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Economia
UniCredit-Boschi, ultimatum di Mieli a Ghizzoni: "Devi parlare entro 24 ore"

Povero Federico Ghizzoni!!!! Paolo Mieli lo invita con solennità a parlare. E dice che se entro domani l'ex capo di UniCredit non dirà tutta la verità sul caso Boschi (confermando, ovviamente le accuse alla ministra), "magari con un'intervista proprio al Corriere", non sarà più un uomo degno di stima e diventerà un quacquaracqua.

Così al teatro Parenti, a Milano, pieno di gente, in una presentazione senza contraddittorio del libro di Ferruccio De Bortoli Poteri forti, tra affettuosità giornalistiche e copie firmate, per la gioia della bravissima Elisabetta Sgarbi, che con la sua casa editrice La nave di Teseo ha fatto da maieuta al popolare Ferruccio.

Si fa capire che è stata fatta prima una riunione tra i presentatori per decidere di far fuori subito il caso del giorno. Si fa intuire, dico e non dico, che la fonte di De Bortoli è stato Ghizzoni (Mieli parlando col suo tipico bofonchio, praticamente lo dice).

Guarda il video della presentazione del libro dell'ex direttore del CorSera Ferruccio De Bortoli al teatro Parenti

 

Ma evidentemente non ci sono riscontri oggettivi, solo un flatus vocis? Un sussurro? Una confidenza? Un pissi pissi, avrebbe detto Cossiga. E senza riscontri, la mia parola contro la tua, sarà difficile fronteggiare adeguatamente l'annunciata querela della ministra. Un bel guaio.

E allora Ghizzoni, che non ha mai parlato in vita sua come prescrive la regola numero 1 del bravo banchiere, deve parlare. Solo lui perché la banca si chiama fuori: nulla da dire se non che "non ci furono pressioni politiche". E da noi non uscirà più nulla, neanche bah, mi dicono dagli ultimi piani della torre.

E allora Ghizzoni, che non c'è in sala (sennò un bell'appaluso e via sul palco) magari non sa, non è detto che sappia, non ha letto il libro, non ancora uscito, non ha potuto documentarsi, sta lavorando, magari è all'estero ma... deve parlare, distruggendo o la fama di De Bortoli o quella della Boschi, se vuol salvare la sua.

Così' hanno deciso i "corrieristi" in riunione, De Bortoli, Mieli, Maria Luisa Agnese e il notaio Marchetti. Perché il Corriere sono loro, il Corriere è un'istituzione, dunque loro sono un'istituzione. E' l'Italia dove, come diceva Flaiano, la situazione è grave ma non seria.

PS: in serata Ghizzoni ha risposto con un no comment, con buona pace dei "corrieristi". 

 

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