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Tosca, Verona: l'ex "pastorello" Grigolo incanta l'Arena sull'ala di Pavarotti
Vittorio Grigolo nella Tosca di Giacomo Puccini 

L'Opera Lirica è costellata di libretti ispirati alle favole, ma la favola del giovane "principe dei tenori" Vittorio Grigolo è una meravigliosa realtà. C'era una volta, nel 1990, un tredicenne aretino dalla splendida voce ancora bianca, che debuttò al Teatro dell'Opera di Roma nei panni di un pastorello nella Tosca di Giacomo Puccini. Il direttore d'orchestra è l'allora giovanissimo Daniel Oren, la protagonista è la divina Raina Kabaiwanska e il ruolo del pittore rivoluzionario Cavaradossi è interpretato nientemeno che dal re dei re Luciano Pavarotti.

Quasi trent'anni dopo, ieri sera, diretto da quello stesso Daniel Oren che ha festeggiato la serata numero 500 sul podio dell'Arena di Verona, l'ex pastorello Grigolo diventato grande ha vestito i panni con i quali big Luciano strabiliò il pubblico, mandando in visibilio il pubblico che, a forza di applausi e di acclamazioni entusiaste, lo ha costretto al bis. 

Fra gli spettatori che si consumavano le mani a forza di applaudire il tenore italiano, che interpretava per la prima volta Cavaradossi all'Arena, si scorgevano anche le fattezze inconfondibili di Tony Renis, grande scopritore di talenti (oltre che divo internazionale, amato dai grandi di Hollywood e di tutto il mondo), che nella favola di Vittorio Grigolo interpreta un po' il ruolo di "fata madrina". 

Reduce da una tournée fortunatissima e vincente che l'ha visto trionfare sui palcoscenici più prestigiosi quali l'Opera di ParigiRoyal Opera House di Londra, il Metropolitan di New York e la Staatsoper di Vienna, e diretto dall'incantata bacchetta del maestro israeliano Oren, Grigolo ha  dunque infiammato e commosso il pubblico dell'Arena di Verona con memorabili interpretazioni di "Recondita armonia" e, ovviamente di "E lucevan le stelle", duettando magistralmente in "Ah, quegli occhi" con la beniamina del palco areniano, la soprano cinese Hui He nei panni di Floria Tosca. Il grandissimo successo del giovane tenore aretino a Verona, dopo i mirabili riscontri ottenuti in tutto il mondo e sui palcoscenici più rinomati, suscita ancora una volta un interrogativo: come può il teatro lirico più celebrato di sempre, ovvero La Scala di Milano, non accorgersi che il Cavaradossi di Grigolo è attualmente il numero uno al mondo? Mistero glorioso.

In ogni caso, con l'ennesimo trionfo all'Arena che corona una carriera folgorante e fiabesca, la favola dell'ex "pastorello" Vittorio Grigolo divenuto principe dei tenori, sull'ala di Luciano Pavarotti e con il benevolo e sapiente consiglio di Tony Renis, continua verso nuovi, entusiasmanti successi.

 

 

 

 

 

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