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Esteri
Altri 20 mld della UE a Zelensky? Anche la Germania si mette di traverso
Olaf Scholz e Vladimir Zelensky

I bilanci degli Stati membri UE sono in difficoltà e non tutti i Paesi accettano di impegnarsi per aiutare l’Ucraina in una guerra senza limiti

Sarà un problema di compatibilità, sarà una questione di prospettiva o di equilibri nei bilanci dei Paesi UE ma il piano dell'Unione, spendere fino a 20 miliardi di euro in aiuti militari per l'Ucraina, sta incontrando resistenze dai Paesi membri e potrebbe non sopravvivere nella sua forma originaria. E’ in corso una discussione tra i ministri della Difesa dell'UE ma anche la Germania ha espresso riserve sull'impegno di somme così elevate con tanti anni d’anticipo

L'UE e i suoi membri sono stati tra i maggiori portatori di aiuti economici e militari all'Ucraina, da quando la Russia ha invaso l'Ucraina nel febbraio 2022, fornendo armi e attrezzature per un valore pari a circa 25 miliardi di euro. Intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che c'è stato un aumento degli attacchi russi nelle regioni di Avdiivka, Kup’yansk, Donetsk. Ma l’obiettivo di fornirgli un milione di proiettili, così come prevedeva lo stanziamento UE immaginato da Josep Borrell, capo della politica estera dell’Unione, potrebbe non essere raggiunto anche secondo il ministro della difesa tedesco Boris Pistorius. Quest’ultimo, la settimana scorsa, ha dichiarato ai giornali: “È sicuro presumere che il milione di proiettili non venga raggiunto”.

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Pistorius ha spiegato, prima di un Consiglio di Difesa dell'UE a Bruxelles, che rispetto agli stanziamenti tedeschi si aspettava un maggiore impegno degli altri Stati membri. Josep Borrell ha reagito alle parole del ministro tedesco sostenendo che l’impegno UE verrà comunque raggiunto. L’aspetto paradossale di tutta questa storia è che il piano venga considerato, dall’apparato UE, come un’impegno per la pace. La proposta di Borrell pro fondo sarebbe non solo uno sforzo per sostenere la guerra sul lungo termine, avendo come obiettivo un fondo interno di aiuti più grandi da cui attingere, ma anche lo “strumento europeo per la pace” per antonomasia. Il fondo verrebbe utilizzato per rimborsare i membri della UE quando e se dovessero mai prestare assistenza militare in guerre future ad eventuali altri Stati .

Anche l’Ungheria, solitamente ostile all’approccio di Borrell e più vicina alla Russia, ha espresso le sue perplessità sul piano. A Germania e Ungheria si aggiungono altri Stati membri che avrebbero mostrato titubanze poiché faticano a impegnarsi sul lungo periodo, viste le difficoltà a fare quadrare i bilanci nazionali, data la crisi energetica, l’inflazione alle stelle e i costi connessi. Un primo diplomatico che assiste alle trattative UE ha dichiarato. in forma anonima all’agenzia di stampa Reuters, che l’obiettivo di Borrell si allontana. Un secondo che per gli Stati membri della UE vengono prima le finanze pubbliche interne e poi i piani di sostegno militare all’Ucraina. Un terzo diplomatico UE che la proposta originale di Borrell potrebbe essere sostituita da stanziamenti annuali, non dando seguito ad impegni tanto ingenti sul lungo periodo.

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