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Madonna, nuovo album e appello vs il populismo. "Viviamo un nuovo medioevo"
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Madonna, nuovo album e appello vs il populismo. "Sprofondiamo in un nuovo medioevo"

«È la migliore risposta che avevo al Medioevo in cui stiamo sprofondando. Il mondo sta andando terribilmente indietro. E non ci sono abbastanza voci critiche. Quante celebrità hanno davvero il coraggio di usare la propria voce, la propria rilevanza, le proprie piattaforme per fare la differenza? Sinceramente, io vedo tanti famosi che provano solo a essere più famosi. Sono pochi quelli che hanno il coraggio di uscire allo scoperto per dire qualcosa di controverso».

Così, nell’unica vera intervista a un giornale italiano, Madonna spiega il carattere impegnato del suo nuovo album Madame X a Vanity Fair, che le dedica la copertina del numero in edicola da mercoledì 19 giugno. E il Medioevo a cui si riferisce ha molto a che fare con l’avanzata del populismo e delle destre. «La storia si sta ripetendo, come già successo prima della Seconda guerra mondiale. In momenti di crisi e povertà, le persone tendono a essere estremamente spaventate e a dare la responsabilità di tutto agli altri, agli immigrati, ai diversi, agli strani, a tutto ciò che non gli somiglia. Lo canto nel brano Dark Ballet: il nemico non è esterno ma dentro di te. E io chiedo a tutti, non solo ai famosi: quand’è l’ultima volta che invece di incolpare chiunque ti sei messo a fare qualcosa di migliore? O di generoso? O a dare qualcosa senza chiedere nulla in cambio? O ancora a dire una parola di conforto a qualcuno che ne aveva bisogno? Invece tutti zitti e arrabbiati».

Lei zitta non è mai stata: «È impossibile farmi stare zitta», dice a Vanity Fair. «Infatti mi hanno sempre criticata, messa sulla graticola, fatta a pezzi. Parlare, affrontare argomenti controcorrente, esporsi: oggi è una cosa che spaventa tutti. Ai tempi dei social media, poi, la paura di prendere una posizione è più forte del desiderio di avere più follower su Instagram». Instagram che lei usa molto, ma che non lascia usare ai figli piccoli: «Oggi sono tutti chini e persi nello schermo del telefono. È una catastrofe. A livello sociale ma anche creativo. Come fai a sviluppare una tua personalità, un tuo talento con tutto il rumore che c’è là dentro? Alla fine della giornata, quello che oggi ti invade è una pressione che ti porta a vestirti in un certo modo, a essere quieto, a diventare perbene».

Giovanna d’Arco è una delle icone che ricorre nel suo nuovo album e la ribellione femminile che rappresenta, spiega Madonna a Vanity Fair, non è certo una battaglia già vinta. Non solo perché parlamenti e governi continuano a dettare regole che limitano la libertà delle donne: «Devo dire una cosa scomoda. È vero, oggi le donne sembrano più libere di oggettivare se stesse, di vestirsi come diavolo vogliono, di presentarsi in un modo finalmente poco conforme agli stereotipi maschili. Allo stesso tempo, però, io continuo a vedere gli stessi canoni ripetuti all’infinito. Negli anni Sessanta tutte volevano sembrare magre come Twiggy. Oggi vogliono tutte somigliare a Kim Kardashian. Alla fine, il modello è sempre uno e dettato da una società sessista e misogina, un luogo dove le decisioni vengono prese dagli uomini per fare piacere agli uomini. Ma io non mi do per vinta: continuo a incoraggiare tutte a pensare in modo differente. Voglio celebrare tutte le forme di bellezza, non solo una. Perché la bellezza non è mai nell’occhio di chi guarda. Soprattutto se l’occhio di chi guarda è quello di un uomo... Ci hanno insegnato che dobbiamo sentirci dire che siamo belle, geniali, bravissime. Invece vale il contrario: solo se ti ritrovi a essere un’esclusa potrai trovare davvero la tua strada, la tua voce. Per poi capire la cosa più importante di tutte: ovvero che l’unica musa che ti serve sei tu».

Nell’intervista Madonna si esprime poi sugli artisti che, come ultimamente Michael Jackson, sono stati “cancellati” per via della loro condotta privata: «È difficile separare l’arte dall’artista perché alla fine un artista è sempre l’espressione di sé. Ma forse, in un modo o nell’altro, alla fine è giusto separarli. Mi viene in mente, per esempio, un documentario in cui Marlon Brando, che fu un genio assoluto, dice espressamente di essere stato un marito terribile e di non aver trattato in modo rispettoso le donne. Ecco, nonostante tutto, nonostante il mio grande impegno per l’emancipazione femminile, trovo che queste sue mancanze non me lo debbano far apprezzare meno come attore. Alla fine siamo tutti umani e nessuno è perfetto».

 

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