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Economia
Ubi Banca, si sblocca il dossier "Good bank": la Bce riduce le richieste

Avvio di giornata prudente per Ubi Banca, dopo che varie fonti di stampa hanno riferito di come l’amministratore delegato Victor Massiah abbia avuto negli ultimi giorni contatti coi rappresentanti della Banca Centrale europea per definire gli ultimi dettagli in merito all’acquisizione di tre delle quattro “good bank” italiane sorte dalle ceneri delle “risolte Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e CariFerrara.

Mentre il destino di quest’ultima non è ancora chiaro (si è parlato di un interesse da parte dei fondi Apollo e Lone Star oltre che di Cariparma-Credit Agricole, piuttosto che di un nuovo intervento del Fondo di garanzia sui depositi), Massiah avrebbe raggiunto una intesa massima ad un via libera della Bce all’acquisizione di Banca Marche, Banca Etruria e CariChieti, previa parziale pulizia delle ulteriori sofferenze accumulate da inizio anno ad oggi.

Non è peraltro chiaro a chi le sofferenze verranno cedute, anche se si è parlato del Fondo interbancario di tutela dei depositi come potenziale acquirente di una parte dello stock di Npl, né a che prezzo avverrebbe la transazione (gli Npl delle quattro banche risolte vennero ceduti al 22% del valore lordo di libro), posto che da tempo i principali operatori di mercato, in grado di rilevare senza problemi volumi anche importanti di Npl, hanno chiarito di non essere disposti a offrire le valutazioni (attorno al 35%-40% del valore lordo di libro) che servirebbero alle banche italiane per evitare l’aprirsi di ulteriori voragini in bilancio.

Da parte sua la Bce avrebbe peraltro accettato di ridurre la ricapitalizzazione dei tre istituti a cui dovrà provvedere Ubi Banca a 300 milioni, ovvero la metà rispetto alle ipotesi iniziali, il che fa pensare che rispetto alle ipotesi circolate di cessione di 1-1,5 miliardi di “nuovi” Npl (di cui poco più di 500 milioni relativi a sofferenze vere e proprie) si potrebbe giungere ad una cartolarizzazione con applicazione, per la tranche senior, delle Gacs, che hanno già consentito a Banca popolare di Bari di vendere un portafoglio di 480 milioni di euro di Npl al 30% del valore lordo di libro.

Questo, e l’eventuale ricorso al fondo Atlante per la tranche mezzanine, secondo lo schema già proposto nel caso della cessione di sofferenze prevista da Mps, dovrebbe consentire di ridurre il gap rispetto al valore cui i crediti sono iscritti a bilancio, gap per colmare il quale Ubi Banca dovrà poi procedere, appunto, alla ricapitalizzazione chiesta dalla Bce. La parola fine alla vicenda potrebbe arrivare la prossima settimana, quando il Cda di Ubi Banca farà il punto sulla vicenda. Dopo, con tutta probabilità, Victore Massiah si metterà alla finestra, essendo ulteriori acquisizioni improbabili prima di 12-18, tempo necessario a portare a termine la riorganizzazione del gruppo secondo il modello di banca unica e ad integrare le tre “good bank”, operazione delicata anche perché non potrà essere priva di ricadute anche sul piano occupazionale.

Luca Spoldi

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