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Economia
Ubi: utili a 82,2 mln, sopra le attese degli analisti. Massiah: trend positivo

Utile in salita a 124,9 milioni con utile netto contabile a 82,2 milioni, influenzato dall’accordo sindacale. Il trimestre è caratterizzato dalla crescita del margine d’interesse – conseguenza della strategia di salvaguardia degli spread posta in essere a partire dal secondo semestre 2018 –, dalla tenuta delle commissioni, dall’ulteriore contrazione degli oneri operativi e dal contenimento delle rettifiche su crediti.

Ubi Banca ha chiuso il primo trimestre dell'anno con un utile netto di 82,2 milioni, in calo del 30,1% rispetto allo stesso periodo del 2018 ma al di sopra dei 62 milioni previsti dal consensus degli analisti. Sul risultato pesa la contabilizzazione di 42,6 milioni netti relativi all'accordo sindacale siglato nel mese di marzo. L'utile al netto delle poste non ricorrenti è pari a 124,9 milioni, a fronte dei 121 milioni del primo trimestre 2018.
I proventi operativi sono rimasti pressoché stabili (-0,5%) a 920,6 milioni, contro gli 895 milioni previsti dal mercato, con margine di interesse a 445,6 milioni (+1,8%, il consensus era di 436 milioni) e commissioni nette a 401 milioni (-1,6%, consensus a 396). In calo del 2,9% a 604,8 milioni gli oneri operativi (consensus a 606 milioni), per un rapporto cost/income sceso al 65,7%.

“Chiudiamo la prima trimestrale 2019 confermando il trend positivo del 2018”, ha dichiarato il Consigliere Delegato di Ubi Banca Victor Massiah. “Incremento dei ricavi e soprattutto incremento del margine di interesse proprio nella sua componente commerciale Abbiamo anche un’ottima tenuta della componente commissionale e una buona prestazione per quanto riguarda i risultati della finanza, quindi nell’insieme sono risultati molto soddisfacenti”. Massiah ha fatto sapere che continua il controllo della componente costi e ha sottolineato il dimezzamento confronto all’anno scorso dei tassi di default, cioè la percentuale di credito che passa a non performing dalla componente in bonis: “Questa si è più che dimezzata in confronto all’anno scorso, un segnale veramente molto buono”.

Sul nuovo Piano Industriale atteso, Massiah ha commentato: “Il nuovo consiglio ha meditato e sta sostanzialmente guidando verso uno scenario economico estremamente conservativo. Ritengo che andremo verso un'ipotesi con tassi che rimangono negativi per tutto il 2019 e che comunque in arco piano non vanno sopra lo zero. Il piano cercherà di andare a identificare nuove forme di ricavi che ci permetteranno comunque di crescere. D’altra parte – e torno ai risultati di questo trimestre – in un contesto di tassi negativi, siamo comunque riusciti a far crescere i ricavi e questo non è poco”.

A proposito del tema crescita, Massiah si è detto preoccupato dal tasso demografico: “Questo è un Paese che non fa bambini e che difficilmente può crescere. Se è vero che il saldo complessivo è di crescita demografica negativa, devono essere altre le componenti che permettono di rilanciare l’economia del Paese e di ottenere maggiore produttività. In un contesto complesso come quello di questi giorni che vede la guerra dei dazi tra USA e Cina, bisogna puntare di più sulle aziende che sono uscite rafforzate dalla crisi e ricominciare a fare figli”.

VIDEO - Massiah: "Trend positivo nella prima trimestrale 2019"

Ubi Banca: i risultati del primo trimestre 2019

Nel dettaglio, il margine d’interesse, nonostante una penalizzazione di -2 milioni derivante dall’introduzione dell’IFRS16 nel 1trim2019, si è attestato a 445,6 milioni (+1% vs 4trim2018 e +1,8% vs 1trim2018), con le seguenti componenti:

  • al netto degli impatti propri dell’applicazione dell’IFRS9, il margine derivante dall’attività di intermediazione creditizia con la clientela si è attestato a 383 milioni (incluso l’effetto di -2 milioni derivante dall’IFRS16) rispetto ai 381 milioni circa del 4trim2018 e ai 380 del 1trim2018, nonostante minori volumi medi di impiego. La strategia di salvaguardia degli spread posta in atto a partire dal secondo semestre 2018 ha infatti dispiegato i suoi effetti. Il mark up delle nuove erogazioni di crediti a medio lungo termine è risultato in crescita e superiore a quello degli impieghi in scadenza, mentre il costo del funding è rimasto pressoché stabile in termini di mark down rispetto al 4trim2018, nonostante le nuove emissioni sui mercati istituzionali. Conseguentemente, la forbice clientela è salita a 176 punti base dai precedenti 173 e dai 170 nel 1trim2018, con effetto positivo sull’andamento del margine da intermediazione con la clientela.
  • il contributo delle attività finanziarie si è attestato a circa 44 milioni, pressoché invariato rispetto al 4trim2018.
  • il risultato dell’attività sull’interbancario, che comprende tra l’altro il beneficio del TLTRO2, parzialmente compensato dal costo degli abbondanti depositi di liquidità mantenuti presso la BCE, ammonta a -7,9 milioni nel 1trim2019 rispetto ai -6,2 milioni del 4trim2018 (+1,7 milioni del 1trim2018), con un differenziale negativo che riflette la maggior attività in pronti contro termine con controparti istituzionali.

Il risultato della finanza è stato positivo per +37,4 milioni nel 1trim2019, superiore sia al dato del 4trim2018 (negativo per -6,8 milioni) che a quello del 1trim2018 (positivo per +34 milioni), quale sintesi degli andamenti seguenti:

  • il risultato da cessione/riacquisto di attività e passività finanziarie si è attestato a +12,2 milioni (+13 milioni nel 4trim2018 e +22,6 nel 1trim2018), e deriva dall’attività di compravendita di titoli di stato italiani ed esteri per +13,6 milioni;
  • il risultato netto dell’attività di negoziazione ha totalizzato +3,6 milioni (-1,4 milioni nel 4trim2018 e +12,8 nel 1trim2018);
  • il risultato netto dell’attività di copertura è pari a -4,9 milioni (-2,9 milioni nel 4trim2018 e -1,5 nel 1trim2018);
  • il risultato netto delle attività/passività valutate al fair value è stato positivo per +26,5 milioni, anche a motivo della rivalutazione della partecipazione NEXI, che ha contribuito per +17,7 milioni (il risultato era negativo per -15,5 milioni nel 4trim2018 e pari a 0,1 milioni nel 1trim2018).

Quanto alla qualità del credito, gli Npl lordi si sono ridotti nel trimestre del 2,7% a fine 2018 a 9,46 miliardi, mentre sul fronte della solidità patrimoniale il coefficiente Cet1 fully loaded è all'11,47% (11,34% a fine 2018). 

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