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Economia
Ue, "circostanze impreviste": è assente. Un fatto conferma Gualtieri al Mef

Mentre nelle ultime ore era tornato a circolare il nome “tecnico” di Dario Scannapieco, Ciampi boy vicepresidente della Banca europea degli investimenti dal 2007 e presidente del consiglio di amministrazione del Fondo europeo per gli investimenti dal 2012, per la carica più importante nel governo dopo quella del premier ovvero la guida del Ministero dell’Economia, un fatto invece sembra confermare le indiscrezioni di ieri.

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Ovvero che andare a sedere alla scrivania che fu di Quintino Sella sarà molto probabilmente Roberto Gualtieri, vicedirettore dell’Istituto Gramsci e presidente della Commissione economia e finanza dell’Europarlamento, un nome politico che molto piace ai Dem a cui spetta la nomina di chi sarà il garante sui mercati della tenuta del debito pubblico italiano.

Secondo quanto rimbalza da Bruxelles, nel giorno in cui Giuseppe Conte nel pomeriggio andrà al Quirinale con la lista dei ministri e mentre qualcuno ipotizza che il giuramento del nuovo governo possa avvenire già stasera, Gualtieri non presiede stamani, contrariamente a quanto previsto, due audizioni “economiche” importanti: quella della candidata presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde e quella del presidente della vigilanza Bce, il Single Supervisory Board, l’italiano Andrea Enria.

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"Vi trasmetto le scuse del presidente - dice in apertura il vicepresidente Ludek Niedermayer (Ppe, Repubblica Ceca) - che, a causa di circostanze impreviste, mi ha chiesto di presiedere" la seduta, che è appena iniziata con l'introduzione di Enria. Il politico Dem infatti presiede quasi sempre le audizioni della commissione Affari Economici e Monetari, alla guida della quale è stato da poco riconfermato. 

Gualtieri, scrive il Corriere della Sera, è uno storico contemporaneista della Sapienza (autore di un libro su Dc e Pci fra 1943 e 1992) ed è molto apprezzato a Bruxelles come in Italia per la notevole caparbietà sul lavoro e la padronanza di regole e procedure europee sia nella finanza pubblica che sulle banche. È stato un protagonista, ricorda ancora Federico Fubini sul quotidiano di via Solferino, delle trattative per rendere meno rigide le norme sugli aiuti di Stato agli istituti.

Pochi conoscono come lui l’alfabeto non scritto dei negoziati finanziari di Bruxelles. Gualtieri in questi anni ha lavorato molto perché non partissero procedure sui conti dell’Italia (anche durante il governo Lega-M5S). Il nuovo ministro avrà subito bisogno di queste sue qualità: dato lo stato dei conti, il governo dovrà partire negoziando a Bruxelles un aumento del deficit 2020. E neanche quello gli eviterà una manovra impegnativa.

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