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Esteri
Brasile, la corruzione nella politica ha ammazzato il gigante brasiliano

L’ingresso in carcere dell’ex presidente Lula Ignacio da Silva permette di fare una riflessione più ampia su quanto male la corruzione nella politica può causare anche a paesi potenzialmente ricchissimi.Sembra ieri ma, nel 2008, quando l’Europa si dibatteva in una crisi economica epocale, dall’altra parte del mondo il gigante Brasile presentava una crescita del 7.5%.

Corruzione e politica. Un binomio esplosivo

Gli oltre 200 milioni di persone aspiravano legittimamente ad entrare nel circolo ristretto delle nazioni emergenti. E l’orgoglio di essere brasiliani prese più forma con l’organizzazione dei Campionati Mondiali di Football in un momento in cui il paese era guidato dal più famoso sindacalista brasiliano,nato nel Sindacato dei Lavoratori Metallurgici, tal Lula da Silva.

Sembrava quasi un miracolo, che pero’ è finito nel peggiore dei modi.La nazionale brasiliana eliminata con disonore e il presidente simbolo ora incarcerato, con una pesante accusa a dodici anni per corruzione e riciclaggio.

Più della crisi economica, peraltro non ancora totalmente superata, oggi il gigante sudamericano soffre di una crisi peggiore, quella etica/ morale. Una crisi provocata dalla perdita di vergogna di una politica sempre più interessata al bene proprio e non al bene pubblico.

Corruzione e politica. Amici e vice al Governo.

Insieme al Messico il Brasile vanta un paio di record non certo invidiabili: un numero pesante di morti ammazzati, qualcosa come 70000, e una popolazione carceraria che si sta avvicinando all’incredibile numero di quasi un milione di detenuti.Presenta pure un Parlamento così pieno di presenze di indagati in atti di corruzione che al confronto quello italiano potrebbe sembrare un circolo di boy scout.E poi gli scandali planetari delle due multinazionali brasiliane Petrobras e Odebrecht. Scandali che hanno ‘appiccicato’ al sistema industriale brasiliano una fama di corruttore troppo generalizzata.

E tutto questo disagio nasce dalle colpe della politica che (non solo ora certamente), in questi ultimi anni, ha continuato ad esprimere alla testa del paese personaggi a dir poco complessi.Subito dopo lo scandalo Lula ecco al potere la sua vice, quella Dilma Roussef, impallinata giustamente e costretta a lasciare da una rivoluzione di piazza di una classe media indignata.

E subito dopo? Un altro vice al potere, l’avvocato Michel Temer, di cui ancora si attendono risultati ma che non gode certo di fama tra la popolazione.

Insomma un film già visto tra successioni, eliminazioni politiche e corruzione diffusa che in molti altri paesi ha portato al disastro totale. Un esempio per tutti: il Venezuela del Presidente Maduro, un paese in coma profondo.

Dove la corruzione nella politica diventa un male endemico, qualsiasi paese è destinato al fallimento. Un monito che deve servire alla politica nostrana che si affaccia ad una nuova avventura.

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