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Economia
Zurich Italia, Rasa: "Vicini alle Pmi italiane"
Elena Rasa

L'intervista di Affaritaliani.it a Elena Rasa, Chief Underwriting Officer di Zurich Italia 

La chiusura forzata delle attività produttive a causa della pandemia di Covid-19, per molte piccole medie imprese italiane - che operano con una limitata capitalizzazione e un ciclo finanziario precario - si sta rivelando fatale. Secondo lo studio “The impact of Coronavirus on Italian non financial corporates“ di Cerved Rating Agency, le imprese italiane perderanno oltre 500 miliardi di fatturato e il 10,4% delle Pmi è a rischio fallimento.

In un simile contesto, le Compagnie assicurative ricoprono un ruolo fondamentale: per supportare la ripartenza delle Pmi dovrebbero, infatti, attuare "azioni concrete di consulenza e risk assessment", come spiegato ad Affaritaliani.it da Elena Rasa, Chief Underwriting Officer di Zurich Italia, al fine di far comprendere agli imprenditori i rischi a cui sono esposti: non solo per assicurarli ma, soprattutto, per "aiutarli nella prevenzione e ad essere resilienti".

Tra le realtà del tessuto economico del Paese più duramente colpite dalla crisi scatenata dal Covid-19 figurano, senza dubbio, le piccole medie imprese. Ci fa una fotografia della situazione attuale?

Le Pmi sono il fulcro dell’economia italiana: sono circa circa 4,4 milioni, rappresentano il 99,9% delle imprese ed impiegano l’82% dei lavoratori in Italia, purtroppo, la chiusura forzata delle attività produttive causata dal Covid-19 ha avuto effetti pesanti sul sistema produttivo italiano, colpendo in particolare le Pmi, molte delle quali sono state costrette alla chiusura o, peggio, al default fallimentare. Secondo uno studio di Cerved Rating Agency, le imprese italiane perderanno più di 500 miliardi di fatturato e il 10,4% delle Pmi è a rischio fallimento: si stima che 13mila piccole e medie imprese in Europa rischiano il fallimento e di queste 3.200 in Italia.

Come dovrebbero intervenire le Compagnie assicurative per supportare la loro ripartenza?

Oggi l’esigenza da parte delle Pmi è quella di avere maggiori sicurezze per gestire al meglio il business con una personalizzazione dell’offerta ma il calo del fatturato causato dall’emergenza ha ridotto il budget a disposizione per le coperture. Le Compagnie assicurative dovrebbero supportare la ripartenza delle Pmi con azioni concrete di consulenza e risk assessment, per far capire agli imprenditori i rischi a cui sono esposti, ovviamente per assicurarli ma, ancora più importante, per aiutarli nella prevenzione e ad essere resilienti.

In cosa si traduce l’impegno di Zurich Italia in tal senso?

Zurich Italia è vicina alle Pmi italiane nella ripartenza con un concreto supporto per la loro sicurezza, attraverso nuove soluzioni particolarmente semplici e a basso costo. Durante l’emergenza del Coronavirus, abbiamo esteso alcune coperture per le Pmi che erano già clienti Zurich: gli alberghi e le aziende del commercio, settori particolarmente colpiti dal lockdown, possono beneficiare di un’estensione gratuita di protezione per ulteriori due mesi. Tra le nuove soluzioni studiate vi è una copertura a tutela delle Pmi del comparto food Made in Italy (58.000 in Italia con 385.000 addetti) che offre un supporto specifico alle diverse fasi di produzione delle aziende alimentari, coprendo tutti i rischi connessi e che include un’accurata analisi dei rischi a cui l’azienda è esposta e la personalizzazione delle coperture.

Abbiamo anche lanciato qualche mese fa Zurich Cyber Security Services, la proposition sviluppata con CYE per aiutare i clienti a proteggersi dalle crescenti minacce cyber e il cui punto di forza è la tecnologia utilizzata, basata sull’intelligenza artificiale in grado di identificare debolezze organizzative e vulnerabilità e di mostrarne l’impatto sul business.

Quali sono i principali rischi che corrono le Pmi, escluse le conseguenze della pandemia?

I rischi maggiormente percepiti dagli imprenditori italiani sono quelli provenienti dal mancato rispetto di obblighi normativi, come la sicurezza sul lavoro, la responsabilità civile per difettosità del prodotto e il rispetto della normativa fiscale. Inoltre, un’area per cui gli imprenditori sono sempre più attenti, è quella del cyber risk. Molte aziende durante l’emergenza hanno adottato il lavoro agile nel giro di poche ore e hanno consentito a tutti i dipendenti l’accesso ai dati aziendali tramite dispositivi personali. Inoltre, la migrazione massiccia online ha anche favorito l’espansione di tutti i settori nel mondo dell’e-commerce e i criminal hacker stanno intensificando le loro campagne di attacco contro gli e-commerce.

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