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Economia
Usa, il mercato del lavoro a febbraio “macina” un nuovo record
Jerome Powell

Lavoro Usa, nuovo record per posti di lavoro creati

L’orgoglioso Joe Biden cerca, invano ma a ragione, di rivendicare i suoi risultati soprattutto in campo economico. L’America ogni mese fa numeri importanti su ogni versante dell’economia e del lavoro a dimostrazione di una salute di ferro. In particolare a febbraio il numero di posti di lavoro creati ha spiazzato tutti gli analisti che ipotizzavano circa 190000 nuovi posti di lavoro. Ebbene in febbraio è stato toccato un nuovo record  di ben 275000 mila, con gli aumenti salariali tenuti sotto controllo pur dopo i recenti accordi in molti contratti sindacali. E non è tutto perchè l’inflazione sembra essere stata domata e l’economia sta marciando spedita. I comparti che hanno portato più posti di lavoro sono stati quelli della sanità, della pubblica amministrazione, della ristorazione, dell'assistenza sociale, dei trasporti e della logistica. D’altro canto è salita la disoccupazione al 3,9% e il Bureau of Labor Statistics degli Stati Uniti descrive un mercato del lavoro in graduale assestamento con moderati miglioramenti e con l’inflazione sotto controllo.

Lavoro Usa, lieve aumento anche dei disoccupati

L'S&P 500 e Nasdaq Composite sono partiti in crescita dopo l’annuncio dei numeri. Il rendimento dei titoli del Tesoro a due anni, è sceso di sei punti base al 4,44% e il dollaro è caduto. l disoccupati a febbraio sono cresciuti di 334.000 persone, a 6,5 ​​milioni (6 milioni nel 2023). Più disoccupati tra le donne (3,5%), gli adolescenti (12,5%). Mentre invariate sono rimaste le percentuali dei disoccupati uomini adulti (3,5%), dei bianchi (3,4%), dei neri (5,6%), degli asiatici (3,4%) e degli ispanici (5,0%). Tra le possibili cause del leggero aumento della disoccupazione la crescita del numero di lavoratori di colore e ispanici che cercano lavoro e non lo trovano. Il numero di disoccupati di lunga durata (quelli senza lavoro da 27 settimane o più), 1,2 milioni, è rimasto invariato a febbraio. I disoccupati di lunga durata rappresentano il 18,7% del totale dei disoccupati, rispetto al 20,8% di un anno fa. Ciò sembra indicare che, anche se i lavoratori licenziati non trovano rapidamente un altro lavoro, sono ancora relativamente pochi quelli che si sono iscritti alla disoccupazione da mesi. Nell’estate del 2011, dopo la Grande Recessione, circa un lavoratore su due era disoccupato di lunga durata. Insomma ancora una volta gli Stati Uniti sembrano essere la potenza che meglio sta reagendo alla crisi del post pandemia e degli sbalzi inflattivi.






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