Wall Street, scandalo molestie: Fidelity Investments caccia due manager
SSGA ha pagato cinque milioni di dollari alle dipendenti che l’accusavano di discriminazioni salariali rispetto ai loro colleghi uomini
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Da Hollywood a Wall Street. Lo scandalo a stelle e strisce delle moleste sessuali si allarga anche al tempio della finanza globale e uno degli ambienti, a detta dagli stessi operatori che ci lavorano, più maschilisti al mondo. Fidelity Investments, una delle più grandi società di investimento al mondo, ha cacciato infatti due alti dirigenti nelle ultime settimane sullo sfondo di accuse simili a quelle mosse a Harvey Weinstein, il produttore cinematografico statunitense fondatore della Miramax.
Fearless girl
Già da qualche settimana, Fidelity si era mossa nella lotta a "comportamenti inappropriati", annunciando tolleranza zero e ricorrendo alll’aiuto di una società di consulenza esterna che ha avviato un accertamento tra i dipendenti dell'asset manager.
E i primi a saltare sono stati Gavin Baker, licenziato a fine settembre con l’accusa di aver molestato una sua collega di 26 anni e Robert Show, 56 anni, alto dirigente che si è invece dimesso a inizio mese per presunti commenti sessuali inappropriati.
Fidelity non ha voluto commentare nello specifico, ma in una nota ha dichiarato che le sue politiche "proibiscono le molestie in qualsiasi forma. Quando una denuncia di questo genere è portata alla nostra attenzione, noi indaghiamo immediatamente e prendiamo misure veloci e appropriate. Noi semplicemente non tollereremo, e non tolleriamo, questo tipo di comportamento".
Gli annunci dei licenziamenti del gestore a stelle e strisce arrivano dopo che qualche giorno prima State Street Global Advisor, altro campione dell'asset management globale, la società che commissionò Fearless girl, la famosa statua della bambina con le braccia sui fianchi che fronteggia il Toro nel distretto finanziario di Manhattan, diventata un simbolo dell’emancipazione femminile, si è accordata per pagare cinque milioni di dollari alle dipendenti che l’accusavano di discriminazioni salariali rispetto ai loro colleghi uomini.
Trecentocinque dirigenti donne e quindici dirigenti afroamericani le avevano fatto causa per disparità di trattamento economico: secondo l’accusa percepivano uno stipendio più basso dei propri colleghi di pari livello. Dopo sei anni, la società ha deciso di raggiungere un accordo economico per mettere la parola fine alle cause legali.
Il primo grande nome del New York Stock Exchange che, però, a Wall Street aveva fatto parlare di sè per le molestie sessuali è stato però quello di Amazon, una delle prime cinque società al mondo per capitalizzazione di mercato, che una decina di giorni fa ha sospeso Roy Prince, capo degli Amazon Studios (la divisione televisione e cinema del colosso dell'e-commerce fondato da Jeff Bezos), dopo le accuse di abusi da parte della produttrice di "The Man in the High Castle" Isa Hackett (figlia dello scrittore Philip K.Dick). Sospensione a seguito della quale sono arrivate le dimissioni del manager.