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Economia
Turchia, nuovo Ko della lira. Erdogan contro gli Usa. Borse giù. Spread a 280

La Turchia indaga sugli "attacchi alla sicurezza economica" del Paese, mentre il presidente Recep Tayyip Erdogan assicura che l'economia di Ankara e' forte e continua ad attaccare gli Usa: "Da un lato siete con noi nella Nato e agite come un partner strategico, ma dall'altro cercate di pugnalare alle spalle un vostro partner strategico", ha tuonato il presidente.

Oggi ad Ankara c'e' il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, ma il Cremlino assicura che Erdogan "non ha chiesto aiuto a Putin" nella telefonata di venerdi' tra i due leader, nel bel mezzo della crisi della lira. Erdogan ha assicurato che "i fondamentali dell'economia turca sono forti", e che si tratta di una "economia resiliente. Ci troviamo di fronte a un incidente unico. Contro questi attacchi, il ministero del Tesoro sta analizzando tutte le misure necessarie. Dobbiamo andare avanti, ci saranno altri piani da attuare in futuro", ha annunciato il presidente, e ha assicurato: "Affronteremo il crollo della moneta". Il presidente ha infine avvertito: "Non dovremo mai scendere a compromessi e mai abbandonare i nostri ideali di libero mercato".

La Procura di Istanbul intanto ha aperto un'indagine sulle azioni che mettono a repentaglio "la sicurezza economica", mentre l'authority turca delle finanze sta indagando sulle "fake news" tese a creare panico e aumentare l'incertezza. "Il diritto penale e il diritto bancario ci consentono di perseguire coloro che pongono in essere azioni che minacciano la sicurezza economica del Paese, attraverso la manipolazione della realta' diffusa via media e social media: azioni che fanno parte di un piu' ampio attacco che la Turchia sta subendo, un attacco che, dopo il golpe del 2016, torna a mettere a repentaglio la pace sociale e la sicurezza economica del nostro Paese", si legge in comunicato della procura di Istanbul.

Nel mirino sono finiti "346 account di social network che hanno condiviso messaggi per provocare l'aumento del dollaro". Separato procedimento e' quello che e' stato aperto dall'Authority turca per i reati finanziari (Masak) contro le fake news diffuse negli ultimi giorni e mirate a una manipolazione e una mistificazione della situazione economica. "Masak ha aperto un fascicolo di indagine a carico di persone fisiche e non che diffondono notizie false, come ad esempio la notizia circolata nei giorni scorsi e priva di qualsiasi fondamento, dell'intervento statale per convertire conti bancari in valuta straniera in lira turca per far crescere la valutazione della lira"

Intanto, sui mercati valutari si consuma l'ennesima giornata di passione per la lira turca. La valuta è schizzata di nuovo al ribasso, sfondando anche quota 7 al cambio con il dollaro e riducendo soltanto parzialmente le perdite in mattinata.  Nel pomeriggio la moneta si attesta a 6,87 sulla divisa Usa. Da giovedì mattina la lira ha perso oltre un quarto del proprio valore, più del 40% se si guarda soltanto all'ultimo mese. Tensioni su cui è intervenuto il presidente Erdogan, da un lato assicurando che "i fondamentali della nostra economia sono molto forti" e per quanto riguarda la crisi della lira turca "faremo il possibile per risolvere la questione", dall'altro puntando il dito contro gli Stati Uniti.  "Siamo assieme nella Nato e poi cercate di accoltellare il vostro partner strategico alle spalle. Può una cosa del genere essere accettata?", ha detto Erdogan.

Altro segnale di allarme è che, con il calo, la lira è scivolata oltre quota 7,1, la soglia in corrispondenza della quale gli analisti di Goldman Sachs avevano avvertito che tutti gli eccessi di capitale delle banche turche sarebbero stati erosi. Anche per questo la Banca Centrale del Paese è dovuta intervenire con una sorta di whatever it takes in salsa turca, annunciando che prenderà "tutte le misure necessarie" per assicurare la stabilità finanziaria dopo la crisi della lira. Parole che però hanno contribuito ben poco ad argnare la sua caduta. Anche la Ue ha fatto sentire la propria voce. "Siamo consapevoli del potenziale impatto sulle banche europee dell'evoluzione della lira turca", ha dichiarato in conferenza stampa un portavoce della Commissione europea.

L'impatto sulle Borse delle tensioni turche è negativo. Seduta debole infatti per le principali piazze europee che comunque recuperano parzialmente terreno nel pomeriggio grazie all'apertura sopra la parita' di Wall Street, dove - piu' della crisi turca - tiene banca soprattutto il possibile delisting di Tesla. Migliora nel finale anche il listino di Istanbul, che chiude con un ribasso del 2,38% mentre la lira turca vale 6,93 dollari (in apertura aveva anche sfondato quota 7). A Milano, dove lo spread Btp-Bund archivia la giornata in rialzo a 278 punti base (ma in giornata ha sfondato quota 280), il listino principale cede lo 0,58% appesantito soprattutto dalle banche e da Unicredit (-2,6%) che sconta ancora la propria esposizione sulla Turchia.
 

 

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