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Spettacoli
Bruno Vespa artista vero in una Rai che non distingue spettacolo e news

Bruno Vespa artista vero in una Rai che non distingue spettacolo e news


In fondo la lettera con la quale Bruno Vespa chiede al CDA della Rai (probabilmente per il tempo che lo stesso Cda rimarrà in carica) di essere considerato un artista e non un giornalista merita, aldilà di una facile ironia, un approfondimento e tanta, tanta comprensione verso l'uomo. I fatto sono noti: una lettera del giornalista/artista Bruno Vespa alla Rai in cui rivendica fortemente la sua professione artistica rinnegando, a sorpresa, quella per cui è sempre stato unanimemente conosciuto, il giornalista.


BRUNO VESPA È UN ARTISTA. UNA DECISIONE SOFFERTA


Un passo che, immaginiamo,  debba essere costato molto in termini emozionali e psicologici sia da parte del collega sia da parte della Rai. Infatti non dovrebbe essere così facile, ma nemmeno per la Rai, scoprire dopo tanti anni che stai facendo un lavoro che in fondo non è quello per cui sei stato assunto, e nemmeno per l'azienda scoprire di avere assunto un'artista al posto di un giornalista. Giornalista che da anni, ogni giorno, confeziona uno spettacolo artistico e non un talk show di informazione.


BRUNO VESPA È UN ARTISTA. E LA RAI NON SAPEVA


Per la Rai non ci sarebbe tanto da meravigliarsi dato che, fino ad adesso, i suoi vertici ( peraltro in continuo cambiamento) hanno più volte disegnato l'azienda come un soggetto profittevole, forte e libero da condizionamenti politici. Quello che sorprende di più è la 'conversione improvvisa sulla via di Damasco' del  serio professionista Vespa.


BRUNO VESPA È UN ARTISTA. VESPA E FAZIO PARI SONO


Come si fa a non dargli torto quando dice ' che differenza esiste tra un Fabio Fazio che parla di Falcone e un Bruno Vespa che parla di Ballando sotto le stelle'.
Infatti ha ragione perché a questo punto non si capisce più e sembra non esserci differenza alcuna.
Entrambi non sono spettacoli e neppure informazione ma, sono sicuramente, per i compensi dei conduttori un qualcosa di inspiegabile e unico, se paragonati ad analoghe realtà imprenditoriali straniere simili alla Rai. Provate ad immaginare simili incomprensioni sull'identità dei conduttori o simili compensi alla televisione tedesca o sui canali francesi e americani?


BRUNO VESPA È UN ARTISTA. UNA RAI POCO PROFITTEVOLE


La Rai è sempre stata riconosciuta come un bacino di nomine politiche, di molte assunzioni clientelari e una produttrice seriale di debiti.
Solo dal 2016  (il 2015 aveva chiuso con un passivo di 30 milioni) per effetto di un decreto legge che ha obbligato il cittadino ignaro a pagare il canone in bolletta, ha potuto portare un bilancio in utile.
Una realtà simile non può permettersi di non sapere da anni se fa programmi di informazione o di puro divertimento/ spettacolo.

Certo che vedere Bruno Vespa, guidare con maestria, trasmissioni dedicate alla solidarietà, al capire il diverso, a comprendere il bisogno degli altri, a fare 'del dare' un modello di riferimento, suscita meraviglia.
Sorprende leggere tra le righe della lettera in questione  un simile grido di dolore dove, in fondo ballano soltanto un milione e mezzo l'anno di compensi, perfetta differenza tra l'essere artista o essere giornalista.

In un'azienda normale quando i bilanci sono, a dir poco deboli, sarebbe opportuno che tutti, a partire dai primi, si ritenessero in dovere di fare piccoli sacrifici.
Se poi compensi di tali livelli, che sono stati dati pure quando l'azienda macinava ancora più debiti di adesso, ecco tutto ciò diventa a dir poco  immorale.


BRUNO VESPA È UN ARTISTA. VESPA E FAZIO CREDIBILI NELLA SOLIDARIETÀ?


Ed è per questo che professionisti come Bruno Vespa o Fabio Fazio insieme a tanti altri sono ora meno credibili nel momento in cui parlano per gli altri di  solidarietà nei loro programmi. Da ultimo si capisce come questa Rai abbia bisogno di rimanere a Roma. Solo nella capitale della politica e del dissesto può galleggiare e vivere alimentandosi di certe situazioni irreali e sconosciute in altre parti del mondo civile. Fino a quando questa situazione rimarrà inalterata e generazioni di artisti, politici, manager, giornalisti non saranno spodestati o dall'anagrafe o da decisioni imprenditoriali serie e non rispondenti a logiche politiche, questo paese continuerà ad andare in una direzione sbagliata.

 

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