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Economia
Usa, l'inflazione non cala e la riduzione dei tassi della Fed slitta a giugno
Jerome Powell

Usa, inflazione ancora viva in America

Inflazione, una parola con la quale anche i due candidati ufficiali alla Casa Bianca, dovranno fare i conti. Anche perchè, se è pur vero che l’economia statunitense viaggia a gonfie vele, l’inflazione non accenna a scendere all’obiettivo prefissato del 2%. Secondo gli ultimi dati del Bureau of Labor Statistics i prezzi sono leggermente saliti nell’ultimo anno (3,2% rispetto al 3,1%) e l’inflazione core (senza alimentari ed energia) è scesa in maniera impercettibile al 3,8%.

Questo mette un punto interrogativo sulle prossime azioni della Federal Reserve riguardo il prossimo taglio di interessi. Chiaro che la crescita americana è ancora superiore alle attese, con una decisa e continua creazione di posti di lavoro (tasso di disoccupazione inferiore al 4%) e forti livelli di investimento. Gli aumenti sono nati, per il 60%, da affitti e carburanti mentre sono rimasti stabili i prezzi degli alimentari. La prossima settimana nella riunione del FOMC, il Comitato del mercato aperto della Federal Reserve, responsabile della politica monetaria, molto probabilmente verranno mantenuti i tassi di interesse al livello attuale del 5,25%-5,5%. Un livello ancora elevato.

Usa, in attesa delle decisioni della Fed sui tassi

Detto questo le speranze di riduzione si allungano a giugno. Le indicazioni più accreditate scommettono a riduzioni di tre quarti di punto, una ogni trimestre, a partire da giugno, anche se, come confermato da Powell ,non si deve parlare di alcun piano prefissato. Si naviga a vista in base ai dati. “I dati mostrano che la deflazione dei beni potrebbe aver toccato il fondo e iniziare a riaccelerare leggermente prima del previsto, mentre l’inflazione dei servizi, come si vede nell’inflazione dei servizi di base senza l’edilizia abitativa, rimane elevata. Questa inflazione continua ad apparire incompatibile con l'obiettivo di inflazione della Federal Reserve” sostengono diversi analisti finanziari.

A complicare le cose l’anno elettorale in cui l’America si trova. Ogni passo della Fed viene messo sotto osservazione. Mentre già i dem hanno sollecitato Powell a ridurre il prezzo del denaro per dare lustro ai progressi della Biden economics, dall’altro i repubblicani hanno già sollevato sospetti su queste eventuali riduzioni fatte, secondo loro, per favorire l’attuale Presidente. Insomma una complicazione in più che certo non facilita la battaglia contro l’inflazione.

 

 






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