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Enac, “I passeggeri che fanno scalo non sono incontrollabili”
La Presse

Preoccupano i voli provenienti dai paesi ad alto rischio Covid, come l'India. Gli scali sono una delle possibili furbe soluzioni per entrare in Italia e non sottoporsi a controlli. Ma la macchina dell'organizzazione è oliata e ai nostri aeroporti non sfugge nulla. Affaritaliani.it ha intervistato la Dott.ssa Giovanna Laschena, Vice Direttore Generale dell'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile (Enac)

Dott.ssa Laschena voli bloccati, voli in arrivo, qual è la situazione soprattutto per i paesi ad alto rischio?
Innanzitutto, specifichiamo che i voli non sono bloccati. I voli possono arrivare alle condizioni previste dall'ordinanza del Ministro della Salute. I requisiti sono quelli di cui si è parlato in questi giorni, quindi la residenza nel nostro paese da un determinato periodo di tempo, aver effettuato il tampone entro le 48 ore precedenti al volo, il periodo di quarantena e un altro tampone alla fine.

Cosa ha fatto Enac in questa situazione di emergenza?
In tutte le occasioni in cui ci sono stati gli interventi del Ministero della Salute noi abbiamo inviato una comunicazione ai gestori degli aeroporti, ai vettori, alle associazioni dei vettori stranieri, spiegando quale fosse l'oggetto dell'ordinanza. La sala crisi di Enac, inoltre, partecipa al comitato operativo della Protezione Civile e quindi facciamo da tramite fra le varie informazioni che possono essere necessarie per organizzare tutto. Come, ad esempio, l'arrivo, l'accoglienza, i tamponi e gli hotel Covid, fornendo i dati relativi al numero del volo, al numero di passeggeri che possono arrivare, da dove, quali sono gli aeroporti di partenza e così via. Questo fa Enac, così collabora, soprattutto in un momento tanto particolare per il mondo.

Ci sono state criticità nel sistema, intendo dire fra provvedimenti e la loro attuazione?
Secondo me rispetto un anno fa quando furono chiusi i voli dalla Cina, abbiamo fatto passi da gigante e l'esperienza qualcosa ci ha insegnato. Ecco, forse il problema è che questi provvedimenti arrivano senza essere annunciati e quindi c'è da gestire la circostanza. Nel senso: arrivano 300 passeggeri, quindi il gestore si trova, insieme alla Croce Rossa o alle associazioni deputate a collaborare, a gestire situazioni a volte pesanti e difficili. Credo che la Protezione Civile insieme ai gestori stiano facendo un ottimo lavoro. Per cui noi non abbiamo avuto segnalazioni di particolari casi di criticità.

Faccio l'avvocato del diavolo: ma per quanto riguarda i furbetti dello scalo, del volo indiretto, come la mettiamo? Sono ingestibili, incontrollabili?
Diciamo che solo in parte sono incontrollabili. Il cittadino extraeuropeo entra in Europa da un volo intercontinentale e una volta entrato subisce tutti i controlli del caso. Una volta arrivato, però, è come se fosse un passeggero europeo a tutti gli effetti. Quindi, se prende un volo 'interno' e ad esempio parte da Francoforte per arrivare in Italia, una volta arrivato è previsto che rilasci una dichiarazione. Da questa si può venire a sapere se nei 14 giorni precedenti è stato in uno dei paesi considerato ad alto rischio. Ecco, in questo caso il passeggero potrebbe essere intercettato.
Nella collaborazione che stiamo fornendo alla Protezione Civile, se pur con difficoltà, stiamo cercando di dare il numero di passeggeri che arrivano in Italia con voli indiretti. Poi è chiaro che se sfugge un passeggero il rischio è limitato, se ne sfuggono cento il rischio inizia a diventare serio.

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