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Economia
UniCredit, la "ricetta Usa" di Mustier. Chi è il banchiere che l'ha rilanciata

di Luca Spoldi 
e Andrea Deugeni

Doveva, secondo alcuni rumors che circolavano in Italia in piena campagna di conquista francese su Mediaset, ripulire UniCredit e consegnarla ai connazionali di Societe Generale nel risiko bancario internazionale. E invece il cinquantaseienne banchiere francese, sposato (ha due figli) con laurea alla prestigiosa Ecole Polytechnique, ha non solo ripulito dalle sofferenze il bilancio dell'unica banca sistemica italiana, ma ne ha anche rafforzato il capitale e l'ha rilanciata, raddoppiato i profitti nel terzo trimestre dell'anno ( l’utile netto rettificato è passato dai 447 milioni di un anno fa agli 838 attuali), dopo poco più di un anno in cui ha preso in mano le redini del gruppo di piazza Gae Aulenti.  

Non solo: tenendo conto anche della cessione di Pioneer e delle componenti non ricorrenti e “non core”, tra luglio e settembre la banca ha registrato un utile netto complessivo di 2,82 miliardi di euro riportando l’indice di solidità patrimoniale Cet1 “fully loaded” al 13,5% a fine periodo, il tutto nonostante ricavi in calo del 3,9% sui 12 mesi a 4,646 miliardi di euro. Ma come ha fatto il banchiere francese a centrare il bersaglio?

Elkette
È arrivata in Piazza Gae Aulenti con il ceo Jean Pierre Mustier e oggi è “membro integrante del team di vertice”. La piccola alce viaggia ormai sempre al seguito dell'amministratore delegato. Un palco d'onore che il peluche si è guadagnato perché ha contribuito, come portafortuna, al successo del maxi aumento di capitale da 13 miliardi del gruppo


Scorrendo i dati della trimestrale si nota il netto calo (-38,8%) delle rettifiche su crediti di periodo, calate a 598 milioni: UniCredit è infatti stata, come ricordano anche gli uomini di Fitch Ratings, la banca più attiva nella vendita di crediti non performing, avendo ceduto grazie al progetto Fino 18 miliardi di euro di Npl lordi e avendo ridotto già a fine giugno il peso di questa categoria di asset al 15% del totale degli impieghi, contro il 14% di Ubi Banca e il 13% di Intesa Sanpaolo. Non solo: per gli analisti di Equita Sim, visto l’eccesso di capitali rispetto a quelli richiesti dalla Bce (il Cet1 rimarrà superiore al 12,5% richiesto anche tenendo conto di un impatto negativo dello 0,8% legato alle nuove regole che partiranno da gennaio), Mustier potrebbe decidere di utilizzare questo margine per avviare “una fase di derisking 2.0”. In questo caso l’obiettivo sarebbe quello di azzerare entro il 2019 il portafoglio “non-core” di Npe (esposizioni non performanti), ad oggi pari a 19 miliardi di euro, riallineandosi alla media Ue (gli Npe di gruppo calerebbero dal 8% al 5%).

Banca Unicredit
 

Il calo strutturale del profilo di rischio di UniCredit avrebbe ovviamente una ripercussione negativa sulla redditività del business tradizionale (il margine d’interesse è già calato del 3,5% sull’anno a 2,5 miliardi), ma il banchiere francese, che prima di entrare in Unicredit tra il 2003 e il 2009 era arrivato dopo una lunga carriera ai vertici prima della divisione Corporate&Investment Banking e poi delle aree Asset Management, Private Banking e Securities Services di Societe Generale (big del credito transalpino, dov'è entrato giovanissimo a 26 anni), sa come compensare tale calo. Forte della sua esperienza pregressa e alla luce dei risultati ottenuti dalle banche americane che dopo la crisi del 2008 adottarono un approccio analogo, Mustier, manager sargente di ferro, dicono in banca, con la passione per la caccia e il rugby (che condivide con l'altro grande manager francese in Italia ovvero il coetaneo Philippe Donnet, Ceo di Generali), può fare leva sulle attività di private banking, wealth management e trading erogate tramite la controllata (al 35% dopo le cessioni in due tranche di un 30% lo scorso anno) FinecoBank per far correre le commissioni. Voce che infatti nella trimestrale è già salita del 4,2% annuo a 1,592 miliardi.

mustier
 

Farle crescere ancora resta una missione difficile, specie perchè allo stesso tempo Mustier è impegnato a tagliare costi e filiali (950 chiusure previste entro il 2019 tra Italia, Germania ed Europa centrale) più che a fare investimenti, ma l’ex legionario, fatto entrare in Unicredit per sostituire Sergio Ermotti dal suo predecessore, Federico Ghizzoni, come responsabile del Corporate&investment banking del gruppo e riportato in banca a luglio 2016 dopo l'uscita del 2014 grazie all'asse delle fondazioni CariTorino-CariVerona e con la benedizione della Bce (che per quella poltrona voleva un banchiere internazionale), è abituato alle sfide difficili. Com'è abituato a portare a casa risultati. Il primo l’ha già ottenuto sul mercato: al suo arrivo ai vertici del gruppo, ai primi di luglio dello scorso anno, il titolo Unicredit oscillava tra gli 8,8 e i 9 euro per azione (prezzi rettificati per tener conto dell’aumento di capitale e del raggruppamento titoli intervenuto), ora sopra i 17,5 euro è praticamente raddoppiato.

Segno che gli investitori credono in questo banchiere francese e nella sua ricetta, basata su una semplificazione societaria passata anche per cessioni importanti (oltre alle quote in FinecoBank, Mustier ha ceduto anche Bank Pekao all’assicuratore polacco Pzu e al fondo statale Prf e l’asset manager Pioneer Investments alla francese Amundi), su un maxi aumento di capitale (13 miliardi, in larga misura utilizzati per ripulire il bilancio), su uno stile più spartano dei suoi predecessori (il jet aziendale è stato venduto per sottolineare come ora l’istituto sia attento alle spese a tutti i livelli) e se non su una “lontananza” certo senza alcuna specifica “vicinanza” ad esponenti o partiti politici o a sindacati.

Per l’ex foresta pietrificata del settore bancario italiano è quasi una ricetta rivoluzionaria, per il cartesiano banchiere francese, abituato a correre (fa spesso jogging con il suo labrador nero), solo una logica sequenza di passi da percorrere per far definitivamente voltare pagina ad uno dei due maggiori gruppi bancari italiani. E i risultati non si sono fatti attendere. 

 

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