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Economia
UniCredit-Mps, rumors: Rivera accelera. Ecco come sarà la nuova superbanca

Con il nuovo piano industriale di Mps in arrivo e UniCredit che ha avviato la ricerca del successore di Mustier, il grande ostacolo a un possibile acquisto di Mps da parte di Piazza Gae Aulenti, e Vigilanza Bce ed Eba in pressing sulle fusioni per lo tsunami Npl in arrivo, la prossima settimana il direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera vuole stringere sulla grande partita del risiko bancario. Secondo alcune indiscrezioni, il braccio destro di Gualtieri al Tesoro si starebbe muovendo sia a livello politico per sterilizzare i tentativi politici di bloccare l’operazione (in primis, il blitz del M5S sulle Dta e l'opposizione del Pd toscano) sia a livello bancario (come, ad esempio, il cercare di convincere la Fondazione Mps, da cui dipende una buona fetta dei rischi legali miliardari che pendono sul futuro di Mps, a transare). 

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Il direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera

Pare che dalla prossima settimana, sette giorni in cui giovedì Rocca Salimbeni ha in calendario un board molto importante, il direttore generale del Tesoro abbia fissato una serie di incontri a vari livelli, cercando degli incastri in un’agenda che lo vedrà impegnato anche a Bruxelles in sede europea

Certo, sullo sfondo c’è una situazione molto caotica a livello politico, con la legge di Bilancio da approvare in tempi strettissimi e in più sono esplose le tensioni nella maggioranza sulla governance del Recovery Plan, ma la strada segnata per Siena appare questa, tanto che qualcuno fra quanti seguono da vicino la partita si spinge addirittura a dire che “sarebbe clamoroso” se non si concretizzasse il deal Mps-UniCredit. 

Padoan zaino
 

Con la dote fiscale piena (Dta nella versione originaria disegnata dal Mef nella manovra), sistemato l’ostacolo delle cause legali e disegnando nei minimi dettagli l’operazione a impatto patrimoniale zero sul capitale di UniCredit, si capisce come mai il direttore generale del Tesoro, si vocifera, sia abbastanza confidente sul condurre in porto la privatizzazione di Mps, affidandola a un cavaliere bianco dalle spalle forti come la seconda banca italiana. Istituto che, al netto delle richieste dell’Antitrust per ridurre la concentrazione nella raccolta e nei prestiti, con Siena riuscirà a riacciuffare sul mercato bancario nazionale la prima della classe Intesa-Sanpaolo.

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Sulla carta, UniCredit ha 2.700 filiali in Italia, il Montepaschi 1.400 che insieme fanno 4.100 contro i 4.270 di Ca' de Sass. Intanto, in Piazza Gae Aulenti procede la ricerca del nuovo Ceo, casella che formalmente deve essere completata entra la presentazione delle liste a fine marzo per eleggere il nuovo Cda. Ma in banca si punta a risolvere il dossier con largo anticipo anche se prima di gennaio è impensabile trovare il successore di Mustier.

Dopo che ieri il board ha approvato la lista dei profili qualitativi del futuro Ceo, oggi Stefano Micossi, presidente del Comitato nomine di Unicredit intervistato da Class-Cnbc, è tornato sul tema. 

Sulla questione delle tempistiche che ci siamo dati per la nomina "devo mantenere il riserbo a cui sono tenuto come amministratore. Quello che posso dire è che stiamo cercando di lavorare in fretta, ma che dobbiamo soprattutto lavorare bene. Quindi certe aspettative miracolistiche di soluzioni estemporanee che potrebbero arrivare giovedì prossimo o la domenica di Natale non sono realistiche”, ha spiegato Micossi.

"Lavoreremo - ha aggiunto - per il tempo che serve, che non è infinito, ma certamente i candidati devono essere identificati, devono essere intervistati e devono dichiararsi disponibili. Tutto questo non si fa in due settimane. Quindi, non potremo soddisfare aspettative miracolistiche. Credo che il mercato e gli azionisti saranno più contenti se vedono che impostiamo il lavoro seriamente e lo portiamo avanti con criteri rigorosi, che del resto comunicheremo in maniera trasparente al mercato”. 

@andreadeugeni

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