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Economia
Usa, Trump ringrazia Marchionne. Dal Messico i modelli Jeep per L'Europa

GM NON SI PIEGA ALLE MINACCE DI TRUMP/ Mary Barra, numero uno di General Motors, non si piega alle minacce del presidente eletto Donald Trump. Il gruppo, ha affermato la top-manager, non ha in programma di trasferire in altri paesi la produzione di auto di piccole dimensioni attualmente localizzata in Messico nonostante l'offensiva lanciata da Trump contro le importazioni dal Paese centramericano. L'amministratore delegato di GM, parlando con i cronisti in occasione di un evento organizzato alla vigilia del Salone dell'Auto di Detroit, ha sottolineato come le decisioni su produzioni e investimenti vengano prese in largo anticipo rispetto all'avvio delle attivita' manifatturiere e pertanto non possano essere facilmente invertite. "Questo e' un business di lungo termine con investimenti ad alta intensita' di capitale: le decisioni sono state prese due, tre e quattro anni fa", ha affermato Barra, rispondendo cosi' alle critiche mosse la scorsa settimana da Trump per la delocalizzazione di produzioni in Messico.

 

Thank you, SergioFiat Chrysler Automobiles è il primo a ricevere ringraziamenti espliciti dal presidente eletto degli Usa, Donald Trump, dopo una serie di duri attacchi ad altri colossi del settore delle quattroruote come Ford, GM e Toyota. Fca ha infatti anticipato ieri eventuali cinguettii minacciosi di Trump con l'annuncio di investimenti per 1 miliardo di dollari in due impianti di assemblaggio tra Michigan e Ohio e la creazione di 2 mila posti di lavoro negli stabilimenti Warren Truck Assembly e Toledo Assembly Complex.

Lo stanziamento del gruppo automobilistico italo-statunitense rientra nel più ampio piano annunciato un anno fa per riallineare la capacità produttiva statunitense alla domanda del mercato con i consumatori americani sempre più propensi a privilegiare l'acquisto di Suv e pick-up a scapito delle berline come dimostrato peraltro dagli ultimi dati di vendita. Il piano prevede infatti il pieno utilizzo della capacita' per rispondere al trend della domanda in particolare tramite l'ampliamento della gamma dei brand Jeep e Ram.

Infatti i nuovi investimenti, che rappresentano la seconda fase del piano annunciato a gennaio scorso ed è previsto vengano completati entro il 2020, consentiranno di riorganizzare e ammodernare l'impianto di Warren per produrre i nuovi Jeep Wagoneer e Grand Wagoneer e lo stabilimento meridionale del complesso di Toledo per assemblare un nuovissimo pick-up Jeep. Inoltre a Warren sara' ora possibile aggiungere capacita' per produrre camion pesanti del brand Ram attualmente assemblati in Messico.

Un anno fa Fca ha annunciato investimenti per oltre 1 miliardo e la creazione di mille posti di lavoro tra Illinois e Ohio. In particolare 350 milioni sono stati stanziati per il Belvidere Assembly Plant (Illinois) per trasferirvi quest'anno la produzione del Jeep Cherokee da Toledo. Per quest'ultimo impianto sono stati stabiliti investimenti per 700 milioni con l'obiettivo di produrre il nuovo Jeep Wrangler. Ulteriori 1,5 miliardi sono stati invece stanziati per il rinnovo della fabbrica di Sterling Heights e la produzione del nuovo Ram 1500 con la contestuale creazione di 700 nuovi posti di lavoro.

L'annuncio di ieri è stato considerato da più parti come il tentativo di Fca di rispondere in anticipo a eventuali attacchi da parte del presidente eletto Donald Trump, nelle ultime settimane protagonista di dure critiche nei confronti dei primi tre maggiori player del settore auto in Usa in termini di vendite, GM, Ford e Toyota. Fca è il quarto gruppo ma finora è rimasto immune dagli attacchi dell'ex immobiliarista, che sin dalla campagna elettorale e in particolare tramite il suo account su twitter ha lanciato un'offensiva contro grandi aziende statunitensi, non solo automobilistiche, per le loro produzioni in Messico paventando elevati dazi sulle importazioni dai loro stabilimenti nel Paese centro-americano.

Fca ha comunque legato i nuovi investimenti ai suoi piani industriali e non a motivazioni politiche o a mosse per prevenire eventuali cinguettii di Trump. "La conversione della nostra presenza industriale completa questa fase della nostra trasformazione mentre rispondiamo al cambiamento dei gusti dei consumatori per Suv e truck e continuiamo a rafforzare gli Stati Uniti come centro di produzione globale per i veicoli al centro di tale mercato", ha argomentato l'amministratore delegato Sergio Marchionne.

"Queste iniziative espandono la nostra capacità in questi segmenti chiave, il che ci permette di soddisfare la crescente richiesta negli Stati Uniti, ma ancora piu' importante di aumentare le esportazioni dei nostri veicoli di medie e grandi dimensioni sui mercati internazionali". "L'espansione della nostra gamma Jeep è stata e continua ad essere il pilastro fondamentale della nostra strategia. Il nostro impegno a internazionalizzare il marchio Jeep è saldo, e con queste ultime iniziative, avremo finalmente la capacita' di penetrare con successo mercati diversi da quello degli Stati Uniti che ci sono stati storicamente negati a causa di vincoli di capacità", ha aggiunto Marchionne, tornato sull'argomento in occasione di una conferenza stampa organizzata in occasione del primo giorno del Salone dell'Auto di Detroit. Il top-manager ha infatti parlato di investimenti programmati già da tempo e non legati a pressioni di Trump ed escluso contatti di qualsiasi tipo negli ultimi mesi tra i vertici di Fca e il presidente eletto. E proprio l'ex immobiliarista ha voluto ringraziare Fca per gli investimenti tramite il solito mezzo dei cinguettii.

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usa trump ringrazia marchionne per gli investimenti negli stati uniti





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