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Economia
Wall Street è il miglior mese di Gennaio da 30 anni. Recessione sconfitta
Wall Street

Per Wall Street è il miglior mese di Gennaio da 30 anni, chissà se lo ricorderà anche la nostra Giovanna Botteri (simpaticamente Giovannona chioma lunga) elencando la serie di dati economici positivi che stanno esaltando Donald Trump, o se ci racconterà ancora del meteo.

Dati sul l’occupazione +302.000 posti di lavoro, e dati sul Pmi manifatturiero che ritornano a salire ben sopra quota 50 (linea di demarcazione tra debolezza ed espansione economica), dati diversi il primo un segnale ritardato e il secondo che rileva in anticipo, ma entrambi che corrono nella stessa direzione e cioè quella della crescita. Né lo shutdown e nemmeno il clima artico sono riusciti a frenare la corsa della locomotiva USA.Qui in USA, della Recessione tanto paventata non si vede nemmeno l’ombra. Mese di Gennaio molto positivo anche per Piazza Affari, e questo è un ottimo segnale!Qualcuno obbietterà che era successo qualcosa di simile l’anno scorso e poi è andata tutt’altro che bene.

È vero! La statistica però non è un’opinione, potrà essere smentita due volte, consecutivamente? A parte le cifre, bisogna tenere presente altre variabili, il 2018 era reduce da un 2017 in salita senza pause e senza volatilità, secondo, il 2018 per il percorso e per il comportamento che più volte abbiamo ricordato che deve tenere la Fed (accomodante nei momenti in cui Wall Street va al ribasso, restrittivo bei momenti di esuberanza) l’anno doveva essere un po’ più severo con alcuni aumenti sui tassi.Aumenti che difficilmente vedremo nel 2019, forse uno, anche se c’è chi come il guru Byron Wien ne prevede zero.Terzo, il 2019 comincia da livelli più bassi rispetto al 2018 e dopo un anno negativo, se è vero che in un ciclo rialzista una correzione allunga la vita, è molto probabile che nel 2019 vedremo un bel recupero, ed in caso di fine ciclo addirittura qualche eccesso di euforia.

Per quanto riguarda il breve, ripeto il breve (essendo io rialzista di lungo da fine 2008), è evidente che la situazione di inizio febbraio dopo un bel Gennaio ora si sta sporcando. I dati economici europei, quello sul Pil di ieri (dati con lo specchietto retrovisore) che sanciscono la Recessione tecnica per l’Italia e la brusca frenata per la Germania, e quelli di oggi (anticipatori sul futuro) il Pmi manifatturiero che prevede debolezza per entrambi i paesi mettono un po’ di paura agli investitori.

Una paura che però, in prospettiva, è solo apparente, perché finché i mercati saranno sotto il controllo delle banche centrali, varrà il motto “tanto peggio, tanto meglio”, ogni dato negativo europeo sarà un incentivo nei confronti di Mario Draghi per rimettere mano nella cassetta degli attrezzi. In parole povere, un nuovo Quantitative Easing è all’orizzonte, o qualcosa di simile come un altro TLTRO.

Le banche italiane oggi hanno subito l’ennesima batosta, sono ancora dentro il tunnel dell’allarme spread, dei crediti deteriorati e delle sofferenze di bilancio, Mario Draghi non potrà lasciare inascoltate queste grida di dolore. Ricordo ancora i titoli dei giornali affezionati delle élite alla fine dell’anno scorso: “La pacchia è finita”, riferendosi al termine della politica monetaria accomodante.Probabilmente non conoscono la sindrome “Hotel California”, che prendendo spunto dalla canzone degli Eagles, nell’ultima strofa ricorda che nell’Hotel si sta troppo bene e difficilmente si farà il check out, così sarà molto difficile uscire e chiudere quest’epoca di tassi zero.

Tornando a Piazza Affari e ai movimenti di breve, siamo al solito dubbio, sta resistendo, aggrappandosi per fare un altro sprint al rialzo, oppure stiamo facendo le prove per una correzione? La prossima settimana comincia il Festival di Sanremo, statisticamente per Piazza Affari non è mai una bel periodo. Sanremo, un’esclusiva tutta italiana, per Wall Street l’unica canzone che conta è “Hotel California”, la musica che da la carica al Toro. Qui in Italia siamo ancora fermi a “la terra dei cachi”.

@paninoelistino

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