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Spettacoli
Max Brigante: "Maldini, Bastianich, Buffa e.. vi racconto i miei Fuori Onda" - L'INTERVISTA
Max Brigante (foto Lapresse)

“Credo che ogni speaker abbia il desiderio di far vedere anche la parte nascosta”, Max Brigante -  dj di Radio 105 - racconta ad Affaritaliani.it i suoi “Fuori Onda” che ha raccolto in un libro (by Mondadori) uscito proprio in questi giorni.  Diciannove i personaggi selezionati, tra sport, musica, spettacolo e costume. “Noi andiamo in onda (105 Mi Casa è dal lunedì al venerdì dalle 20 alle 21, ndr), schiacciamo il tasto on e facciamo ascoltare tutto. Però poi c’è il dietro le quinte…”.

Tante le star della musica ovviamente: da Vasco Rossi ("Il primo capitolo in assoluto che ho scritto in questo libro. E’ il cantante che avevo nei poster da bambino") a Jovanotti ("E una persona importante per me, lo dico sempre a Lorenzo. Perché ho iniziato a fare la radio quando ho sentito lui che la faceva"), passando per Ghali, Coez, Laura Pausini, i Negramaro... (clicca qui per il video dell'intervista)

Guccini in studio è la storia di un lungo inseguimento...
"L'ho stolkerizzato per un paio d’anni prima di riuscire ad averlo. La prima volta è successo nella hall di un albergo. Io camminavo in Corso Garibaldi a Milano e dalle vetrate ho visto il signor Guccini li dentro. Sono entrato dicendo ‘io sono un suo fan signor Guccini, faccio un programma su una radio importante e mi piacerebbe tantissimo averla ospite’... ".

E poi..
"Tramite alcuni amici discografici sono riuscito ad averlo, è stato un incontro bellissimo. L’altro giorno gli ho spedito a casa il libro con una dedica in cui ho scritto che non lo dimenticherò mai. E non lo dimenticherò mai…"

Non solo cantanti. Con Joe Bastianich è nata un’amicizia a pelle proprio negli studi di 105…
“Non ero un fan di Bastianich, non seguivo Masterchef. Lui venne in radio per il programma di Sky e da lì è nata una bellissima amicizia a pelle, come dicevi tu. Credo che la musica sia stata molto ‘complice’. Joe è un’artista vero, uno che ama suonare, che non vive se non ha la chitarra. E poi c’è un aneddoto che racconto anche nel libro: Bastianich era venuto per fare la promozione di Masterchef e alla domanda ‘so che la trasmissione è registrata, quando va in onda fate dei gruppi di visione tu e i tuoi amici?’ lui rispose ‘Non ho mai guardato una puntata di quel programma’. E lì è diventato il mio mito”

Sei stato molto colpito da Federico Buffa, il re degli storyteller…
“Il mio rapporto con Buffa è quello che hanno le ragazzine con Justin Bieber, io sono un suo mega fan. Vado fuori di testa per lui. Federico non è uno che si concede molto, quando sono riuscito la prima volta ad averlo, grazie ad alcuni amici in comune, già mi sembrava un privilegio pazzesco. Questa cosa poi è successo un’altra volta, un’altra volta e… un’altra volta ancora. Abbiamo iniziato a frequentarci all’interno del mio salotto, io ho frequentato i teatri in cui lui ha fatto i suoi spettacoli… Buffa è una persona straordinaria nel senso che… è veramente fuori dall’ordinario per la sua capacità oratoria. Nel libro lo definisco 'il più grande oratore dopo il Big Bang'. E lui è così sempre, non solo quando deve raccontare qualcosa davanti alle telecamere o a un microfono. E’ uno dei personaggi di cui per forza dovevo parlare. Federico è stato uno dei primissimi che ho selezionato”

C’è qualche aneddoto che ti è rimasto impresso di Buffa?
“Una volta doveva venire a parlare di Muhammad Alì. Che lui sia il più bravo del mondo a parlare del pugile americano siamo tutti d’accordo e probabilmente si è anche preparato moltissimo su questo. Il giorno in cui andiamo in onda però era l’anniversario della morte del Che. Io inizio la diretta ricordandolo e parlando della foto storica di Che Guevara. Chiedo una cosa a Federico e lui parte con 5-6 minuti di monologo sul Che e sul fotografo che fece quello scatto. Questo è Buffa. E’ sorprendente”

Tra i 19 del tuo libro un posto particolare ce l’ha sicuramente Paolo Maldini, di cui sei amico…
“Sì io sono suo amico, ma la mia amicizia non mi ha mai fatto vivere Paolo in modo ‘inconsapevole’. Nel senso che io sono consapevole che lui sia una leggenda vivente. Nel libro ho voluto raccontare quanto lui sia ‘pazzesco’ perché pur essendo una leggenda da sempre, è anche una persona normalissima. E  racconto un aneddoto: come arriva Paolo in radio? Da solo, con la sua macchina, parcheggia non tanto vicino perché vicino a 105 non c’è tanto parcheggio. Cammina per un po’, probabilmente mentre cammina lo fermeranno 100 persone. Arriva in radio, si presenta qua sotto, consegna il documento e la signora Ersilia della reception gli dice ‘Signor Maldini non c’è bisogno del documento, può salire’. Questo è Paolo Maldini”

E poi...

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