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La Bce interviene a gamba tesa su Veneto Banca a due giorni dall'assemblea degli azionisti per il rinnovo dei vertici e con una lettera indirizzata al Cda chiede di avvisare i soci di fare attenzione nella scelta dei futuri amministratori affinché non ci siano legami con la precedente gestione targata Vincenzo Consoli, indagato per ostacolo alle funzioni di vigilanza della Banca d'Italia. E così su assist dell'Eurotower la banca ha immediatamente scritto ai propri azionisti una seconda missiva per metterli in guardia dalla lista guidata da Stefano Ambrosini che vanta un'esposizione verso il gruppo per quasi un miliardo (958 milioni), di cui 730 milioni crediti problematici.

La Bce, si legge quindi nel documento, "in sede di valutazione dei requisiti di professionalità e onorabilità" del prossimo Cda esaminerà "con accuratezza, compatibilmente con l'attuale quadro normativo, l'indipendenza di giudizio dei nuovi consiglieri e la completa assenza di legami con le passate carenze gestionali". A queste parole si aggiungono quelle più esplicite del presidente Pier Luigi Bolla, che giovedì sarà proposto presidente della lista presentata dal Cda uscente: "Molti dei candidati" proposti dalla Lista soci, ha detto in una conferenza stampa telefonica, sono "vicini all'ex amministratore delegato Vincenzo Consoli". Insomma, se fino a ieri la partita per il rinnovo del consiglio sembrava ancora aperta, adesso è decisamente chiusa. Bolla, salvo colpi di scena, resterà presidente e Cristiano Carrus amministratore delegato.

Parlando con i giornalisti Bolla ha poi precisato che "a livello personale" lui non ha nessuna esposizione verso il gruppo, mentre "a livello aziendale ho ridotto al minimo" l'esposizione. D'altro canto, ha spiegato leggendo la lettera indirizzata ai soci, "risulta che la maggioranza (51 nominativi) dei soci presentatori della Lista soci sono o fanno parte di gruppi economici clienti della banca" per un importo che supera i 520 milioni. Il totale dei crediti anomali ammontano a 393 milioni e di questi 262 milioni sono deteriorati, ovvero la metà dell'esposizione aggregata.

Bolla ha infine avuto modo di tornare sul tema Atlante, ribadendo quanto già detto nei giorni scorsi da Carrus e aggiungendo che Montebelluna "oggi non è nelle condizioni di fare la fine" della Popolare di Vicenza: "sono due cose diverse". Inoltre, ha concluso, "ad oggi riteniamo che Atlante non sia necessaria. Banca Imi ha garantito" l'operazione da un miliardo di euro e sotto "c'è un consorzio che si è impegnato a condividere l'aumento" e a quotare la banca in Borsa. "Si tratta di un consorzio di grande rilevanza internazionale (nove banche tra cui Ubs, SocGen, Credit Suisse e Citi) che sta lavorando per l'aumento e la quotazione in Borsa.

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