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Esteri
Afghanistan, nel caos totale di Kabul le donne comprano i burqa

Mentre Joe Biden, a picco nei sondaggi, incolpa il Pentagono di avergli garantito in Afghanistan una sorta di stabilità biennale che invece non si è avuta, ogni giorno a Kabul si vedono donne che piangono ininterrottamente e mariti che vanno vicino all’aereoporto, sfidando colpi di arma da fuoco, per trovare un posto su un qualsiasi volo per un qualsiasi luogo. Unica richiesta: lontano da questo inferno.

Anche quelli che hanno i documenti in regola per partire non riescono a muoversi a causa del caos che regna nei dintorni della zona aeroportuale. E appena cercano di avvicinarsi i proiettili dei talebani di guardia agli ingressi fanno scoraggiare chiunque.

Medesima situazione di caos totale nelle ambasciate del Regno Unito, Francia, Australia, Canada. Code di due chilometri di persone che aspettano di avere i visti per poter lasciare il paese.Una missione quasi impossibile anche perchè nelle ambasciate manca il personale.

Gli sfollati dai campi di Herat o Kunduz sono tutti ammassati in zone di Kabul diventati campi di accoglimento di fortuna. Lì sono nascoste anche molte donne che, lasciate le divise da poliziotto, medico, infermiere si nascondono tra la folla per evitare di essere prese, imprigionate e magari uccise.

 

Sono tante le testimonianze di donne, nei campi di Park Shari e Sarai Shamali, che affermano di preferire la morte ad un’agonia simile sotto un sole da 40 gradi in tende di fortuna con tetti di plastica, senza acqua né cibo.

 

Pure molti talebani che mai avevano visto le modernità della capitale e nemmeno la conoscono chiedono ai cittadini di indicare loro delle strade e si fanno fotografare vicino alle poche auto sportive e Mercedes che si trovano, totalmente affascinati da qualcosa che mai avevano visto.

 

Le banche sono chiuse da una settimana e i bancomat vuoti. E nemmeno funzionano , per gli occidentali le carte di credito.

 

Nel caso generale la comunità sikh si sente in pericolo. Oltre 5.000 di loro hanno lasciato Kabul prima dell'ingresso dei talebani. Era una ricca comunità di oltre 10.000 persone, oggi sono meno di 500 fedeli.

 

I pochissimi matrimoni sembrano più dei funerali a causa dell’atmosfera di tristezza e paura che aleggia sui pochi invitati. Nelle strade non si sente più alcuna musica se non quella religiosa che molti negozianti, per evitare problemi con gli studenti islamici, hanno deciso di far sentire.

Le perquisizioni porta a porta continuano alla ricerca di collaborazionisti, che vengono portati via ed in alcuni casi giustiziati senza processo e di donne che avevano posizioni rilevanti nella società precedente. Nelle strade sono scomparse le donne e le giovani, colpite già dal primo decreto che vieta le classi miste nelle università. Nei quartieri ricchi nessuna rischia di camminare in abiti occidentali. I caffè, prima ritrovo per chiacchiere e divertimento di gruppi di donne sole, ora sono chiusi. Quelle donne sono bloccate in casa e molte hanno già comprato o commissionato burqa.

Nei quartieri più poveri invece si possono vedere gruppi di donne coperte ai mercati che sfidano i talebani piuttosto che morire di fame.

Una situazione drammatica in continua e rapida evoluzione. Dagli ultimi occidentali che devono uscire dal paese, ai fumatori d’oppio, che non possono smettere di fumare dall’oggi al domani, è un continuo succedersi di drammi nel dramma di un paese lasciato in mano ai barbari e che sta sprofondando nel Medioevo.

Ma una piccola parte dei cittadini, soprattutto commercianti, sembra essere abbastanza contenta dell’arrivo dei nuovi padroni. Ma è davvero una minoranza.

 

 

 

 

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