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Spettacoli
Fausto Brizzi: "Mai a letto con donne non consenzienti"

«Non sono un santo, ma neanche un orco o Barbablù. Non voglio certo sembrare un martire, magari sono stato superficiale e imprudente, ma non sono mai stato a letto con una donna che non fosse ampiamente consenziente». Dopo quattordici mesi di silenzio Fausto Brizzi racconta per la prima volta a Vanity Fair, nel numero in edicola da mercoledì 6 febbraio, quello che è successo quando la trasmissione Le Iene ha divulgato le testimonianze di attrici che lo accusavano di molestie sessuali.

Brizzi è reduce dall’archiviazione definitiva da parte della Procura di Roma delle tre denunce presentate a suo carico. Il regista, il cui nuovo film – Modalità aereo, in uscita il 21 febbraio – è la storia di un uomo che si vede devastata la vita, dice che «la persona che più mi ha aiutato in assoluto» è stata Claudia Zanella, sua moglie e madre di sua figlia: «La prima a non credere a nulla, a scrivere una lettera per dire che gli eventuali tradimenti erano una questione che riguardava soltanto noi due».

 

Le hanno chiesto di rispondere pubblicamente, lei non lo ha fatto.

«Invece sì, ho risposto, ma non in tv, dove non andrò mai se non a parlare di un mio lavoro. (...) I processi non si fanno nei talk show, ma in tribunale. Quando è uscito il mio nome ho detto al mio avvocato di far sapere che ero disponibile a essere ascoltato in qualsiasi momento. Quando sono stato interrogato, ho messo a disposizione il mio telefono e ho consentito l’accesso ai miei dati, alle mie mail e alla mia sfera privata in assoluta trasparenza e buona fede. (...) Quei messaggi dimostravano, insieme ad altri elementi inequivocabili, che il mio comportamento era sempre stato più che corretto».

Su di lei è stato detto di tutto.

«I giornali titolavano: “Brizzi è un mostro”, sui social network mi insultavano tutti i giorni, sulle poltrone di note trasmissioni tv, gente che non avevo mai visto in vita mia si dava il cambio per dire: “è innocente” o “è colpevole”. Ma in base a cosa? Al gradimento o meno dei miei libri e dei miei film? (...) La tv era diventata un ufficio di collocamento. Chiunque, per ottenere il suo quarto d’ora di celebrità, passava e raccontava una storia su di me. Ero diventato il capro espiatorio di un intero ambiente».

 

Il vostro ambiente è diverso dagli altri?

«La molestia è una cosa seria in molti ambiti di lavoro, compreso ovviamente il mio, ma è un argomento che andrebbe trattato nei tribunali seguendo le leggi dello Stato e non quelle degli indici d’ascolto o dell’opinione pubblica. Trovo sbagliato e controproducente che argomenti così delicati, nei quali è fondamentale capire se ci sia stata effettivamente una coercizione oggettiva, un ricatto o una situazione di subordinazione reale, vengano trattati con la logica del tifo che si nutre di pregiudizi. (...) Di mestiere faccio lo scrittore e conosco bene la differenza tra un sì e un no. Vedere alcune ragazze che avevano un ruolo, grande o piccolo che fosse, nella mia vita, sostenere che non fossero state con me per loro volontà mi ha lasciato sgomento. Mi sono trovato a parlare da solo. “Eh? Cosa? Ma che state dicendo?”». 

 

Hanno detto che lei organizzava falsi provini al solo scopo di obbligare le ragazze a stare con lei.

«Non ho mai fatto un provino o un casting che non fosse nella sede della produzione. Tra l’altro, chi mi ha denunciato in Procura non parla affatto di provini. Se un regista incontra una ragazza a casa sua, la questione attiene alla sfera privata. Si chiama vita. Le donne mi piacciono. Non l’ho mai nascosto. Ho sedotto e abbandonato e sono stato sedotto e abbandonato a mia volta. A volte ci ho provato, mi hanno detto sì e mi hanno detto di no. Ma con le ragazze con cui sono stato ci siamo lasciati sempre con il sorriso. Se poi, a distanza di tempo, alcune hanno rielaborato in modo negativo la nostra relazione me ne dispiaccio. Me ne dispiaccio sinceramente».

 

E non ha pensato che venendo con lei potessero avere l’ambizione di recitare in un suo film?

«Probabilmente, con il senno di poi, dico che eravamo entrambi mossi da un’ambiguità. Come capita a tanti, io cercavo un momento di evasione e forse le ragazze inseguivano un’opportunità. Questo però non posso saperlo».

 

Insisto. Le incontrava e le seduceva da una posizione di potere?

«Quando leggevo “se inviti a cena un’attrice e sei un regista compi un abuso di potere” rimanevo incredulo. Che significa? È ovvio che chiunque lavori in un determinato contesto si trovi a frequentare per lo più persone che provengono dal medesimo ambiente. Mi sembrava e mi pare tuttora assurdo e fuori luogo dover domandare: “Ma se passiamo la notte insieme è perché dopo ti aspetti qualcosa o perché ti piaccio?”. Che cos’è una molestia? Per la legge è una situazione in cui si costringe qualcuno ad agire contro la propria volontà con la forza. Non è una molestia tentare di sedurre o approcciare una persona, lasciandole la possibilità di accettare o dire no all’avance».

 

Ne è sicuro?

«Se non avessi invitato a cena un’attrice e non ci avessi provato con lei, oggi non avrei una figlia meravigliosa».

 

Che cosa si rimprovera?

«Come ho detto, ho capito che sono stato leggero e superficiale e che qualche situazione avrei dovuto evitarla. Sicuramente non ho mai forzato nessuna ragazza e non mi sono neanche mai denudato senza permesso. Se non altro, per rispetto del ridicolo involontario. Ho compiuto degli errori e li ho compiuti soprattutto con Claudia. Ha sofferto molto e, quando la bufera è passata, ci siamo lasciati. Era la donna della mia vita».

 

Tra qualche anno sua figlia troverà sul web tracce della vicenda. Cosa le dirà?

«Che ho sbagliato nei confronti di sua madre, che la punizione che ho avuto per quei tradimenti è tra le più severe che possano toccare in sorte ai fedifraghi e che mi ha insegnato a essere meno superficiale nelle relazioni e nei rapporti».

 

Per lei è arrivata la richiesta di archiviazione.

«L’hanno scritta tre pubblici ministeri tra cui due donne specializzate da molti anni nella materia dei reati a sfondo sessuale. Contrariamente a quanto riportato dai media, sono stati molto attenti e scrupolosi anche nella valutazione delle due querele presentate fuori dai termini. Sono entrati nel merito anche di queste ultime, ribadendo l’inesistenza di fatti di rilievo penale. Anche se le denunce fossero state presentate tempestivamente, i fatti non avrebbero avuto alcuna rilevanza penale».

 

Ha pensato che qualcuno avesse orchestrato nell’ombra la campagna che l’ha colpita?

«Se ho pensato a una manina? Ci ho pensato eccome. Non ero in una vera posizione di potere e non tenevo in mano Hollywood, ma un ruolo, anche politico, all’epoca lo avevo».

 

Era stato il regista delle Leopolde di Matteo Renzi.

«Questo l’ha detto lei, io ho detto fin troppo».

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