Ue, Savona: Italia riconosca importanza della Germania
"Se la Germania impone vincoli, si rafforzano movimenti antieuropei", dice il ministro degli Affari europei
"L'Italia deve riconoscere l'importanza della Germania sulla scena mondiale. Le debolezze dei paesi membri dell'Unione si riflettono nel futuro geopolitico della Germania e, pertanto, è nel suo stesso interesse aiutare quei paesi a uscire dalle loro situazioni negative. Se la Germania si limita a sollevare problemi e imporre vincoli invece di indicare soluzioni, i movimenti antieuropei saranno rafforzati, potrebbero destabilizzare l'Europa e riaprire vecchie ferite che non sono ancora state sanate". Lo ha detto il ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, in un'intervista a IlSussidiario.net.
"La soluzione ideale - ha aggiunto Savona - potrebbe essere che la Ue offra nuove soluzioni per guidare le forze di crescita, soddisfacendo le esigenze di molti paesi europei, tra cui l'Italia". Gli Stati Uniti, secondo il ministro "non hanno intenzione di ripetere la loro intelligente e costosa politica e le prestazioni del dopo guerra di aiutare l'Europa a uscire dalle ferite che si è autoinflitte. Questa volta dobbiamo affrontare i problemi da soli".
Sui conti pubblici italiani, Savona ha ricordato che il bilancio del Paese "ha un avanzo primario". E "pur avendo contemporaneamente due eccedenze gemelle, un tasso di disoccupazione del 10 per cento è il paradosso logico generato dall'aver deciso che i parametri di Maastricht sono l'obiettivo dell'Unione".
Pertanto, secondo il ministro degli Affari europei è "necessario invertire l'ordine di importanza rispetto all'oggetto dell'accordo ribadito all'articolo 3 del trattato di Lisbona". "L'Italia - ha spiegato - è una solida potenza industriale colpita da un profondo dualismo territoriale, settoriale, legato alle dimensioni delle imprese, che non può essere risolto con restrizioni poste sull'uso delle risorse".
Le famiglie italiane, secondo il ministro "sono grandi risparmiatori. Hanno asset finanziari e reali pari ad almeno quattro volte il debito sovrano. Contrariamente a quello che a volte sentiamo, potremmo dire che noi italiani viviamo al di sotto dei nostri mezzi, come dimostrato dall'eccedenza delle partite correnti del 2,7% del PIL, o circa 50 miliardi di euro, che è l'importo che di fatto manca alla nostra domanda interna".