dopo che i vertici dell'azienda di cavi hanno lanciato un profit warning sui numeri di fine anno, mettendo in conto 50 milioni di costi extra per i problemi emersi al collaudo del cavo di collegamento tra Scozia e Galles.

Sono andate male le azioni delle banche, anche se Bper ha arginato i danni al 2%, continuando a beneficiare della notizia che Unipol e' salita al 14,2% del capitale con l'obiettivo di incrementare la quota fino al 19,9%. E' invece andata in controtendenza Campari (-0,22%). Sul fronte dei cambi, l'euro si e' rafforzato a 1,2691 dollari (1,1651 venerdi' sera), proseguendo la strada del recupero imboccata venerdi'. La moneta unica vale inoltre 128,14 yen (128,15), mentre il dollaro-yen e' pari a 109,60 (109,97). Il petrolio cede punti: il wti, contratto con consegna a settembre, arretra dello 0,59% portandosi a 67,23 dollari al barile.

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