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Economia
Vendita porta a porta, il settore anticiclico che non teme crisi
Ciro Sinatra, presidente Univendite

Il porta a porta non teme crisi

Il mercato della vendita diretta vale nel complesso circa 3,6 miliardi di euro all’anno e dà lavoro a 544mila addetti. È il dato più eclatante che emerge dall’indagine annuale di Univendita, la più importante associazione di categoria. Le 16 aziende (con colossi come BoFrost, Avon, Dalmesse, Vorwerk, quindi Folletto o Bimby) che fanno riferimento all’ente valgono 1,4 miliardi di fatturato, hanno 13 milioni di clienti e oltre 144mila addetti alla vendita, in crescita rispetto allo scorso anno. Quasi il 90% è composto da donne e dunque il comparto della vendita diretta si ritaglia un ruolo importante nel contrastare la piaga italiana della scarsa occupazione femminile. Dentro la platea globale, circa 7mila sono incaricati alla vendita abituali e oltre 2.700 gli agenti di commercio, mentre i lavoratori dipendenti sono poco più di 1.800 (la gran parte fa capo a BoFrost). Altri marchi storici 

Per quanto riguarda le fasce d’età degli addetti, gli under 35 sono il 37%, il 36% ha tra 35 e 54 anni e gli over 54 rappresentano il 27% del totale. Un settore incomprensibilmente sottovalutato, dunque, così come non è adeguatamente valorizzata l’immagine sociale del venditore diretto, visto che invece la ricerca di Univendita ha evidenziato un 90% di lavoratori soddisfatti circa questa modalità di impiego, tanto che il 59% degli incaricati è attivo nel comparto da oltre sei anni e uno su tre prima non lavorava affatto; segno che non si tratta di un’occupazione mordi e fuggi per far fronte a temporanee difficoltà economiche. Rispetto alle motivazioni, come accennato, il 36% del campione è alla ricerca di soddisfazioni personali (lavorare per un’azienda che si apprezza, coltivare relazioni), mentre un altro 36% desidera flessibilità organizzativa (ma si punta anche alla formazione continua e sulla natura mai monotona dell’attività).

Si tratta di un comparto molto resiliente e anticiclico, tanto da non risentire più di tanto degli shock economici come la crisi del 2008 o la stessa pandemia: nel 2021 ha realizzato + 7% rispetto al 2020. Il digitale, che poteva segnare il de profundis del settore, è invece diventato occasione di formazione, supporto professionale e strumento di potenziamento della relazione diretta tra venditore e cliente. Ma non mancano le polemiche: da pochi mesi, infatti, è stata approvata una legge di delegazione europea che aumenta il periodo di recesso da 14 a 30 giorni solo per la vendita diretta, come se fosse un comparto meno controllato degli altri.
 

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