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Red Ronnie: "Gabbani? Per lui sarebbe stato meglio non vincere Sanremo"

Da Gabbani ai nuovi talenti della musica italiana, Optima Red Alert e... Parla Red Ronnie. L'intervista

Di Giordano Brega
Red Ronnie: "Gabbani? Per lui sarebbe stato meglio non vincere Sanremo"

Il fenomeno Gabbani? "Diciamo erroneamente, viene identificato come un fenomeno legato a due canzoni slogan, che hanno avuto un grande successo, Amen e Occidentali’s Karma. Ma lui ha fatto la gavetta, si è dedicato molto alla musica, ma purtroppo per lui ha vinto Sanremo senza esser preparato alla vittoria, che è stata inaspettata.  Non aveva un album pronto, ha avuto un boom totalmente imprevisto che rischia di non rendere giustizia alla sua reale validità come cantautore e musicista. Diciamo che, secondo me, per lui era meglio se non avesse vinto il Festival". Lo spiega Red Ronnie ad Affaritaliani.it. Il conduttore tv e critico analizza la situazione attuale nella musica italiana.


Tra i giovani cantanti italiani chi ti piace di più?
"Mi piacciono quelli che sto scoprendo grazie ad Optima Red Alert (il nuovo format musical lanciato insieme ad Optima Italia, multiutility italiana attiva nel mercato dell’energia e delle telecomunicazioni, ndr) e a Fiat Music. Stiamo scoprendo degli artisti strepitosi, bravi e molto giovani, tutti all’interno della fascia 17-22 anni.
Fra questi, cito una ragazza, Nyvinne, che ho segnalato a Caterina Caselli e che ha già firmato un contratto. E anche i Seawards, le Caroline, Ed Menichella, Tonia Cestari, i Nameless, Marat, Marla Green, i Diecicento35, Nòe e gli Ylamar e tanti altri ancora che ho scoperto di recente.  Si tratta di una miriade di nomi che possono sembrare sconosciuti, ma che hanno un talento incredibile. Lo stesso grande chitarrista Fausto Mesolella era stupito dal grande valore di questi giovani artisti".

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La musica italiana e i talent... tu sei stato molto critico in queste settimane. Non riesci proprio a trovare qualche lato positivo su questo genere di programmi tv?
"No, nei talent non trovo aspetti positivi, perché sono solo show televisivi che non hanno nulla a che vedere con la musica, ma che sfruttano la musica. E già nel 2005 lo dicevo e mettevo in guardia dalle controindicazioni di tali programmi.
Per la musica non sono positivi e nel frattempo anche altri artisti sono stati del mio stesso avviso. Basti pensare a Mogol, che ha detto che lo stesso Lucio Battisti non sarebbe uscito dai talent e lo stesso Paul McCartney ha dichiarato che i Beatles non sarebbero stati scelti dai talent. Questo per dire che in questi anni di monopolio dei talent chissà a quanti bravi e potenziali artisti abbiamo fatto cambiare mestiere, magari perdendo così un futuro Lucio Dalla, o un Vasco Rossi, o un De Andrè".

C'è però qualche cantante dei talent che ti ha colpito positivamente in questi ultimi anni?
"Sì, i cantanti ci sono stati, ma il problema è che i talent cancellano la musica, hanno fatto sparire gli strumenti musicali e privilegiano solo la voce, non i cantautori; non chi crea le canzoni, ma chi le interpreta".

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Stai cercando talenti in giro per l'Italia: come procede la tua ricerca?
"Procede benissimo. Tutta la mia vita è stata dedicata a questo, a dare voce a chi non ce l’ha. Già nel 1980, con la rivista Popster segnalai gruppi sconosciuti dai quali poi sarebbero emersi artisti come Raf, Enrico Ruggieri, i Righeira. In tutti i miei programmi televisivi ho dato spazio a persone che non avrebbero mai avuto accesso alla tv. Da Roxy Bar, al tour che ho fatto per la Tim, dove hanno vinto i Negramaro, all’epoca sconosciuti e che da quel momento avrebbero fatto carriera. Mi sono sempre dedicato a questo e lo faccio ancora col roxybar.tv, poter dar voce a chi non ce l’ha"


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