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Economia
Trump: Wikileaks ora lo incalza, caccia a dichiarazione redditi

I redditi di Donald Trump tornano a far capolino nel dibattitto Usa. Dopo aver messo in difficoltà Hillary Clinton pubblicando le e-mail dei Democratici durante la campagna elettorale per le presidenziali americane, Wikileaks adesso punta le armi sull'uomo che siede alla Casa Bianca.

L'organizzazione guidata da Julian Assange che sta per consegnarsi alle autorità Usa dopo la grazia a Chelsea Manning ha reagito alla notizia che il presidente, Donald Trump, non renderà pubblica la sua dichiarazione dei redditi e ha scatenato i suoi follower, ovviamente chi ne sia impossesso: "Mandateceli, li pubblicheremo", si legge in un tweet dell'organizzazione.

Secondo Wikileaks, il fatto che Trump non voglia renderle pubbliche "è anche piu' ingiustificato della Clinton che nascose i suoi discorsi ai banchieri di Goldman Sachs". Il tema dei redditi di Donald Trump era scoppiato in campagna elettorale dopo la notizia che il tycoon newyorkese, contrariamente a quanto fatto dagli altri conadidati, non aveva reso pubbliche le dichiarazioni dei redditi passati, eccezion fatta per quella del 2015 da cui risultava che il suo reddito era stato di 557 milioni di dollarì, ribadendo che che la sua fortuna superava i 10 miliardi di dollari, una somma di oltre due volte superiore a quella di stime indipendenti.  

A ottobre dello scorso anno, a un mese dunque dal voto, il New York Times aveva pubblicato la dichiarazione dei redditi di Trump per il 1995 e dall'analisi dei documenti effettuata da esperti consultati dal giornale emergeva che l'immobiliarista ora presidente degli Stati Uniti aveva usufruito di una detrazione tale che potrebbe poi avergli concesso, in maniera legale, di non pagare le imposte federali sul reddito per 18 anni.

I documenti ottenuti dal New York Times non erano mai stati resi pubblici prima e mostravano che nella dichiarazione dei redditi per il 1995 di Donald Trump risulta una perdita pari a 916 milioni di dollari e una deduzione fiscale di quella entità - si spiegava - potrebbe appunto avergli consentito di godere legalmente dello sconto sulle imposte federali per quasi due decenni successivi.

Sebbene infatti il reddito di Trump soggetto a tassazione per gli anni successivi resti sconosciuto, dichiarare una tale perdita per quell'anno potrebbe averlo messo nelle condizioni di cancellare oltre 50 milioni di dollari all'anno di reddito imponibile per oltre 18 anni. Gli esperti fiscalisti interpellati dal New York Times avevano sottolineato come alcune regole fiscali particolarmente vantaggiose per i più facoltosi avrebbero potuto consentitre a Trump di utilizzare la perdita dichiarata per cancellare una somma equivalente di reddito imponibile in un periodo di 18 anni. Ora la battaglia sui redditi dell'inquilino della Casa Bianca torna ad animarsi, mettendo nel mirino quelli dello scorso anno. 

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