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Economia
UniCredit-SocGen, M&A non a breve. L'ombra di Salvimaio sul risiko bancario

Il senso industriale per la complementarietà geografica e di business fra le due banche: UniCredit e Societè Generale. Una vera fusione fra pari nell'era della nuova unione bancaria che avrebbe nel banchiere italiano Lorenzo Bini Smaghi, ex Bce e presidente di SocGen, un trait d'union per le prime nozze cross border italo-francesi che darebbero vita al colosso paneuropeo del credito. Gli analisti finanziari però bocciano, almeno nell'immediato, UniCredit-SocGen.

UNICREDIT
 

I broker non si stupiscono per il ritorno di indiscrezioni, rilanciate questa volta dal Financial Times, relative a una fusione tra i due gruppi bancari (negativoin Borsa il titolo dell'italiana, su invece quello transalpino) ma dubitano infatti di vedere un'operazione a breve, sia perché Unicredit è impegnata fino al 2019 in un piano industriale che non considera l'M&A, sia per i "significativi" ostacoli politici e regolamentari che un matrimonio tra due banche sistemiche dovrebbe affrontare. Equita Sim ad esempio spiega che si tratta di un'opzione molto difficile da realizzare vista anche "l'attuale fase di incertezza politica in Italia che non agevola" percorsi di questo tipo: la fusione tra due grandi banche dipenderà infatti dal via libera dei rispettivi Governi, che valuteranno il progetto anche in base alla localizzazione della sede legale e del quartiere generale del nuovo gruppo (non è chiaro che orientamento avrà sull'operazione il nascente Governo italiano a trazione sovranista).

societe generale ape
 

Il merger dei due istituti, che capitalizzano 30-35 miliardi ciascuno, si qualificherebbe come "una fusione tra eguali" e presenterebbe poche sovrapposizioni, limitate sostanzialmente alla Russia, rileva Banca Akros. Nonostante la presenza di "significativi ostacoli regolatori e politici", gli analisti non escludono che "in futuro" la fusione possa farsi "considerate le significative complementarietà dei due gruppi" anche se "la creazione di valore in termini di sinergie andrà messa alla prova". Anche per Kepler Cheuvreux i due gruppi si gioverebbero di reti "piuttosto complementari" mentre le sinergie di costo sarebbero "consistenti". Il consolidamento transnazionale, aggiunge il broker, "ha senso" e potrebbe godere dei favori della Bce, preoccupata per la bassa redditività del settore.

bini smaghi
 

"L'operazione è stata oggetto di rumor negli ultimi dieci anni e la passata carriera di Mustier (che ha un passato proprio in Socgen, ndr) la rende anche più credibile", afferma Mediobanca, secondo cui "Mustier sta pensando all'M&A" in quanto "la banca è lunga di capitale". Tuttavia gli analisti la considerano "un rischio per gli azionisti di Unicredit" e vedono una sua eventuale nascita "molto distante" nel tempo. "Pensiamo che Unicredit non sia pronta e il management ha confermato che l'attuale piano si basa su una strategia standalone che deve essere realizzata prima di considerare azioni aggiuntive". Anche per Jefferies il contesto politico e regolatorio resta "un ostacolo significativo".

Per gli analisti ci sono poche possibilità di vedere Unicredit lanciarsi in una grande operazione in assenza di una piena unione bancaria mentre non sono attesi 'grandi passi' nel breve termine, considerato che il management è solo a metà strada del piano di ristrutturazione triennale. Per gli analisti di Credit Suisse, invece, le probabilità dell'operazione non sembrano essere molto aumentate alla luce della recente volatilita' in Italia anche se l'aggregazione e' stata presa in considerazione diverse volte negli ultimi anni: il piano al 2020 del gruppo francese punta a un ritorno sugli asset tangibili dell'11.5% e per gli analisti svizzeri difficilmente gli azionisti di SocGen si accontenterebbero di una valutazione troppo inferiore il proprio valore di libro nonostante in Borsa il titolo tratti a 0,7 volte tale valore.

"La mancanza di sovrapposizioni con Unicredit - conclude Credit Suisse - limiterebbe le sinergie dell'aggregazione". Per gli analisti di Mediobanca Securities, i due gruppi non sembrano pronti per una operazione di questo tipo e inoltre e' probabile che gli azionisti dell'istituto italiano vogliano ottenere un ritorno in tempi non troppo lunghi visto il capitale in eccesso: alla luce della situazione italiana incerta, delle regole europee da completare in materia bancaria e del percorso stesso di Unicredit "riteniamo che l'operazione non sia ne' desiderabile ne' apportatrice di benefici per il titolo". Anche se i vertici dei due gruppi smentiscono, il Financial Times sottolinea nel suo report che era evidente ai manager di lungo corso che sino dall'aumento di capitale di Unicredit da 14 miliardi di euro, avvenuto un anno e mezzo fa, il Ceo Mustier aveva in mente SocGen .

Questo perché durante l'operazione di fundraising, l'ad aveva detto al suo staff che voleva sorpassare la capitalizzazione di SocGen. Intanto, l'istituto di credito francese ha raggiunto un accordo con le autorita' statunitensi e francesi in merito alle accuse di manipolazioni del Libor e a quelle che riguardano le transazioni con i partner libici. La banca francese ha affermato che le sanzioni che dovra' pagare saranno totalmente coperte dagli accantonamenti da 1 miliardo di euro gia' registrati. La banca ha fatto sapere di aver raggiunto un accordo con il Dipartimento di Giustizia e con la Commodity Futures Trading Commission americane per quanto riguarda il Libor e con il Parquet National Financier francese per quanto riguarda le transazioni in Libia. In Libia la banca e' accusata di aver violato le leggi anti-corruzione e di aver pagato tangenti a intermediari per assicurarsi contratti con il fondo sovrano libico negli ultimi anni del regime di Muammar Gheddafi.

Reuters ha rivelato, citando il Financial Prosecutor francese, che SocGen ha accettato di pagare 250 milioni di euro al Tesoro francese come parte dell'accordo di archiviazione delle accuse libiche. Gli accordi necessitano ancora dell'approvazione delle autorita' giudiziarie dei due Paesi. Le udienze sono previste per il 4 e il 5 giugno.

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