Trump contro la Cina: "Rubate i brevetti Usa". Pronti dazi per 50 miliardi
Trump vuole imporre ancora dazi e sanzioni alla Cina, accusata di rubare i brevetti Usa. Secondo la Bce, "la crescita mondiale dovrebbe restare stabile"
Un conto per la Cina da almeno 50 miliardi di dollari l'anno tra dazi, multe e restrizioni commerciali per punire il furto di tecnologia e segreti industriali che privano le imprese americane di miliardi di dollari e hanno fatto eliminare migliaia di posti di lavoro. Il presidente Usa, Donald Trump, va ancora all'attacco di Pechino, firmando oggi, ha reso noto la Casa Bianca, dettagliando l'agenda ufficiale del presidente, un memorandum contro "l'aggressione economica del Paese".
Si tratta della misura economica certamente più aggressiva presa da Trump contro un rivale economico in rapida ascesa. Le misure sarebbero mirate ai prodotti cinesi importati in ben 100 categorie - dalle scarpe all'abbigliamento fino all'elettronica - con restrizioni agli investimenti cinesi negli Stati Uniti.
Di dazi e della possibile guerra commerciale conseguente si parlerà sicuramente anche al Consiglio europeo che si apre oggi a Bruxelles, presente il premier, Paolo Gentiloni. Pechino ha esortato il presidente americano a non agire in modo "emotivo" mentre l'annuncio sui dazi contro la Cina ha portato alle dimissioni del capo dei consiglieri economici di Trump, Gary Cohn, e ad un'ondata di vendite sulle Borse mondiali per il timore di una guerra commerciale.
Il deficit commerciale Usa nei confronti della Cina ha raggiunto il valore record di 375 miliardi di dollari lo scorso anno. In attesa dell'annuncio ufficiale, Pechino ha lanciato un duro monito: ha fatto sapere di essere "fortemente contraria all'unilateralismo e al protezionismo commerciale degli Stati Uniti" per l'utilizzo della sezione 301 dello Us Trade Act da parte degli Stati Uniti, che permette indagini e l'imposizione di sanzioni, scrive sul proprio sito web il Ministero del Commercio.
"La Cina non potrà mai ignorare i propri diritti e interessi legittimi, ma prenderà certamente tutte le misure necessarie" per la difesa dei propri interessi e diritti. In un altro messaggio rivolto a Washington, il Ministero del Commercio di Pechino ha accusato gli Usa di avere "ripetutamente abusato" delle regole del commercio internazionale, dopo un verdetto dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, Wto, contro i dazi anti-sussidi varati nell'era in cui alla Casa Bianca c'era il predecessore di Donald Trump, Barack Obama. "Il verdetto dimostra che gli Stati Uniti hanno violato le regole del Wto", spiegano da Pechino, "hanno ripetutamente abusato delle misure di rimedio commerciale, che hanno seriamente danneggiato la natura giusta ed egualitaria del Commercio internazionale e indebolito la stabilità del sistema di commercio multilaterale".
Per il momento, però, i dazi di Trump e in particolar modo quelli sull'acciaio e l'alluminio non impatteranno sulla crescita mondiale. Secondo la Bce, infatti, l'aumento del Pil globale "dovrebbe restare sostanzialmente stabile nell'orizzonte temporale di previsione". Il Bollettino economico dell'Eurotower diffuso questa mattina in cui si osserva come le proiezioni macroeconomiche formulate a marzo 2018 dagli esperti della Bce prevedono un aumento della crescita in termini reali del Pil mondiale (esclusa l'area dell'euro) dal 3,8 per cento nel 2017 al 4,1 per cento nel 2018, e un successivo calo fino al 3,9 nel 2019 e al 3,7 nel 2020.
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