Vivendi: potrebbe quotare in Borsa la controllata Universal Music
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Vivendi potrebbe quotare in Borsa Universal Music, una delle major dell'industria musicale mondiale. Lo ha indicato il Ceo Arnaud de Puyfontaine, in un'intervista al Wall Street Journal. Secondo quanto riporta il quotidiano economico Usa, il Ceo ha detto che "il gruppo francese potrebbe mettere in Borsa una quota di minoranza della controllata". Si tratterebbe di una svolta per Vivendi, che negli anni scorsi si è mostrata molto reticente a cedere quote o tutta Universal, come aveva chiesto con insistenza anche un fondo attivista.
'Non è una vacca sacra', rileva de Puyfontaine, aggiungendo che comunque non ci sono piani imminenti per un'Ipo. 'Ricordo bene che qualche anno fa c'era gente che ci diceva che quello della musica era un settore agonizzante, che non si sarebbe mai ripreso. Ho una buona memoria e i fatti hanno mostrato che avevano torto', aggiunge il Ceo.
Nel 2016 Universal Music ha registrato un fatturato di 1,28 miliardi di euro, in progresso del 14,8%. Secondo l'International Federation of the Phonographic Industry, le vendite mondiali di musica lo scorso anno hanno segnato una crescita record del 6% a 15,7 miliardi di dollari. Gli analisti attribuiscono a Universal un valore di circa 13 miliardi di euro. Se Vivendi, quindi, portasse in Borsa il 30% incasserebbe quindi oltre 4 miliardi di euro.
Il mese scorso, Frederic Crepin, il segretario generale di Vivendi, ha riferito che banche d'affari attribuivano a Universal un valore fino a 20 miliardi. Investitori e banchieri - scrive per altro il Wsj - restano scettici su quali saranno i risultati della strategia di Vivendi che punta a costituire un gigante dei media nell'Europa del Sud. 'Stiamo dimostrando giorno per giorno che i nostri business lavorano assieme e che stiamo creando un valore molto piu' grande della somma delle nostre parti', ha ribattuto de Puyfontaine.
La domanda ora è: al di là delle motivazioni ufficiali di "valorizzare l'asset Universal Music", cosa potrebbe fare Vivendi con gli oltre 4 miliardi che incasserebbe dalla quotazione? A Parigi, in attesa di chiarire all'AgCom la propria strategia sull'Italia (Mediaset e Telecom), potrebbero aver messo allo studio l'affondo su Mediaset? I Berlusconi sono saliti nel capitale, ma c'è ancora spazio per illancio di un'Opa qualora i francesi decidessero di mollare la presa su Telecom.