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Spettacoli
Dario Ballantini sul palco del Teatro di Rifredi a Firenze con Petrolini

Il grande pubblico televisivo lo conosce per la sua capacità di trasformarsi e immedesimarsi nei più noti personaggi dello spettacolo, dell’imprenditoria o della moda, come l’ormai celebre interpretazione di Valentino Garavani, una maschera che interpreta da molti anni con grande successo sull’ammiraglia delle reti Mediaset Canale 5 nella popolare trasmissione televisiva Striscia La Notizia. Ma Dario Ballantini, artista livornese dalla personalità poliedrica, fuori dagli schermi, ha anche una vita da attore di teatro e di pittore di successo. Al teatro di Rifredi, storica sala fiorentina che da sempre è all’avanguardia nella scelta dell’offerta al pubblico, viene proposto da giovedì 16 a domenica 19 gennaio, un vecchio cavallo di battaglia del repertorio giovanile dell’attore toscano: Ballantini & Petrolini, spettacolo dedicato al grande artista romano Ettore Petrolini, vissuto ai primi del Novecento.  Con la consueta maniacale ostinazione per il totale camuffamento Ballantini, che si trucca a vista utilizzando il palcoscenico come un camerino aperto al pubblico, fa rivivere, in una versione più aderente possibile all’originale, sette personaggi creati dal grande comico romano: Gigi Il Bullo, Salamini, la Sonnambula, Amleto, Nerone, Fortunello e Gastone. Tra un personaggio e l’altro l’artista livornese spiega al pubblico l’importanza del recupero di una memoria culturale collettiva poiché solo conoscendo la comicità del passato si possono costruire le basi per una nuova. Ettore Petrolini può essere infatti considerato il precursore di tutta la comicità italiana, compresa  quella attuale, per la versatile creazione di personaggi che sono stati anche di ispirazione per molti grandi interpreti della scena italiana. Il commento musicale e la riproposizione dei successi di Petrolini sono affidati al virtuoso fisarmonicista e compositore Marcello Fiorini che ne ha curato anche gli arrangiamenti. La regia, dopo il successo dello spettacolo “Da Balla a Dalla – Storia di un’imitazione vissuta” tutt’ora in scena nei teatri, è affidata a Massimo Licinio. La scenografia è Sergio Billi ed i costumi da Dario Ballantini e Nadia Macchi.  PER INFORMAZIONI 055/422.03.61 -  www.toscanateatro.it  PREZZI Ingresso intero € 16,00 – ridotto € 14,00 (più diritti di prevendita)PREVENDITA Teatro di Rifredi dal lunedì al sabato (ore 16:00 – 19:00) biglietteria@toscanateatro.itCircuit BoxOfficeToscana e Ticketone - Online www.boxofficetoscana.it - www.ticketone.it

LA MOSTRA DI DARIO BALLANTINI ALLA GALLERIA LA FONDERIA DI FIRENZE

Dario Ballantini si dedica all’arte pittorica e alle arti performative da oltre trenta anni. Affascinato dagli esiti formali raggiunti dalle avanguardie storiche del primo ‘900, e in particolar modo dall’espressionismo tedesco, Ballantini elabora un linguaggio espressivo libero da schemi progettuali, caratterizzato dall’ uso dinamico del segno e del colore, con il quale esterna la sua visione del mondo. Fino al 31 gennaio è possibile visitare a Firenze una sua personale, “Esistenze Inafferrabili“, alla Galleria La Fonderia (Via della Fonderia, 42R, Firenze). Una selezione di opere realizzate ad acrilico su tela, carta intelata e tavola, frutto della sperimentazione stilistica dell’ultimo decennio. Opere che presentano come tema fondante la condizione esistenziale dell’essere umano. Pennellate dal cromatismo accentuato con una prevalenza di toni rossi, blu e neri, magistrali quanto frettolose, mettono in scena quanto di più inafferrabile esista nell’esistenza umana: l’uomo, vittima e carnefice del proprio tempo, si trova smarrito e inerme davanti all’incessante scorrere del tempo. Con semplicità e immediatezza di espressione, l’uomo di Ballantini si dimena nel caos generato dall’angoscia e dalla solitudine, e si interroga sul mistero della vita in un mondo incarnato dalla grande metropoli industriale. La città frenetica e allucinata, composta dai suoi edifici, lamiere e strade, ingloba, travolge e risucchia l’esistenza umana, in un gioco di decostruzione e ricostruzione del corpo umano, nel quale il volto tuttavia permane. Volti deformati e rapiti dall’angosciante presente, ancora capaci di reagire all’ineluttabilità della vita, come suggerito dai titoli delle opere trascritti sul recto dei suoi dipinti.  Ed è proprio il volto dell’essere umano indagato nelle sue mille sfaccettature e maschere, “il miglior paesaggio che ci possa essere in pittura”, così come afferma lo stesso Ballantini, a suggerirci una via di fuga dall’immane crisi esistenziale contemporanea: in quei volti, l’osservatore si riconosce e immedesima, trovando un principio di speranza e rinascita.

LA CARRIERA DI DARIO BALLANTINI

Dario Ballantini nasce a Livorno nel 1964.  Cresciuto in un ambiente familiare creativo e stimolante - padre e zio pittori, nonno attore filodrammatico - manifesta sin da giovane una forte inclinazione per la pittura e per le arti performative. Attratto dalle riproduzioni delle opere di Guttuso e Picasso e dai fumetti di Jacovitti e degli autori Marvel, frequenta un corso di tratteggio tenuto da Giulio Guiggi (1912-1994) e successivamente si iscrive al Liceo Sperimentale di Livorno. Nel 1984, dopo aver conseguito la maturità artistica sotto la guida di Giancarlo Cocchia (1924-1987), presenta la sua prima personale al Centro Culturale “La Ragnatela” di Livorno e partecipa a diverse collettive nell’ambito Livornese - Toscano, proponendo opere di stampo neorealista ed espressionista. Negli stessi anni esordisce con il duo “Le Cornacchie” al programma tv “Ciao Gente” condotto da Corrado Mantoni e recita in teatro in una compagnia dialettale che mette in scena le opere di Beppe Orlandi. A seguito della personale alla Galleria Teorema di Firenze nel 1989, inizia un periodo di crisi artistica e produttiva. La creatività di Ballantini tuttavia non si arresta: realizza le scenografie e i paraventi artigianali di spettacoli teatrali, tra i quali la pièce “Petrolini Petrolini”, di cui è autore e interprete. Negli stessi anni si dimostra un abile trasformista, tanto da impersonificare personaggi dello spettacolo durante performance live in feste, rassegne, sagre. Uno straordinario successo che gli permette di approdare nel 1994 al tg satirico “Striscia la Notizia”, programma di Antonio Ricci. Nel 2002, torna a dedicarsi alla pittura, esponendo nella storica Galleria Ghelfi di Verona e alla Galleria d’Arte Borromeo a Padova, incoraggiato e supportato da Achille Bonito Oliva e dal giornalista Stefano Lorenzetto, nonché dal suo amico e consigliere Massimo Licinio, grande estimatore della sua pittura.   Nel 2005, in occasione della premiazione dei “Telegatti”, una sua opera realizzata appositamente per Tv Sorrisi e Canzoni viene riprodotta su porcellana e consegnata a tutti i premiati. La sua attività di trasformista riscuote intanto successi con la sua presenza decennale nella trasmissione “Striscia La Notizia” in cui interpreta personaggi come lo stilista Valentino ed il Presidente della Ferrari Montezemolo, nonché molti uomini politici. Nel 2006 il critico Fabio Marcelli lo invita a esporre nello spazio “Regalobello” delle ex Distillerie Montini a Fabriano e cura la pubblicazione del volume monografico “In Arte Dario Ballantini” edita da Silvana Editoriale. Nello stesso anno Ballantini riceve da Bonito Olivia il premio “A.B.O” d’Argento per la pittura e partecipa ad Art Verona, mentre due anni più tardi espone alla Galleria di Palazzo Coveri a Firenze e a Castel dell’Ovo a Napoli con la mostra itinerante “Visioni Sommerse”, successivamente allestita presso la Galerie de l’Europe di Parigi, al Castello di Saint Rhèmy in Valle d’Aosta. Nel 2009, su invito di Davide Rampello, Presidente della Triennale Bovisa, Ballantini presenta la personale “Identità artefatte” affidata a Licinio. L’esposizione, nata con l’intento di coniugare le molteplici attitudini artistiche di Ballantini, farà tappa negli anni successivi nelle principali città italiane.  Contemporaneamente porta avanti l’attività teatrale di trasformismo a “Striscia”, entra nel cast del film “La prima cosa bella” di Paolo Virzì e conduce il programma “Ottovolante” su Radio Due. Dal 2010 le manifestazioni artistiche che lo riguardano si moltiplicano: Ballantini, stimato da grandi maestri e critici d’arte, si impone nell’ambito dell’arte contemporanea nazionale ed internazionale, partecipando ad Art Basel Miami e alla 54a Biennale di Venezia del 2011 nel progetto “Padiglione Tibet” e nel “Padiglione Italia”, curato da Vittorio Sgarbi, prima a Milano e poi a Torino. Nello stesso anno è presente alla Galleria La Telaccia di Torino, alla Acquire Gallery di Londra, alla Fortezza medicea Girafalco a Cortona e collabora con Euart Tour 2011-2012-2013 (Usa), con il quale le sue opere vengono esposte in collettive a Tallhassee, New York e Miami. Nel 2012 presenta alla Fiumano Art Gallery di Londra, “FakeIdentities”, mostra che ottiene un tale successo da condurlo all’Università di Cambridge per tenere un incontro con gli studenti sul tema psicologia-arte. L’anno successivo, svolge una Lectio Magistralis presso l’Accademia di Belle Arti di Verona e inaugura le mostre al Museo Miit di Torino, al Palazzo Sant’Elia di Palermo, al Palazzo Fondazione Banca del Monte di Lucca e all’ArtmoorHouse di Londra. Nel 2014 conduce il programma radiofonico “Vintage People Ballantini e gli Altri” e debutta alla Sala A di Via Asiago di Rai Radio Due con il suo spettacolo “Da Balla a Dalla”, progettato da Massimo Licinio, scritto da Ballantini con le musiche del Maestro Stefano Cenci, tutt’ora in corso nei teatri italiani.  Nel 2016 si avvicina alla scultura: le sue prime opere in bronzo vengono esposte al Circolo della Stampa di Milano e successivamente all’Electronic Art CAfè Camponeschi a Roma. In quest’ultima esposizione viene presentato per la prima volta il video “Fake to Face” ideato da Ballantini e Licinio e realizzato da Roberto Baeli. Nello stesso anno presenta “Cambia Pensiero” al Museo della Carta di Toscolano Maderno e al Museo Musa Salò di Bergamo. Nel 2017 inaugura la personale “Dipinti Sculture Video” a Genova e Varese, mostra che l’anno successivo approda a Bergamo e Piacenza, seguita dalla nuova esposizione monografica “Strutture Umane” allestita nella Galleria Comunale di Prata di Pordenone, al Museo della Memoria Locale di Cerreto Guidi, a Castel San Zeno di Montagnana e allo Spazio Dinamico Arte di Pietrasanta.

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