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Cina, in calo i super ricchi. Dominano Jack Ma e i signori del tech

Cina: in calo i super-ricchi, dominano Jack Ma e imprenditori tech

Cala il numero dei super-ricchi in Cina, sotto i colpi del rallentamento dell’economia e della disputa tariffaria in corso con gli Stati Uniti e la ricchezza si concentra sempre più nelle mani di chi è in grado di adattarsi ai tempi dell’economia digitale. E’ la fotografia del 2019 che emerge dall’ultimo Hurun Report, che ogni anno mette in lista gli uomini più ricchi del Paese. In cima alla classifica c’è per il secondo anno consecutivo il fondatore del gigante dell’e-commerce Alibaba, Jack Ma, con un patrimonio personale stimato in 39 miliardi di dollari, tallonato, a quota 37 miliardi di dollari, dal fondatore di TenCent, il gruppo che gestisce la popolarissima piattaforma WeChat, Ma Huateng. Sul podio, anche Xu Jiayin, a capo dell’impero di costruzioni Evergrande, staccato, a quota 30 miliardi di dollari.     Se i super-ricchi sono in calo - per il secondo anno consecutivo - quelli che lo sono hanno aumentato il loro patrimonio: in totale, nella classifica, ci sono 621 miliardari, 32 dei quali hanno un patrimonio stimato in oltre dieci miliardi di dollari, otto in più rispetto allo scorso anno. Il 2019 è l’anno che ha visto crescere maggiormente i miliardari nel settore tecnologico, al secondo posto dietro gli imprenditori del manifatturiero e del real estate, che contano per circa il 40% del totale.

In crescita anche gli imprenditori del settore farmaceutico, che rappresentano l’8% del totale, raddoppiando la loro quota negli ultimi dieci anni. Bene anche il settore del Food & Beverage: nell’anno caratterizzato dall’epidemia di peste suina africana, che ha decimato gli allevamenti in tutto il Paese e fatto schizzare il prezzo della carne di maiale, Qin Yinglin e sua moglie Qian Ying, a capo del gruppo Muyuan di allevamento di maiali, hanno triplicato la loro fortuna, oggi a quota 14 miliardi di dollari, balzando al sedicesimo posto in classifica.     “La crescente penetrazione delle nuove tecnologie ha avuto un impatto sui manifatturieri che non sono stati in grado di tenere il passo”, è il commento di Rupert Hoogewerf, presidente di Hurun Report. “Il 40% delle persone sulla lista di due anni fa non è riuscita a farcela quest’anno, il calo più grande da quando abbiamo cominciato l’elenco ventuno anni fa”.    Nella classifica di quest’anno sono scomparsi 266 nomi presenti nel 2018: nonostante il ridimensionamento, il calo è stato inferiore a quello dello scorso anno, quando dall’elenco scomparirono 456 nomi di uomini e donne con un patrimonio personale di almeno due miliardi di yuan (255,3 milioni di euro) la quota minima per essere presi in considerazione dal rapporto. 

A superare questa soglia sono stati 1819 individui nel 2019, contro i 1893 del 2018: di questi, 1136 hanno visto la loro ricchezza assottigliarsi, mentre 934 l’hanno vista crescere, e per 192 di loro quella di quest’anno è stata la prima menzione in classifica.     Il "cambio della guardia", come lo definisce lo stesso Hoogewerf risulta evidente comparando il risultato del 2019 con quello del 2017: rispetto ad allora compaiono 411 nuovi nomi in classifica. Aumentano anche i giovani nello Hurun Report: 156 imprenditori in lista hanno meno di 40 anni, in crescita di 24 unità rispetto al 2018. Su tutti, spicca il fenomeno Colin Huang Zheng, fondatore del nuovo gigante dell’e-commerce Pinduoduo, che è al settimo posto in classifica con un patrimonio personale di 19 miliardi di dollari (nel 2018 era tredicesimo, a quota 14 miliardi di dollari). Tra i nomi più noti al grande pubblico non può mancare il fondatore del colosso delle telecomunicazioni di Shenzhen, Huawei: Ren Zhengfei, nonostante l’inserimento del suo gruppo nella black list Usa (ora parzialmente allentata) ha scalato 36 posizioni, raggiungendo il 162esimo posto, con i suoi tre miliardi di dollari di ricchezza stimati. Un altro gigante della tecnologia recentemente entrato nella black list del Dipartimento del Commercio di Washington, Hikvion, è al 34esimo posto nella classficia di Hurun: i proprietari del colosso della video-sorveglianza accusato di coinvolgimento nella repressione contro gli uighuri, Gong Hongjia e Chen Chunmei, dispongono di un patrimonio di 9,3 miliardi di dollari.

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