Un progetto per l'Europa: parità di ruoli e sostegno all'imprenditoria
Giancarlo Cremonesi, ex Acea, ha presentato in un convegno l'associazione Il Timone che si pone per un futuro con più peso dell'Italia nell'Unione europea
Trasformare l'Europa in una realtà politica solida in cui tutti i membri abbiano lo stesso peso, per una crescita a una sola velocità: è questa la complessa sfida per l'Italia perché ne condizionerà il futuro sviluppo. Lo sostiene in particolare Giancarlo Cremonesi, profondo conoscitore del tessuto imprenditoriale italiano e laziale per aver presieduto realtà come la Camera di Commercio di Roma, l'Acer e l'Acea, oggi presidente della quotata Nova Re Siiq Spa (Sorgente Group). Per questo Cremonesi ha fondato l'Associazione "Il Timone", think tank attivo nel promuovere soluzioni concrete e realizzabili per il ruolo dell'Italia nell'Unione europea.Il debutto è avvenuto in un recente -dibattito organizzato dalla Camera di Commercio di Roma dal titolo "Immigrazione e sicurezza più Italia in Europa" alla presenza, tra gli altri, dell'ex ministro Andrea Ronchi, ex prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro e dell'europarlamentare Lorenzo Cesa. Proprio il tema dell'immigrazione clandestina è uno dei punti caldi delle politiche europee, che secondo Giancarlo Cremonesi "devono convergere in un'azione organizzata nei paesi di provenienza dei migranti, con iniziative di potenziamento delle economie locali che possano trattenere i giovani nel proprio paese e motivarli a radicarsi". Gli altri aspetti economico-sociali indagati nel corso dell'incontro riguardano in particolare il peso specifico del nostro paese per l'Ue. "Ci sono state misure europee che hanno dimostrato una scarsa convergenza sugli interessi comuni - ha evidenziato Cremonesi - pensiamo alla riduzione delle sovvenzioni in agricoltura, alle sanzioni alla Russia, alle misure relative ai titoli di stato, che stanno mettendo ancora più in difficoltà il tessuto imprenditoriale italiano, fatto di piccole e media imprese. Il made in Italy, che punta sulla qualità, deve essere tutelato con progetti che consentano un accesso più facile al credito e una certificazione di eccellenza".L'asse franco-tedesco, insomma, porta sempre più avanti le realtà solide mentre rischia di deprimere economie come la nostra: sempre più difficile che prodotti di eccellenza come il vino o la carne italiani possano rivaleggiare con concorrenti di bassa qualità, se non sono riconoscibili o supportati da politiche di sostegno. Occorre abbracciare l'Europa invece che combatterla, ma rivendicando la giusta attenzione alle nostre specificità. Lo ribadisce anche Lorenzo Cesa, segretario dell'Udc, che tuttavia oltre a valutare quanto l'Ue non abbia fatto per noi auspica discussioni strategiche sulla costruzione dell'Unione bancaria, e su una riforma della governance in senso federalista.